Fiabe al telefono. Diario di un narratore nei giorni del lockdown
di Clara Sorce
Non ho mai pensato o ripensato al periodo dello scoppio della pandemia da Sars-Covid19, né tanto meno al periodo del lockdown. Ho preferito tenere tutto per me, come se fosse una bolla di sapone volata via nel cielo azzurro e limpido della nostra “liberazione”. Ma cosa ha rappresentato per me il lockdown? Di certo lo considero una preziosa opportunità, preziosa perché mi ha permesso, nonostante il distanziamento sociale, di conoscere persone meravigliose con le quali sono nate delle splendide amicizie. Opportunità di crescita, mi ha fatto capire cosa “volevo fare da grande”. Alle porte della conclusione del mio percorso biennale all’Accademia di Belle Arti di Palermo, in Didattica dell’Arte valorizzazione e comunicazione dei beni culturali, ho avuto, grazie a quel periodo, chiare le mie idee sul futuro. Propio in quel periodo Piccoli gnomi prendeva forma, come un piccolo vaso d’argilla che piano piano si lascia guidare dalle mani dell’artista.
Perché raccontarvi adesso tutto ciò? Perché a distanza di due anni mi sono ritrovata tra le mani un libro dove ogni parola, ogni fruscio di pagina, racconta una storia collettiva, la storia di persone comuni che insieme formano un coro di voci che Alberto Nicolino, moderno cantore, ha raccolto nel suo libro Fiabe al Telefono. Diario di un narratore nei giorni del lockdown edito da Scatole Parlanti Editore, con le illustrazioni di Monica Saladino.
Il libro è frutto di un progetto dell’autore nato durante il periodo del lockdown. Si tratta di una pagina Facebook intitolata appunto Fiabe al telefono dove l’autore trova un modo originale, non legandosi al canonico linguaggio audiovisivo, per raccontare storie a chi lo desidera. L’idea è quella di raccontare fiabe al telefono in modo da avere un pubblico raccolto che ascolta. In quell’anno si celebrano i cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, l’idea dell’artista cita l’opera del maestro Favole al Telefono, così convinto della sua idea Alberto pubblica sul noto social network l’annuncio:
Desideri ascoltare una storia dalla viva voce di un attore che sta dall’altra parte del filo? Prenota un fiaba […]
L’idea piace a molti utenti e da lì cominciano le prime prenotazioni, nascono le storie “collettive”. Il progetto dell’autore lega le persone in un un anno in cui la parola chiave è distanziamento sociale. Nella prefazione di Paola Bigatto si legge:
Questo libro è un palcoscenico, e tu, lettore, stai per entrare a far parte di un coro affollatissimo e variegato, nel quale la tua storia personale avrà uno spazio, un valore, una dinamica.
Eccovi svelato il perché ho voluto cominciare il racconto di questo straordinario libro con la mia piccola storia. Quando leggiamo la raccolta di storie e fiabe di Nicolino non possiamo che non pensare alla nostra esperienza vissuta in quel periodo in termini narrativi. Ed ecco che nel "coro affollatissimo e variegato” si unisce anche la nostra storia, sentendoci parte integrante di quel vociare.
