di Nathalie Rallo
La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle.
Sant’Agostino
Il coraggio è il motore della vita.
Avere coraggio non significa non essere fragili, è dalla fragilità che nasce la voglia di combattere, di dare uno schiaffo alla vita per accogliere la luce.
Nel 1593 nasceva Artemisia Gentileschi, donna, pittrice, madre, figlia e simbolo del coraggio!
La sua storia è diventata una memoria preziosa che non può essere dimenticata facilmente.
Artista d’eccellenza del Rinascimento italiano, non celebra il dolore della sua storia come si pensa ma la libera nelle sue opere come un uccellino che vola via dalla sua gabbia.
Il coraggio di Artemisia G. nasce prima del suo debutto post-traumatico, la sua forza era immensa nei suoi picchi di colore fin dall’età di dodici anni, era circa il 1605, anno in cui perse la madre e iniziò a lavorare sulla sua arte.
Artemisia non era una bambina come tutte le altre, lei era figlia di Orazio Gentileschi, prodigo pittore del Rinascimento, era figlia dell’arte ma anche la “donna” di casa, per questo le sue lezioni nella bottega del padre si dividevano tra i doveri famigliari e la passione di dipingere.
Questa artista ha combattuto tante lotte nella sua vita e non si è mai arresa neanche quando la violenza dentro le mura domestiche l’hanno dipinta come una poca di buono agli occhi di un tribunale beffardo che diede ragione al carnefice e no alla vittima. Forse il tribunale del XVII secolo aveva ragione, Artemisia non era una vittima ma una forza che superò uno stupro a 18 anni da uno degli uomini più fidato del padre, Agostino Tassi che la costrinse a subire la vergogna pubblica e la trucida pratica dello torturata dalla Sibilla: le sue mani vennero strette a delle corde e tirate, mentre delle viti a testa piatta le schiacciavano le dita causando delle feriti molto gravi.
L’artista sopravvisse a quel processo e anche se il suo carnefice scontò appena 8 mesi di reclusione, la verità di quella storia non fu seppellita con la sua morte nel 1653.
L’albo Artemisia Gentileschi. Il fuoco dell’arte, edito dalla Logos edizioni, illustrato da Anna Paolini con l’ausilio biografico di Francesca Del Moro, offre una visione diretta delle dinamiche che hanno investito l’artista in questione.
Aveva in sé il fuoco sacro dei grandi artisti. Sapeva dar vita ai colori, lucentezza ai dipinti.
Aveva la passione e la perseveranza di chi conosce il proprio destino.
Anna Paolini
Il fuoco dell’arte si apre con queste parole, dirette e immense iniziano il racconto doloroso di Artemisia ma non la dipingono come una donna vittima, le restituiscono invece la dignità di un fattaccio che non segna la grande pittrice che è sempre stata.
Le mura domestiche sono il contenitore di questa storia che vince le ferite e non si arrende al dolore, seppur le ombre che si proiettavano su di esse erano spaventose, ella le liberò nei sui dipinti e fece di esse una luce.
Le illustrazioni sono coraggiose come la protagonista, il loro colore non nasconde la dolorosa storia ma gli da voce come una matita che anche senza una graffite appuntita ha la speranza di restituire la sottile verità. La silhouette di Artemisia G. oscilla tra primi piani e contesti ombrosi che meritano il grigio di un passato seppellito; gli occhi, il cuore e le mani di Artemisia sono fuoco che brucia, illumina e riscalda il domani. La biografia scritta da Francesca Del Moro, posta al termine, corona la qualità dello scrupoloso lavoro dietro la creazione dell’albo. Sono piccole e grandi curiosità che completano un lavoro eccellente.
E dietro la forza e la determinazione delle sue eroiche bibliche è possibile scorgere proprio lei che, in un ambiente completamente dominato dagli uomini e malgrado le vicende che hanno sconvolto la sua vita, ha lottato fino in fondo per la propria affermazione.
Francesca Del Moro
Questa albo non ha vincolo di età e neanche di lettura, tale è la sua accessibilità che si racconta anche in lingua inglese per sconfinare tutti i confini.
Nel tenere tra le mani le pagine illustrate di esso vi è un bagliore di speranza per il futuro, colei che è madre dello sdegno e del coraggio come disse Sant’Agostino nella citazione a capo stesura, vive negli occhi del fuoco dell’arte.
Per tutti coloro che non conoscevano la storia di Artemisia Gentileschi auguro di seguire la sua luce, di dipingersi con il suo coraggio e di non arrendersi alle ombre della vita.
Ad Artemisia Gentileschi invece dico: grazie per avermi donato la speranza di essere una donna fragile ma con la forza di prendere a schiaffi la vita.
Artemisia Gentileschi. Il fuoco dell’arte.
Autrice/illustratrice: Anna Paolini
Biografa: Francesca Del Moro
Casa editrice: Logos Edizioni
Età consigliata: dai 7 anni in su
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