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Il mostro di Mary

Aggiornamento: 2 lug 2024

Come Mary Shelley ha creato Frankenstein



di Clara Sorce





Era una cupa notte di novembre quando vidi il coronamento delle mie fatiche. Con un’ansia che assomigliava all’angoscia, raccolsi attorno a me gli strumenti atti a infondere la scintilla della vita nell’essere inanimato che giaceva ai miei piedi.


Queste sono le parole che Mary Shelley scrisse per descrivere il momento in cui Victor Frankenstein infuse la scintilla della vita in quel corpo che egli stesso creò. Un corpo inanimato, perfetto, perché capace di oltrepassare i limiti umani, nella sua creazione è rappresentato il superamento della natura.


Ciò che conosciamo è il nome di quel mostro, Frankenstein, conosciamo la sua mostruosità ma ciò che non conosciamo è la genesi di questo fortunato romanzo, un romanzo che anticipa nei tempi il genere fantascientifico.

Qual è la genesi del romanzo cult che ha sedotto milioni di lettori nel corso dei secoli e delle generazioni? Cosa rende Frankenstein un cult della letteratura? Com’è penetrato nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza?


Victor è lo specchio della sua autrice, Mary, che come egli in una fredda, buia e tempestosa notte concepì la sua creatura, la sua opera: Frankenstein, il moderno Prometeo.

Un albo ne ripercorre la genesi in un linguaggio fatto di chiari e scuri, di ombre vitree come fantasmi e di incubi che fanno tremare di paura. Si tratta del fortunato albo Il Mostro di Mary. Come Mary Shelly ha creato Frankenstein di Lynn Fulton e Felicita Sala, Premio Andersen 2020 come miglior illustratrice, edito da Splen Edizioni.



Fin dalla copertina la Sala restituisce ai lettori il cuore della narrazione. Tutti noi conosciamo gli autori e i capolavori nati dalle loro celebri penne ma spesso ignoriamo la loro genesi. La Fulton ci racconta proprio il concepimento del noto libro dell’autrice inglese che da secoli e generazioni ha sedotto bambini, adulti e artisti. Un “dietro le quinte” che ripercorre non solo l’accadimento del concepimento del romanzo ma anche le ispirazioni e tutto ciò che colpì l’immaginario di Mary al fine di creare il suo capolavoro.

Felicita Sala in linea con il testo non svela mai del tutto la Creatura nelle sue tavole. Ne intravediamo solo alcuni scorci di figura, posti sapientemente, in un gioco di rimandi tra incubo e realtà. Siamo dentro gli incubi di Mary o stiamo vivendo il momento della creazione? Questo non c’è dato saperlo. Siamo inquieti come la donna, sentiamo pulsare il nostro cuore. Chiudiamo gli occhi di fronte all’orrore fino a quando non vediamo una scura figura che scosta la tenda ….


Rabbrividiamo con Mary. Che cosa vuole questa scura figura dalla pelle verdastra e gli occhi vitrei, gialli e sporgenti? Ecco che torna la realtà. Era solo un sogno, no Mary aveva trovato la sua storia. Mary in quella notte buia e tempestosa aveva trovato la sua voce.

Nel romanzo si notano due attitudini del tempo, infatti, da un lato Mary chiaramente simpatizza per il mostro ma è spaventata dalle conseguenze delle sue azioni. Si nota quindi la tensione tra la paura della rivoluzione e l’interesse nelle idee rivoluzionarie. Due attitudini che caratterizzarono gli intellettuali inglesi negli anni tra il 1789 e il 1832.


Anche l’influenza di Percy Bysshe Shelley è importante, lui e Mary erano interessati nella scienza e in particolar modo nella chimica, in quel tempo, quando scrisse Frankenstein lei era consapevole delle ultime teorie scientifiche e degli esperimenti scientifici, delle teorie sull’evoluzionismo ed elettricità. Il protagonista di Frankenstein è infatti il primo esempio dei temi della scienza e della responsabilità che questa porta. Infatti Frankenstein prova a creare un essere umano attraverso l’uso di elettricità e chimica senza alcun rispetto per le regole della natura.


Tali aspetti vengo rappresentati iconograficamente dal segno della Sala. L’illustratrice ricrea un’atmosfera misteriosa, cupa, che permette al lettore di calarsi nel mondo di Mary. Un mondo fatto di fantasmi, di morte, ansie, solitudine, un mondo cupo.

Il libro fu dato alle stampe nel 1818, furono stampate appena cinquecento copie. Mary aveva poco più che vent’anni e alle spalle aveva una tormentata storia d’amore col poeta Percy Bysshe Shelley.


Victor e il Mostro non sono che il riflesso della loro creatrice. Il Mostro, nonostante le ripugnanti azioni che compie è in cerca d’amore, d’affetto e di protezione, sentimenti che Mary stessa provava quando concepì il testo in occasione di una sfida lanciata da Lord Byron sulla stesura di un racconto di fantasmi. La Fulton pone l’accento proprio sui tasselli che hanno portato l’autrice al concepimento partendo proprio dal soggiorno presso il lago di Ginevra. L’attrice raccoglie tutti i personaggi storici in un singolo alloggio, Villa Diodati, di proprietà di Lord Byron. Come un moderno Decameron, Il Mostro di Mary. Come Mary Shelly ha creato Frankenstein raggruppa un numero di individui che chiusi in casa per via della tempesta per noia si sfidano in un gioco di storytelling.

Ciò che è interessante sottolineare è l’inserimento della madre di Mary, la signora Wollstonecraft.


Figlia di di una filosofa femminista Mary Wollstonecraft, e un anarchico e filosofo William Godwin. La casa Godwin era popolata da molti dei famosi scrittori del tempo come i poeti romantici Samuel Taylor Coleridge e Percy Bysshe Shelley.

Ciò che sottolinea la Fulton è il ruolo sociale che ha avuto la madre di Mary, la Wollstonecraft, una delle prime donne che scrisse e lottò per la parità di genere e il ruolo della donna. La sua morte e la sua battaglia influenzarono la figlia, ma non solo, il clima culturale nel quale era cresciuta è stato incisivo per la Shelley tanto che il suo Mostro è una creatura pensante capace di parlare e perfino di leggere.


L’albo delle due attrici ripercorre il senso autentico del libro della Shelley. La Fulton e la Sala ci restituisco un quadro lontano dagli stereotipi Hollywoodiani, in cui il mostro è caratterizzato dal testone quadrato, la pelle verde e le viti sul collo. Loro riportano alla luce il messaggio originario di Mary, ossia che odio e pregiudizi possono trasformare le creature in brutali assassini.


Mary come Victor hanno voluto non solo creare qualcosa di “nuovo” ma soprattutto hanno concepito un essere che vivrà per sempre, forse per l’eterna lotta insita nel mostro: la lotta dell’uomo contro i limiti che la natura gli ha imposto, e probabilmente, la lotta più dura fra tutte, quella verso se stessi e la propria natura.



 

Il mostro di Mary

Come Mary Shelley ha creato Frankenstein


Scrittrice: Lynn Fulton

Illustratrice: Felicita Sala

Casa editrice: Splen Edizioni

Età consigliata: dai otto anni in su


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