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Shuma Tragliabissi

Aggiornamento: 1 nov 2022

di Clara Sorce





Shuma lu pesciumano, dalla fine accuminciamu. Shuma tra gli abissi, Shuma tra li pisci.


Nel profondo buio della notte si sentono delle voci. Tutte pronunciano una sola parola: Bloblìo, ossia oddio. Questa, se pronunciata con intonazioni differenti indica o esprime sentimenti di varia natura. In un mare in tempesta, o forse in una notte buia e spaventosa qualcuno grida quell’affermazione. Sono momenti concitati. Un picciriddu affunna’nta lu mari, un ci sù vrazza ca lu ponnu sarvari. Quel “picciriddu” è Shuma.

Shuma Tragliabissi di Dario Muratore con le illustrazioni di Eva Christine Schenck, edito da Torri del Vento, ci narra la storia di un bambino dai folti capelli ricci e dalla pelle scura che giunge nel fondo del mare. Non sa come sia giunto fino a lì ma ha una certezza, insieme a lui c’è la sua pagella, frammento di una vita passata, frammento di memoria. Il bambino si guarda intorno, tutto è luminoso ma il sole non c’è. Non c’è aria ma respira, crede di essere solo o forse no?



Ad osservarlo c’è un polpo, un granchio, un cavalluccio marino, sono gli abitanti del SottoSotto. Quei tre piccoli abitanti del SottoSotto daranno un nome al bambino e diverranno per lui la sua famiglia.

La storia di Shuma non è soltanto ricca di citazioni, alla tradizione fabulistica Siciliana, Muratore attinge anche alla lingua tradizionale del territorio siculo. Shuma si rispecchia in Colapesce.


Dario Muratore non mette solo in luce la tradizione dell’Isola ma anche la sua tragica storia contemporanea fatta di una cronaca dolorosa.

La storia di Shuma è ispirata da un fatto di cronaca, come lo fu per Delcroaux per la sua celebre opera La zattera della Medusa. Quella di Muratore è una fiaba “nera” in cui un bambino, che avrà quattordici anni, non ha nessun nome. Lui ha indosso una giacca sulla quale è cucita una pagella, frammento di speranza, di quello che è stato il passato e di quello che sperava sarebbe stato il suo futuro. Quel bambino è uno dei tanti che sprofondò nella feroce e fredda morsa del Mediterraneo. Veniva dal Mali, la morte lo colse il 18 aprile del 2015, insieme ad altre 58 persone.

Oddio:


In certi contesti può essere ripetuta due volte:
Oddio, oddio, c’è un buco nello scafo! Oddio, oddio, è caduto in mare!
Può servire per indicare dispiacere:
Oddio, proprio tuo figlio! Oddio, proprio mio figlio! Oddio, quanto mi dispiace bambino mio!

Dario Muratore da voce a quei bambini che cadono in mare, come stelle. Quella di Shuma è la storia di rivalsa e di lotta contro le prepotenze di chi si sente forte perché appartenente ad una cerchia di prepotenti. Shuma ha il coraggio di affrontarli e accompagnato dai suoi amici, la sua famiglia, riuscirà nella sua impresa. Si tratta di un lungo percorso verso il SopraSpra, allegoria delle rotte dei mari. Un viaggio alla ricerca del proprio destino tra i fondali del Mar Mediterraneo.


Shuma Tragliabissi vuole restituire dignità a un essere umano morto in quel funesto 18 aprile del 2015. Un anno dopo quella tragedia il relitto del peschereccio fu innalzato e al Laboratorio di anatomopatologia forense venne incaricato di provare a riconoscere le vittime e dare loro un nome. Nell’operazione furono ritrovati passaporti, documenti, sacchetti di terra natia, fotografie, numeri di telefono, biglietti d’amore e una pagella scolastica. Tre anni ancora dopo, la professoressa Cristina Cattaneo, il medico legale che dirige il Labanof e che aveva guidato quella straordinaria operazione di identificazione, raccontava di aver ritrovato, cucita nella parte interna della giacca di un ragazzo di 14 anni originario del Mali, un “bullettin scolaire”, una pagella con ottimi voti. Dario Muratore da un nome a quel bambino dalla bullettin scolaire con ottimi voti. Dona non solo al bambino ma a tutti una scintilla, la scintilla del ricordo.

Voglio concludere questa recensione raccontandovi ciò che ho provato una volta che ho letto la storia di Shuma.


Quando ho concluso la lettura sono stata in silenzio, ho voluto tenere inizialmente per me le sensazioni che ho provato perché questa storia toglie il fiato. Non si può che rimanere in silenzio di fronte ad un testo così bello ma soprattutto riflessivo. Un libro ricco di citazioni colte ma innanzitutto riflessivo su una storia ahimè triste ed attuale che non può rimanere taciuta. Shuma ci insegna a non rimanere inerti ma ad agire per il bene comunitario.


 

Shuma Tragliabissi


Autore: Dario Muratore

Illustratrice: Eva Christine Schenck

Casa Editrice: Torri del Vento

Età consigliata: dagli otto anni in su


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