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Il segreto della maternità

Aggiornamento: 7 lug 2024

di Calara Sorce










Cosa evoca nella mente la parola incarnazione? Molte conoscenze culturali, religiose e scientifiche, possono essere associate a questa parola. Ciò che dobbiamo chiederci è piuttosto, che cosa significhi questo termine. Alla voce incarnazione, sull'Enciclopedia Treccani, leggiamo che:

1. In genere, l'atto per cui un essere spirituale, per lo più divino, assume corpo fisico. 2. Rappresentazione viva ed evidente di un concetto nell'arte: i. dell'idea in un'immagine plastica.

( Enciclopedia Trecani 22/04/2021)

Maria Montessori in Il segreto dell'infanzia nel VI capitolo, L'Embrione Spirituale, sull'incarnazione scrisse:


La parola incarnazione evoca la figura del neonato considerandola come uno spirito che si è racchiuso nella carne, per venire a vivere al mondo. Questo concetto è contemplato nel Cristianesimo tra i misteri più venerabili della religione, quello in cui lo stesso spirito divino s'incarna.

(Montessori, 2013)

La scienziata in Il segreto dell'infanzia delinea l'intero percorso del bambino verso il risveglio della sua coscienza, partendo da questa prima considerazione per giungere, infine, alla considerazione scientifica "sull'essere nuovo", ovvero un essere venuto dal nulla. Esso è «uno sviluppo di tessuti e di organi, che compongono un tutto vivente» (Montessori, 2013). Un corpo complesso venuto dal nulla porta con sé non solo il mistero della sua venuta ma un altro mistero, quello della maternità. La maternità rappresenta un vero mistero per la madre, o per chi ne fa le veci. Hanno timore, in loro insorgono incertezze sul quel piccolo embrione che verrà al mondo. Un mistero che porta con se un sentimento forte, si amerà incondizionatamente. L'incognita che si sviluppa nel momento dell'incarnazione rimarrà per tutta la vita: come crescerà? Come si relazionerà con gli altri?


Leonardo Da Vinci, Studi di embriologia, 1510. Londra,  Collezione Windsor.
Leonardo Da Vinci, Studi di embriologia, 1510. Londra, Collezione Windsor.

Il mistero è allora l'intera vita umana che trova la summa forse proprio nel rapporto madre figlio, in una continua scoperta.

Tale mistero da secoli ha affascinato artisti, scienziati, filosofi, medici tanto da portare il poliedrico Leonardo Da Vinci a compiere studi sulla "vita", ossia i noti studi anatomici dell'artista compiuti nei primi decenni del Cinquecento nei suoi soggiorni milanesi e romani. Tra questi particolarmente interessanti sono le indagini condotte dall'artista tra il 1511 e il 1516. In quegli anni Leonardo manifesta il suo interesse per gli studi sul cuore, organo della vita, che mantiene la vita nel corpo, a questi egli affianca studi sull'embriologia, lo studio di come si genera la vita.


Con Leonardo in qualche modo le due vite iniziano a coincidere, i cuori battono all'unisono. Già in epoca precedente erano presenti manuali di ostetricia in cui venivano illustrate varie possibili posizioni del feto nell'utero. Leonardo rivoluziona il tema illustrativo con immagini di straordinaria efficacia. Ma l'innovazione leonardesca non sta tanto nell'illustrazione quanto sull'attenzione che l'artista e scienziato pone sul rapporto tra la madre e il feto nel corso della gestazione. Le due vite si incrociano, si sviluppano parallelamente e si alimentano. Si tratta di studi sulla placenta, ossia l'organo che media gli scambi tra i due esseri.

Secoli avanti Maria Montessori dirà che:


Il bambino che si incarna è un embrione spirituale che deve vivere a spese dell'ambiente, ma come l'embrione fisico ha bisogno di un ambiente speciale quale è il seno materno, così questo embrione spirituale ha bisogno di essere protetto da un ambiente esterno animato, caldo d'amore, ricco di nutrimento: dove tutto è fatto per accogliere e niente per ostacolare.

(Montessori, 2013)


La Montessori invita l'adulto a comprendere questa realtà volgendo la loro attitudine verso il bambino. «La figura del bambino, embrione spirituale che si sta incarnando, ci scuote, ci impone nuove responsabilità» (Montessori, 2013). La Montessori pone l'accento su uno scambio. Scambio fra l'embrione spirituale e l'ambiente, un'attività primordiale, operativa, analoga alla «funzione di quella vescichetta che nell'embrione fisico rappresenta il cuore, e che assicura lo sviluppo e la nutrizione di tutte le parti del corpo dell'embrione, in quanto si alimenta attraverso i vasi sanguigni della madre, suo ambiente vitale» (Montessori, 2013).

