Il Barone Rampante
- clara sorce
- 23 ago 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
di Clara Sorce
Una vita tra gli alberi senza mai mettere piede a terra neanche negli ultimi istanti di vita. Questa è la vita che scelse di condurre Cosimo Piovasco di Rondò il 15 giugno del 1767. Quel giorno Cosimo sedeva in tavola con la sua famiglia ma quell’ordinarietà fu spezzata dalla ribellione di quest’ultimo nel non mangiare le lumache, con la conseguenza di crearsi un mondo tutto suo, con le sue leggi e la propria indipendenza, un mondo che travalica la legge “terrena” in favore di un modo di vivere che vede la comunione tra essere e natura. Cosimo il 15 giugno del 1767 decise di vivere sugli alberi e di non scendere mai più a terra, che sia stato un capriccio? Un atto di ribellione agli adulti e alle convenzioni sociali? Ciò non ci è dato saperlo ai germogli del capolavoro di Italo Calvino Il Barone Rampante.
Il Barone Rampante appartiene alla trilogia dei I nostri antenati a cui appartengono anche i romanzi Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente, i tre romanzi furono concepiti da Calvino nei primi anni cinquanta, la matrice che li accomuna è la materia fantastica e utopica, la loro forma attinge alle fiabe ma i temi sono attuali, un ritratto puntuale della contemporaneità dello scrittore, che rintracciamo nelle opere realistiche, che si fonde con la fantasia, l’immaginazione tipica del tessuto fabulistico. Lo sfondo delle vicende narrate attinge ad eventi storici rielaborati al di fuori di ogni verosimiglianza storica, nel caso del Barone Rampante la vicenda si apre con la conclusione della Guerra di Secessione per entrare nel pieno periodo dei lumi e della Rivoluzione Francese. Cosimo, come per i tre protagonisti della trilogia dei Nostri Antenati, affronta sorprendenti e movimentante avventure, dai piccoli ladruncoli di frutta al temuto bandito Gian dei Brughi tenendo il lettore incollato alle pagine.
In occasione del centenario dalla nascita dello scrittore Il romanzo di Calvino prende vita in una nuova veste, un graphic novel edito da Mondadori firmato dalla matita di Sara Colaone.

La Colaone restituisce ai lettori un romanzo a fumetti unico, un’edizione curata in cui testo e immagine danzano in una sinergia sorprendente. Lo sguardo dell’autrice investe l’opera di Calvino restituendoci tavole dal segno fluido in continuo divenire. Le tinte calde dai toni bruni e verdi immergono il lettore nel mondo di Cosimo, un mondo naturale in cui il ragazzo che pian piano si fa uomo protegge e custodisce. Ciò che più mi ha colpito delle tavole della Colaone sono le tinte giustapposte che ricordano le opere degli artisti Impressionisti a cui si lega un segno marcato e deciso. L’autrice compie un egregio lavoro col testo di Calvino rielaborando in modo che il contenuto sia ben espresso attraverso una sapiente coesione tra testo originale e immagine.
Parola scritta e immagine si completano a vicenda, dove una racconta e l’altra sta in silenzio, un’armonia che esalta il romanzo di Calvino.
Ma compiamo un passo indietro e toniamo al principio della vicenda narrata. A raccontare la storia di Cosimo, primogenito del Barone di Rondò, è il fratello minore Biagio.
Da pochi mesi Cosimo aveva compiuto dodici anni e a lui e a Biagio era stato concesso di desinare con il resto della famiglia. Il graphic novel comincia già dal frontespizio in cui troviamo dei piccoli riquadri di dettagli che immergono fin da subito il lettore nel romanzo, nella villa d’Ombrosa, in basso l’incipit che da generazioni e generazioni ha scandito la lettura di bambini e adulti:
Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi.