Il libro si compone come un "diario fabulistico” in cui l’autore non raccoglie soltanto fiabe della tradizione orale che ventun anni fa raccolse dalla voce degli anziani di Camporale, o dalla tradizione fabulistica nordica, fiabe classiche e storie provenienti da lontano, ma anche le storie di chi chiede il racconto delle fiabe al telefono. Ad ogni persona l’autore chiede una brevissima descrizione di chi ascolterà la narrazione di modo tale da scegliere il racconto imbastito per chi ascolta. Non possiamo non pensare alla prefazione che Italo Calvino scrisse nel 1956 per la pubblicazione di Fiabe Italiane in cui scrisse:
Le fiabe sono vere
E che esse possono funzionare come:
Una spiegazione generale della vita
Trovo che la scelta della fiaba in base alla storia della persona che ascolta sia un gesto di cura. A tal proposito mi viene in mente la storia di Tiziana. Tiziana contatta Alberto per una storia che richiede per sé, viene a conoscenza del progetto grazie ad un’amica. Dalla descrizione mandatagli dalla donna Nicolino sceglie di raccontarle La donna scheletro, una fiaba originaria del popolo Inuit, perché ha la sensazione che qualche elemento della fiaba si lega alla storia di Tiziana, ed è così. La fiaba narra di una donna che viene gettata in mare dal padre perché aveva fatto qualcosa che l’uomo non aveva gradito, i pesci divorarono la sua carne e divenne una donna scheletro. Un giorno un pescatore gettò la sua lenza e questa si impigliò tra le costole della donna scheletro. Pensando di aver pescato un grosso pesce l’uomo tirò la lenza con tutte le sue forze ma quando vide lo scheletro emergere dalle acque si spaventò talmente tanto che getto un urlo e tentò di scappare ma la lenza gli si impiglio tra le gambe strascinando con sé la donna scheletro. Raggiunto il suo igloo l’uomo si ritrovò con la donna scheletro. Preso da un sentimento di tenerezza cominciò a liberare lo scheletro dalla lenza. Da quel gesto di cura ne seguì un’altro dove il pescatore accortosi che lo scheletro aveva freddo lo avvolse con pelle d’orso. Il pescatore si addormentò e quando cominciò a sognare gli uscì una lacrima. La donna scheletro quando vide quella lacrima sentì di avere sete e bevve finché la sua sete non fu placata. Poi prese il cuore dell’uomo e come un tamburo cominciò a picchiare sui due lati del cuore e cominciò a cantare. Il canto per il suo corpo di donna. La fiaba si conclude con la donna stretta nelle braccia del pescatore. A racconto concluso la reazione di Tiziana è di assoluto silenzio. Dopo qualche minuto Alberto sente dall’altro capo dei singulti, Tiziana sta piangendo. La fiaba ha toccato corde scoperte.
Trovo che il gesto di “cura” di Nicolino che è il progetto di Fiabe al Telefono sia un “balsamo per lo spirito”. Non è forse questo lo scopo della narrazione?
Non solo Tiziana, mi vengono in mente: Stefano, la storia de I due gemelli; Marina, e la storia de La pupattola; Emiliano, e la storia di Pelle di Foca; Mattia e la storia di Piedi d’oro.
Ognuno di loro viene investito dallo stile della Saladino. Il collage si unisce alla grafite nelle illustrazioni dell’artista per creare delle tavole dal fondo bianco in cui emergono i protagonisti delle storie. Monica Saladino crea tavole delicate in cui illustra il momento dello svolgimento della narrazione.
Tutte queste storie, di chi ascolta e le fiabe a loro legate, la storia dell’autore con le sue osservazioni alla finestra, si legano ad un “filo emotivo”, come enunciato nella prefazione a cura della Bigatto, che giunge fino al lettore il quale non può che unirsi. Unirsi alla storia, alle fiabe passate e presenti, alle persone e ai personaggi. Filo emotivo perché esso lega tutti per emozioni, sensazioni e ricordi che tutti noi abbiamo vissuto.
Questo libro illustrato ci trasmette l’importanza del cammino, dell’attesa e della liberazione.
Fiabe al telefono
Diario di un narratore nei giorni del lockdown
Autore: Alberto Nicolino Illustratrice: Monica Saladino Età consigliata: dai 14 anni in sù; adulti Casa editrice: Scatole Parlanti Editore
Cari lettori vi segnaliamo questo splendido contributo dell'autore, Alberto Nicolino, dal titolo Pandemia: Sguardi fiabeschi sul presente. Le fiabe e il tempo dell’attesa, pubblicato dalla rivista Per amore del mondo della comunità femminile Diotima.
Cliccate sul taso per leggere Pandemia: Sguardi fiabeschi sul presente. Le fiabe e il tempo dell’attesa di Alberto Nicolino
Comments