Giochi di luce
- clara sorce
- 18 ott 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
di Clara Sorce
Improvvisamente il linguaggio e l’invisibilità mi resero evidenti i loro stretti legami di parentela nel costruire un senso del mondo, nel tracciare un documento comune, negoziato, condiviso, co-costruito, e se oggi mi trovo a scrivere di immagini narrative è perché esse mi appaiono prima di tutto creature sottratte all’invisibile, la cui visibilità, fragile, miracolosa eppure intenzionale, è dovuta, all’alchimia fra la pazienza degli artisti e la capacità iconica degli osservatori.
Queste parole contenute in Meraviglie mute. Silent book e letteratura per l’infanzia di Marcella Terrusi colgono pienamente lo spirito di un albo che nel 2015 vinse il Bologna Ragazzi Award, si tratta dell’albo silenzioso Giochi di luce di Lizi Boyd edito da Terre di Mezzo editore.

L’albo della Boyd narra di un “invisibile” che è strettamente legato alla dimensione infantile.
Un invisibile che porta stupore e meraviglia al fine della costruzione di senso del mondo.
Come fa un bambino a coprire l’invisibile? Come fare? Forse molti penseranno che bisogna aguzzare la vista, in verità bisogna, al contrario, “aprire gli occhi” su ciò che non è visibile a occhio nudo per scoprire un sotto-mondo portatore di sorprese che stimolano i sensi affinandoli.
Ciò di cui parlo è un elemento che da sempre affascina ma al contempo intimorisce i bambini: il buio. Giochi di luce è un inno al buio e a ciò che è invisibile. Il buio luogo dell’invisibile, della sottrazione e della sospensione viene scoperto da un bambino attraverso il gioco della torcia, fonte di luce, che svela e rivela le meraviglie del mondo.
Come si è detto sopra, l’invisibile aiuta a sviluppare i sensi mettendoli tutti sullo stesso piano senza mettere in un piedistallo il senso considerato principale, ossia la vista. Questo accade perché l’invisibile, ossia il buio, mette nelle condizioni sia a bambini che adulti di affinare gli altri sensi e ciò si coglie perfettamente nell’albo della Boyd che invita i piccoli lettori ad entrare nel vivo del racconto con una narrazione attiva. Siamo tutti il piccolo bambino protagonista che uscito dalla sua tenda comincia il suo viaggio attraverso i sensi con spirito ludico.
Scopriamolo attraverso una piccola narrazione:
Buio, tutto scuro … una tenda. Nel silenzio della notte si sente l’apertura di una cerniera, è quella di una tenda. Un flebile bagliore, tutto è invisibile, piccoli piedi nudi camminano in un tappeto scricchiolanti foglie. Il terreno è umido sotto i piedi nudi.
Il bagliore proviene da una torcia.
Il triangolino luminoso illumina una porzione di superficie boscosa, si intravedono dei stivali gialli, un bambino li calza … comincia l’avventura.
Il piccolo si inoltra nel buio, con lui una torcia, le sue piccole mani la stringono. Solleva verso il cielo il fascio di luce ed ecco che il piccolo di meraviglia alla vesta di un gruppo di pipistrelli.
La luna illumina la via e il piccolo continua il suo cammino.
La luce gli consente di vedere e conoscere ciò che è invisibile agli occhi … ecco un gufo! Silenzio, il gufo vola via, sente nella notte gli abitanti del bosco.
I suoni. Il piccolo ode lo scorrere di un ruscello, ne segue la melodia fino a giungere a riva. Lì la luce investe un castoro, un riccio, dei pesci. Continua il suo cammino fino a trovare delle fragole. Che buon sapore.
Continua il suo cammino il nostro piccolo ma oh! È inciampato ora la torcia l’hanno presa delle puzzole, comincia il gioco! Gli animali gli illuminano il viso, gli stivali, la manica del maglione.
Al gioco si unisco altri abitanti del bosco. Ecco che ad allumarci tutti c’è il gufo.
Con i suoi nuovi amici torna felice alla tenda. Entra dentro, a fargli compagnia i topolini.
Giochi di luce è un silent book giocato tutto sull’invisibilità contrapposta al visibile che si veste di meraviglia. Le tavole nere sono caratterizzate da illustrazioni lineari, costruite da linee pulite, di colore bianco con piccoli e sapienti interventi di cartotecnica con fustelle, frammenti di scoperta, che invitano a osservare dettagli che si completano al giro della pagina. Le tavole si caratterizzano da pochi tocchi di colore rilegati al fascio di luce che il bambino illumina.
L’autrice giunse al concepimento di Giochi di luce grazie a Zuli e Olive, i suoi cani.
Una notte questi fuggirono. Era una notte buia, senza bagliori lunari e l’autrice munita di torcia li andò a cercare. Quella ricerca si tramutò in materia creativa. Durante la ricerca l’autrice sentì dei rumori e accese la torcia. Il bagliore della luce fece tornare i colori ma non solo, rese visibile fili d’erba aggrovigliati, mele cadute al suolo, gli occhi degli animali. In quel preciso momento ella pensò che quello che stava vivendo era un “libro”.
Come disse l’artista tedesco Paul Klee: «Non rendere il visibile, ma rendere visibile», la Boyd con il suo albo “rende visibile” ciò che agli occhi è celato.
Grazie a quell’esperienza è stato possibile concepire un albo che stupisce e che rende visivamente la meraviglia del non visibile agli occhi.
Giochi di luce ci trasmette la bellezza e il fascino del buio. Ci invita ad immergerci nell’ignoto, nella sospensione per guardare con spirito della meraviglia.
Curiosità sulle modalità di lettura
Come ogni silent book il lettore può divertirsi col gioco della narrazione. L’albo si presta molto a letture animate. Possiamo raccontare la storia per esempio all’esterno di sera muniti di torcia per vivere pienamente la storia o attraverso un percorso sensoriale diventando così anche azione laboratoriale.
Giochi di luce
Autrice: Lizi Boyd Casa editrice: Terredimezzo Età consigliata: dai cinque anni in su
Comments