Voltiamo pagina e ritroviamo in primo piano Cosimo con il volto risoluto, ormai aveva preso la sua decisione, ossia quella di non sottostare più alle convenzioni sociali. Così la sua “stravaganza” o “disubbidienza”, come sarà vista dai suoi familiari si rivelerà una forte e determinata volontà che il giovane perseguirà per tutta la vita. Cosimo con quell’atto di ribellione si libera dalle catene, che la società, la cultura, la politica ci impongono. Cosimo si libera da quelle catene mentali, quelle imposte dalle convenzioni, dai costumi dalle abitudini come quel desinare a mezzogiorno per la vecchia tradizione, nonostante la moda venuta dalla corte di Francia di andare a desinare a metà del pomeriggio. Cosimo al contrario dei suoi genitori si libera con quell’atto di ribellione ritornando ad essere un uomo libero quale era nell’atto della sua nascita, loro invece rimangono ancorati a quelle convenzioni sociali. Memorabile è il ritratto del Barone Arminio Piovasco di Rondò e della Generalessa Corradina di Rondò. Il primo ossessionato dalle genealogie la seconda dalle battaglie tanto che ne replicava le mappature o i cannoni nell’arte del ricamo.
Qui Sara Colaone anche se in alcuni casi “depura” il testo originale per adattarsi ai balloon, ne completa il significato attraverso i disegni come nelle tavole dedicate alle descrizioni dei genitori di Cosimo dove l’artista illustra il Barone di Rondò pensieroso circondato da stemmi araldici delle famiglie nobili, ella da forma ai pensieri del Barone ma non solo, ne fa un ritratto puntuale del suo carattere e del suo aspetto che Calvino aveva ben descritto tracciandone, come in un ritratto, dei contorni decisi e definiti. La Colaone realizza dei ritratti fisiognomici dei personaggi puntuali come nel caso della sorella dei due ragazzi: Battista.
L’unica che si trovasse a suo agio era Battista, la monaca di casa, che scarnificava pollastri con un accanimento minuzioso, fibra per fibra, con certi coltellini appuntiti che aveva solo lei, specie di lancette da chirurgo. Il Barone, che pure avrebbe dovuto portarcela ad esempio, non osava guardarla, perché con quei occhi stralunati sotto le ali della cuffia inamidata, i denti stretti in quella sua gialla faccina da topo, faceva paura anche a lui.
Nel cameo a lei dedicato vediamo una Battista il cui viso giallognolo con delle sfumature violacee è incorniciato da una cuffia inamidata da suora, ma ciò che più salta all’occhio, è il viso da topo della giovane, con tanto di baffi, che ha un che di tetro. I camei che l’autrice dedica a ogni componente della famiglia di Cosimo sono straordinari non solo come si è detto prima per l’accuratezza fisiognomica ma anche per gli aspetti psicologici.
La narrazione segue il filo dei capitoli dove si assiste allo sviluppo della crescita del Barone Rampante. Lo vediamo da giovane adolescente appassionato a tutto ciò che accade nel mondo, le nuove tendenze filosofiche e letterarie del tempo a maturo Barone che si preoccupa dei suoi possedimenti ma soprattuto della gente che ci vive. Non mancano le avventure che tolgono il fiato, come quando sventò un attacco dei pirati o quando salvò il bosco, e ancora il brigante appassionato di letteratura Gian dei Brughi e la Rivoluzione Francese.
Leggendo Il Barone Rampante mi riaffiora alla mente Rousseau in particolare al suo pensiero legato allo stato di natura ossia quello stato di autenticità ideale verso cui è possibile tendere poiché è la vera radice del nostro essere. Cosimo liberatosi dalle “catene” sociali e convenzionali ritrova questo stato partendo da sé, rispecchiandosi nel mondo naturale.
Il Barone Rampante attraverso la visione di Simona Colaone vibra, fluisce, muta segni che risaltano la stravaganza delle situazioni e dei personaggi senza tradire l’eleganza della scrittura, anzi, ne esalta l’umorismo e l’ironia delle trovate paradossali degli eventi narrati. Un graphic novel quello del Barone Rampante che coinvolge i suoi lettori che si lasciano affascinare dalle vicende di Cosimo egregiamente illustrate da Simona Colaone.
Il Barone Rampante
Autore: Italo Calvino Disegnatrice ed autrice: Sara Colaone
Casa Editrice: Mondadori Età consigliata: dai tredici anni in su
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