Di Clara Sorce
Un libro non è soltanto un oggetto editoriale con le sue specifiche caratteristiche morfologiche, funzionali e sintattiche, che concorrono alla creazione di una complessa forma poetica, è anche un percorso sensoriale dove ogni singolo senso viene interpellato. Quando veniamo a contatto con un libro la prima cosa che facciamo è attivare la vista. Siamo attratti dai colori, dalle immagini e dalle scritte; siamo talmente rapiti da esso che dobbiamo raggiungerlo, afferrarlo sviluppando il senso del tatto che ci fa scoprire la ruvidezza o una superficie liscia. Sentiamo l'odore della carta, che ci invita insieme alla vista ad entrare nel libro, ecco che si sviluppa l'udito. Sentiamo la melodia armoniosa della carta, ritorna ad attivarsi anche il tatto, nel toccare le pagine sentiamo la sua ruvidità, la pesantezza della carta... ed è così che entriamo nel paese delle meraviglie. Manca ancora qualcosa però, il sesto senso che ci permette di entrare dentro quel meraviglioso mondo. Delle immagini prendono vita nella mente, si muovono da una pagina all'altra è una volta conclusa la storia quei scenari, i personaggi, tutto ciò che abbiamo immaginato continua dentro di noi, lasciandoci quella sensazione di benessere, di miglioramento che solo un libro può fare. Queste sensazioni li conosce bene la piccola protagonista dell'albo Chiamatemi Sandokan! Di Fabian Negrin, Salani Editore.
L'albo narra di una bambina che passa le vacanze a casa della nonna, per caso trova alcuni libri in un armadio, appartenuti al padre. Questi vecchi libri narrano la storia di Sandokan e la bambina li divora in poco tempo. Una domenica passa a trovarla il suo cuginetto Aldo, e lei lo invita a giocare "a Sandokan". Ma il piccolo non ha la ben che minima idea di chi sia la tigre del Momprecem. La bambina inizia a raccontare al cuginetto la storia di Sandokan, capo dei pirati della Malesia che vive in un'isola dal nome Momprecem. Egli lotta contro gli inglesi che hanno sterminato la sua famiglia. Il lettore si trova in una situazione iniziale in cui la bambina trova i libri e il conseguenziale racconto delle avventure di Sandokan al cugino in uno spazio temporale che appartiene alla realtà, e per esso il Negrin utilizza uno stile realista disegnato, con delle tavole bicromatiche. Quando la bambina racconta al cugino del legame tra Sandokan e Yanez chiede al cugino di interpretarli:
possiamo essere Sandokan e Yanez.
Il cugino non capisce così la piccola gli legge un brano dal libro. Voltando pagina lo spettatore è abbagliato da una scena molto realistica. Qui l'illustratore utilizza lo stile realista pittorico per descrivere il mondo della fantasia, dove la scena appare tutta a colori, la realtà è ben definita da chiari scuri. Il lettore prova stupore e meraviglia quando dalla scena dei due cugini che parlano uno di fronte all'altro voltando pagina ritrovano nella stessa posizione non i due piccoli ma bensì Sandokan con il fedele Yanez.
Il colpo di scena è potentissimo, Fabian Negrin porta tutta l'attenzione su questo salto stilistico. Da una parte questo escamotage concentra l'attenzione sul cambio di stile, dall'altra ci sta dicendo che i due bambini sono diventati i personaggi di un romanzo d'avventura. Non sono loro, ma sono "allo stesso posto", proprio come quando ci si immedesima nel protagonista di un romanzo. Ed è proprio questo contrasto che ci sorprende ogni volta che voltiamo pagina per scoprire voracemente cosa succederà dopo. Dopo questo colpo di scena si ritorna alla realtà della casa dei bambini e al tratto semplice del carboncino, fino a quando i due mondi iniziano a mescolarsi, e nella casa dei due bambini entrano i pirati. Si gira pagina, di nuovo si ritorna alla realtà a carboncino, e senza intrusioni esterne. Il ritmo con cui la realtà della fantasia entra in scena, poi retrocede, poi avanza di nuovo, è prorompente e ricorda la foga dei bambini che saltando e correndo e mimando si calano a poco a poco nel gioco.
Il gioco è l'unica realtà totale, dove fantasia e realtà si fondono creando un nuovo livello di realtà. Dopo qualche pagina di va e vieni della fantasia, i due bambini si ritrovano risucchiati dentro il mondo di Sandokan:
Sandokan, girando la testa verso di noi, ha urlato:
“Orsù, Aldo! Alla barra!” “Dice a me?” ha chiesto mio cugino. “Certo che dice a te, ti ha chiamato per nome” gli ho risposto.
Ma Aldo confuso dalla barra interrompe il gioco e d' improvviso si ritorno al mondo reale dentro la vasca da bagno con un turbante intesta, il gioco riprende e i piccolo sono nuovamente nel mondo si Sandokan per prendere parte all'arrembaggio. L'avventura continua fino a giungere alla dea Kalì. Ma improvvisamente i piccoli udirono la voce della nonna che li stava chiamando dalla finestra, il gioco si interrompe, ma l'avventura li ha segnati profondamente tanto che Aldo dichiarerà:
Chiamatemi Sandokan!.
Un bellissimo omaggio a Emilio Salgari, con un albo che invita i piccoli e grandi lettori a scoprire e riscoprire il piacere della lettura e perdersi in quel meraviglioso mondo che solo la lettura crea.
Chiamatemi Sandokan!
Autore: Fabian Negrin
Editore: Salani Editore
Età di lettura: dai sei anni in su
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