LIFELONG LEARNING
- clara sorce
- 1 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
di Lorena Intravaia
Il lifelong learning (LLL), detto anche apprendimento permanente, è un processo di istruzione e formazione che il singolo individuo, in base alle sue esigenze di vita, attua per ottenere la propria realizzazione nel lavoro e in società o più semplicemente, sottolinea l’importanza e il significato dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, che viene di conseguenza distinto dall’educazione in ambito scolastico.
Il lifelong learning è un concetto attuale, formalizzato solo nella seconda metà del’900, grazie alle attività dell’Unesco, che lo introduce come principio guida per il rinnovamento dell’istruzione. L’obiettivo del lifelong learning è senz’altro quello di rendere ogni individuo capace di assumere il controllo della propria vita e delle proprie decisioni, collocandolo al centro dei diversi contesti formativo-educativi.

John Howard Falk e Lynn Diane Dierking, due ricercatori che si sono distinti in quest’ambito, non sono stati i primi a parlare di lifelong learning, ma con i loro studi scientifici ne hanno costruito un modello che si basa sui contesti e le condizioni che influenzano il processo di apprendimento.
Secondo i loro studi, quest’ultimo, può essere influenzato da diversi fattori, quali per esempio: gli interessi, la preconoscenza, la motivazione, le aspettative o l’esperienza pregressa
(Sani, Trombini, 2013).
I programmi legati al lifelong learning devono necessariamente coinvolgere e riconoscere le diverse istituzioni culturali, come le biblioteche o i musei, come luoghi ideali per sostenere e accrescere l’apprendimento al di fuori del contesto scolastico.
L’aspetto relazionale ed educativo dei musei, dei centri artistici e delle gallerie d’arte si sposa perfettamente con l’essenza del lifelong learning.
L’esempio del museo è il più esplicativo tra tutti essendo sede privilegiata dell’apprendimento, attraverso approcci didattici comunicativi, originali e sperimentali, dei quali ormai in anni recenti si avvale, esso innesca riflessioni e permette a tutti i cittadini di meditare sulla propria memoria collettiva, per la costruzione di un’identità e per un adattamento generale alle esigenze della società.
Il passaggio al lifelong learning e, dunque, lo stesso ruolo del museo, possono assumere varie forme e diversi orientamenti, difatti, in ogni società deve essere prodotta una scelta fondamentale riguardo ai possibili inclinamenti del lifelong learning. Oggi il Museo si apre a più contesti e può operare validamente, come ha fatto dagli anni’90 ad oggi, a supporto delle attività svolte nelle scuole fornendo, in più, una serie di esperienze, di stimoli che possono facilitare la comprensione di alcuni concetti e permettono di apprendere in maniera più significativa.

Attraverso visite libere o organizzate alle collezioni generali o alle mostre tematiche, i musei possono offrire ai visitatori l’opportunità di venire in contatto direttamente con oggetti sconosciuti, suscitando in essi delle domande che inevitabilmente portano alla ricerca di nuove risposte. Utilizzando programmi idonei, oggi i musei, si cimentano in nuove attività, quali l’offerta di corsi di lingue locali, laboratori per bambini e adulti, programmi per persone in prepensionamento, corsi di formazione metodologica e di restauro del patrimonio culturale locale. Spesso, grazie a queste esperienze “informali”, gli utenti possono avvicinarsi ulteriormente al museo e alla cultura, decidendo di cimentarsi e partecipare a sempre nuovi programmi didattici.
Tutti questi metodi possono essere facilmente applicati a visitatori adulti e bambini, attraverso attività ben strutturate in base alle loro esigenze, ma vi è una grande differenza tra adulti e bambini che apprendono: i bambini e i giovani vanno a scuola o all’università perché devono; è invece più probabile che un adulto viva un’esperienza di apprendimento perché è interessato o perché ha bisogno di imparare qualcosa in funzione della sua professione, della sua vita familiare, etc.
Spesso accade che, agli occhi di coloro che considerano i musei come luoghi inaccessibili, l’atmosfera può apparire eccessivamente formale e intimidatoria, per questo motivo bisogna che i musei lavorino sulla qualità e l’offerta di programmi educativi dedicati a tutte le fasce.
In conclusione, i musei sono ormai parte di un contesto culturale e di intrattenimento molto vasto, regolato da consumatori esigenti che non si accontentano più, ma ricercano delle vere e proprie esperienze di significato. Essi, non possono esimersi da una così grande responsabilità nei confronti dei loro fruitori, poiché sono al servizio della società e del suo sviluppo e hanno il compito di educare attivamente e di coinvolgere il pubblico in tutti i modi a loro possibili.
Bibliografia
M. Sani, Trombini A. ( a cura di), La qualità nella pratica educativa al museo, Editrice compositori, Bologna
2003
Istat, ESSnet -CULTURE European Statistical System Network on Culture FINAL REPORT, 2012
M. Sani, Il pubblico degli adulti: nuova frontiera dell’educazione al museo”, , Istituto per i Beni artistici culturali e naturali”, Servizio Musei e Beni Culturali, Regione Emilia-Romagna, Bologna.
Learning in the Museum, London; New York: Routledge, 1998; “Museum Education”, in S. MacDonald (ed.), A Companion to Museum Studies, Oxford: Blackwell Publishing, 2006, Chapter 20) e Eileen Hooper-Greenhill (Greenhill (Ed.), The Educational Role of the Museum, London; New York: Routledge, 1992.
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