La madre ambiente vivo volto alla protezione e allo sviluppo della vita.


Anni a dietro la ricerca di Leonardo Da Vinci oltre ad avere una base scientifica aveva un fondamento filosofico. Egli si pose quesiti sul rapporto tra l'anima materna e l'anima fetale, dell'infante [1]. Gli studi embrionali sono legati alla vicenda biografica dell'artista. Egli visse senza la presenza della madre fino a quando il padre, ser Piero, non si sposò con la benestante fiorentina Albiera di Giovanni Amori. La donna non poteva generare figli propri. Accudì il giovane Leonardo con amorevoli cure materne fino al giorno in cui ella morì. Alla donna ne susseguirono altre tre che ne fecero le veci materne. Per l'artista la maternità e il legame tra la madre e il suo bambino rimarrà un grande mistero da indagare. Figlie di tale mistero sono due opere: il Cartone di Sant'Anna, 1501 - 1505, e Sant'Anna, la Madonna e il Bambino con l'agnello, 1510 - 1513.


Gillo Dorfles osserva che nel Cartone di Sant'Anna la «composizione è risolta creando un legame stretto fra le figure, vincolate da morbide linee e da reciproci sguardi affettuosi» (Dorfles, Buganza, Stoppa, 2013). Una dimensione d'affetto che crea un'atmosfera d'empatia con lo spettatore, «come se l'aspetto lieto delle madri e dei fanciulli che giocano arrivasse senza filtri a chi guarda la scena» (Dorfles, Buganza, Stoppa, 2013). La piena sintonia sentimentale emergerà nell'opera Sant'Anna, la Madonna e il Bambino con l'agnello in cui la Madonna e Sant'Anna sembrano appartenere ad un unico corpo, una possibile allusione alla doppia madre dell'artista? Certamente Leonardo con la sua arte ci svela due aspetti del mistero della maternità con la madre che genera e la madre che cura.


La maternità va celebrata nel suo infinito mistero, è prendersi cura, un rifugio, un compagno di viaggio, un consigliere, una guida. Maria Montessori in Il segreto dell'infanzia scrive del grande segreto che porta con sé il bambino. Un segreto che il bambino porta con sé dalla sua incarnazione, ossia nel momento in cui viene generato a quello in cui verrà al mondo. Nel momento in cui si affaccia al mondo il bambino ha bisogno di cure. La cura di cui parla la Montessori è la primainfanzia ma non abbiamo bisogno di cure per tutta l'arco della nostra vita? L'archetipo di madre, e tutte le figure che ricoprono tale ruolo, accorrono fin dai primi istanti del bambino che con la sua voce, il pianto forte e deciso, ci chiede protezione e cure.


La maternità è come un oggetto fatto a mano, un oggetto creativo. Un lavoro lento e lungo, esso non si manifesta esternamente immediatamente ma il suo lavoro comincia dall'interno. Un enigma che solo l'infante con la madre possono risolvere. La madre come l'artista conserva l'intimità della trasformazione, prima di approcciarsi al mondo. La maternità forse è il mistero più grande e bello dell'intera esistenza umana, perché con sé questo segreto porta una grande certezza, l'amore. L'amore nel suo significato più alto, puro. Veniamo al mondo e in qualche modo apparteniamo a qualcuno, veniamo amati e amiamo. Quell'enigma che la madre porta con sé entra dentro ogni figlio, attraverso insegnamenti, amore, cure, protezione.


 

Note

[1] Il tema dell'origine dell'anima era una questione delicata negli anni dieci del Cinquecento in quanto coinvolgeva la questione della natura divina o materiale. Alcuni filosofi naturali, come Pietro Pompanazzi, si erano spinti "oltre" in questo campo proprio come Leonardo sul quale pendeva in quegli anni un'accusa di calunnie giunte al papa sulle dissezioni che stava compiendo in quel periodo. In quel periodo era in corso un concilio nel quale la Chiesa decretò solennemente che i filosofi naturali non solo devono esimersi dal toccare temi come l'origine e la natura dell'anima, ma inoltre veniva chiesto loro di far conciliare le loro indagini con la verità di fede, se non fosse stato così l'accusa era di eresia.


 

Bibliografia

G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa, Storia dell'Arte dal Quattrocento al Settecento, Atlas, Bergamo 2013.

M. Montessori, Il segreto dell'Infanzia, Garzanti Editore, Milano 2013.

C. Pedretti, D. Laurenza, P. Salvi, Leonardo L'anatomia, Art Dossier n°207, Giunti Editore.


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