di Clara Sorce
Vociare, risa, calpestio di migliaia di piedi. Suoni forti, acuti, flebili ridotti a sussurri.
Visi allegri, altri tristi e altri ancora “perfidi” come a volte sa essere, purtroppo, l’adolescenza.
Lo sfondo di questo quadro impressionista è una scuola, ma badate bene non si tratta di un quadro ricco di colori giustapposti ma una raffigurazione composta da un solo colore, da una sola sfumatura: il grigio.
Il mondo di Helene è grigio. Ella appartiene ma allo stesso tempo non appartiene a quel quadro impressionista perché lei soffre uno dei mali peggiori che esistano al mondo, la solitudine.
La ragazza vorrebbe nascondersi da tutto e da tutti, dalle angherie dei bulli, dagli specchi, dai vestiti. L’unica ancora di salvezza è un libro.
Jane, la volpe & io di Fanny Britt e Isabelle Arsenault, edito da Mondadori, è un romanzo grafico che narra di un’adolescente che non ama il suo corpo e che è presa di mira dai bulli della scuola che non le rendono la vita facile.
Bersaglio di insulti e scherzi brutali Helene non riesce a vivere in un mondo a colori e pensare che quelle stesse ragazze che ora la prendono in giro e scrivono brutalità tra le mura dei bagni erano prima solite accompagnarsi alla piccola.
Prima, con Genevieve e Anne-Julie, Con Sarah e Chloe, la cosa che più ci piaceva erano i vestiti di crinoline
Sognavano gonne vaporose in crinoline come quelle delle copertine vintage di Time Life.
Ora quella sensazione di benessere è sparita c’è solo un nero pensiero che la tormenta: il peso.
Helene ormai è sola da un pezzo anche quando prende l’autobus le sue amiche di un tempo, quelle delle gonne di crinoline, non ci sono più.
È già da un pezzo che prendo l’autobus da sola, da ben prima di Helene pesa sessantadue chili.
Ella è convita di essere in sovrappeso considerandosi alla stregua di una grossa salsiccia.
Convinzione nutrita dalle mal dicerie di quelle che un tempo erano sue amiche. Quelle stesse ragazzine che ora ammoniscono tutti a non parlare con Helene perché non ha più amiche.
L’unico rifugio per la ragazza è solo lontano trascendendo lo spazio che la circonda. Un tempo che sviluppa il sesto senso e nutra la nostra immaginazione, il tempo della lettura.
Qui la Arsenault compie un egregio salto dal mondo reale, il presente grigio, a quello del rifugio. Le tinte si illuminano, si fanno prillanti non siamo più in città ma in campagna nell’Inghilterra Vittoriana perché lo specchio di Helene è Jane. Jane Eyre di Charlotte Brontë.
Le autrici scavano nel profondo del mondo adolescenziale restituendoci un romanzo costruito sapientemente. Un mondo in cui le esperienze diventano più dolorose, non ci si sente né bambini né ragazzi, e, trovare la forza di essere se stessi è sempre più difficile perché in realtà spesso non si sa esattamente chi si è. Helene per sopravvive a ciò crea una realtà altra per “sopravvivere” in quella realtà grigia che le fa paura. La brughiera dove si articola la vicenda di Jane diventa per la ragazzina il mondo delle cose possibili dove anche chi apparentemente sembra non riuscire a riemergere dall’oscuro abisso della solitudine ce la fa riscattandosi.
Helene si fa forza pensando a Jane, sopportando così gli insulti, le prese in giro e i giorni del campus scolastico. Sopporta tutto, perfino una forchetta infilzata sul posteriore, perfino la prova costume fino a quanto un manto arancio, luminoso, incomberà in quel grigiore portando con sé una nuova nota di colore: la vita vera. L’incontro tra Helene e la volpe sarà l’inizio della vita vera.
L’incontro tra due esseri, che vengono cacciate, si intreccia nello sguardo complice della curiosità.
Quello sarà un inizio per Helene della vita. La volpe e i suoi colori riempiono le ultime due pagine in cui ormai Helene cammina a testa alta, non fa più finta di leggere e non fa più finta di vivere la vita di Jane, vive e basta, lei rassicurata da chi le ha dato, inaspettatamente, amicizia e fiducia.
Jane, la volpe & io
Autrice: Fanny Britt
Illustratrice: Isabelle Arsenault
Casa editrice: Mondadori
Età consigliata: dagli undici anni in su
Comments