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Museo come esperienza estetica

Aggiornamento: 7 lug 2024

di Clara Sorce








Esiste un rapporto fra la pedagogia e l'estetica? L'arte coi suoi linguaggi, coi suoi materiali possono costituire l'oggetto dell'esperienza educativa? Che ruolo hanno i musei nell'educazione di bambini e bambine? Può il Museo adempiere a un'educazione estetica? Tali quesiti mettono a fuoco una questione importante quella della didattica dell'arte e di come le istituzioni che si occupano di educazione formale e non si debbano orientale ad essa. Marco Dallari in un suo contributo dal titolo L'arte per bambini, contenuto in Educare all'Arte a cura di Cristina Francucci e Paola Vassalli, sottolinea come l'arte con i suoli linguaggi, con i suoi materiali debba essere il "pretesto" per attivare un rapporto fra la pedagogia e l'estetica. Ma cosa si intende per educazione estetico-artistica? Dallari da una risposta chiara a tale quesito:

Parlare di educazione estetico-artistica significa [...] accorgersi di come non si tratti di mettere in piedi un'attività ogni tanto, o di attivare un laboratorio a lato di altre attività ispirate a un altro modo di intendere l'educazione e la conoscenza, ma l'impostazione estetico-artistica, una volta scelta, permea tutta l'attività educativa, diviene stile metodologico dell'educare.

(Francucci, Vassalli, 2007).




Giunti a queste prime preliminari linee su che cosa si basi l'educazione estetica dobbiamo adesso porci un quesito di fondo, che unisca e percorra tale legame: che cosa si intende per estetica? Alexander Gottlieb Baumgarten coniò il termine aesthetica dalla radice greca aisth e dal verbo aisthanomai che significa 'rapportarsi a qualcosa attraverso i sensi'. Quando compiamo un'esperienza estetica questa porta con sé un "trauma", uno shock legato allo stupore, alla vertigine e al rischio che accomunano tutte l'esperienze legate alla sfera emozionale e sentimentale. L'estetica studia tali processi della psiche legati alla sfera della sensibilità e delle emozioni guardando con interesse alle cose sensibili e a tutti i fenomeni che tendono al "sentire" e che provocano emozioni e sensazioni. Cosa si intende per sensibilità? Come si alimenta la sensibilità di cui ciascuno di noi è dotato? La sensibilità deve essere alimentata da apparati simbolici, un costante processo di alfabetizzazione

Con questo termine mi riferisco alla capacità di ciascuno di partecipare, il più attivamente e criticamente possibile, ai processi culturali tipici della comunità d'appartenenza: voglio dire cioè che per emozionarmi davanti a un'opera d'arte, [...], non posso certo affidarmi all'intuizione, o all'ingenua chimera della "spontaneità": devo, come presupposto e requisito necessario, conoscere i codici attraverso i quali quelle opere sono state formulate

(Francucci, Vassalli, 2007).



Dallari per conoscenza si riferisce alla capacità, semplice, di decifrare i "linguaggi" ma soprattutto al processo di "familiarità", sufficiente, con quelle "cose sensibili" tanto da potersi emozionare. Quando ci ritroviamo dinanzi un'opera d'arte l'approccio estetico ha bisogno di un livello di conoscenza e di alfabetizzazione al fine di giungere allo stato di choc enunciato precedentemente. La comprensione estetica che Dallari illustra ha un significato chiaro, ossia «con-prendere: prendere dentro di sé, non solo nella mente, ma anche nel cuore» (Francucci, Vassalli, 2007). Per giungere a tale rivelazione bisogna avere il "costume" di guardare l'arte accettandone suggestioni e provocazioni senza farsi intimorire dalle sue "stravaganze" o dai suoi "silenzi". Bisogna avere coraggio. Coraggio ad affrontare l'esperienza estetica, fatta di corpi e non di conoscenze astratte o di classificazione erudita.


Secondo Luciano Anceschi il compito dell'estetica è quello di sovrapporsi e coincidere con il compito della pedagogia. Pertanto per perseguire quanto enunciato dall'Anceschi occorre innanzitutto premurarsi di far conoscere e far approcciare i bambini alle pratiche dell'arte.

«Non si dovrebbe, cioè, insegnare chi sono gli artisti e cosa fanno, ma cercare di immettere nei processi intellettuali, immaginativi e creativi dei giovanissimi idee, paradigmi, metafore e simboli desunti dall'esperienza artistica» (Francucci, Vassalli, 2007).


In un mondo sempre più affollato di immagini, di informazioni i bambini vengono bombardati da un flusso continuo e costante di materiale visivo e audiovisivo per cui come possono i bambini/e attivare un pensiero critico sulle immagini visive? Qui entrano in gioco i musei, luoghi che conservano e custodiscono il sapere ma non solo essi permettono a bambini e bambine di attivare pensieri critici, comportamenti attivi attraverso modelli di riferimento culturali capaci di andare oltre le categorie dello stereotipo.


L'opera d'arte diviene così materiale didattico prezioso e insostituibile per sensibilizzare, alfabetizzare, costruire l'immaginario.

(Francucci, Vassalli, 2007).


Un egregio esempio è la Galleria d'Arte Moderna, MAMbo, di Bologna che da anni ha avviato un articolato progetto didattico finalizzato alla divulgazione dell'arte contemporanea mediante un approccio stimolante e formativo studiato al fine di far avvicinare diverse fasce di pubblico. La metodologia applicata dal Dipartimento Didattico si fonda sul considerare l'arte quale strumento didattico fondamentale nei processi educativi. Qui l'arte non è intesa solo come "testo" da conoscere e apprendere ma come "pretesto" per acquisire senso critico e apertura.


Giunti fin qui possiamo ben comprende cosa intendeva Marco Dallari su perché le opere non sono «testi sui quali attivare meccanismi di comprensione, spiegazione e conoscenza, ma piuttosto pretesti per attivare processi mentali, culturali e produttivi suggeriti e indotti dalla familiarità acquisita con il lavoro degli artisti» (Francucci, Vassalli, 2007). L'arte e le opere divengono così materiale fertile per la didattica col quale si possono attivare laboratori, discussioni, riflessioni, giochi e ricerche. Tutte azioni che trovano nei musei un solido terreno. Sempre più in tempi recenti i musei hanno aperto le loro porte attivando processi che si contaminano tra l'interno e l'esterno delle loro sale in cui si attivano giochi, laboratori, ricerche, e molto altro, al fine di aiutare giovani e adulti a "vedere" il mondo, progettandolo e costruendolo con occhi e menti critiche, curiose e creative grazie all'esperienza e all'incontro con l'arte. Il 18 maggio si celebra la giornata mondiale dei musei e il migliore augurio lo si può ritrovare nelle parole di Marco Dallari:


Familiarizzare i bambini con l'arte significa quindi contrastare questa sovraesposizione indiscriminata nella direzione della qualità e dell'intensità, cercando di fornir loro materiali intellettuali e modalità di osservazione e interpretazione del mondo presi in prestito dall'arte, ma utilizzabili ben oltre il campo d'arte stessa

(Francucci, Vassalli, 2007).


 

Bibliografia

C. Francucci, P. Vassalli, Educare all'Arte, Electa, Milano 2007.

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