di Clara Sorce
Avete mai osservato un bambino di 18 mesi? Questi è attivo, infaticabile, curioso ma sopratutto comincia a pronunciare le prime parole, cammina, inizia a esplorare il mondo. Impara, conosce e pensa. Fa “suo” il mondo, come lo fa? Con le parole.
I bambini di questi mesi parlano con olofrasi, ossia un linguaggio fatto da frasi composte da poche parole. A noi adulti sembra che proprio in quel periodo sbocci in lui il pensiero, «ma in realtà è il frutto di una maturazione in cui azione, affettività e conoscenza sono strettamente connesse e costituiscono i rami di un unico processo». (A. Dal Gobbo, pag. 72)
Il bambino quindi comunica, ossia mette in comune, e rende partecipi della realtà interiore ed esteriore e per farlo usa il linguaggio. «Pronunciare le parole e costruire le frasi richiede la consapevolezza del loro significato, cioè del senso che le parole contengono». (A. Dal Gobbo, pag. 72)
Pensiero e linguaggio volano in parallelo. Senza il linguaggio il pensiero non potrebbe essere comunicato. Ma come si elabora il pensiero? Attraverso l’esperienza. L’essere umano utilizza mappe, schemi, processi mentali di tipo innato. Mappe e schemi «che “servono” per organizzare le informazioni che ricava dall’ambiente, un “mettere in ordine” alla massa dei dati che i sensi forniscono. Per far ciò si costruiscono categorie».
«La categorizzazione è un fenomeno cognitivo che permette di organizzare gli oggetti e gli eventi; consiste nel raggruppare le cose che “stanno insieme” separandole dalle altre. […]. Le categorie permettono di organizzare dati percettivi (come quelli sul colore e sul sapore, o sulle forme, o sugli schemi temporali), di acquisire il lessico (definendo le caratteristiche delle parole), di elaborare giudizi di similarità». (A. Dal Gobbo, pag. 73)
Al fine di aiutare i bambini nella suddivisione in categorie ci sono degli albi definiti concept book, noti come non fiction, che si occupano di fornire ai piccoli informazioni sugli eventi e le cose del mondo. Per la giusta fruizione queste informazioni sono organizzate secondo un principio di raggruppamento chiaro e immediatamente riconoscibile, un principio logico. Si tratta degli albi appartenenti alla categoria non fiction ossia quegli albi che descrivono il mondo, non lo narrano. I concept book costituiscono un genere che non contiene una narrazione al contrario contiene forme, muneri, collocazione spaziale, lo scorrere del tempo. In questi albi le figure rivestono un ruolo chiarificatore. Sono loro a rendere evidente il criterio in base al quale si struttura la categoria. Tra questi albi, spesso silenziosi, figurano quelli concepiti dalla coppia Iela ed Enzo Mari. Giunti in Italia nel 1966-67 grazie all’impresa editoriale di Rosellina Archinto la Emme Edizioni, oggi Babalibri Editore con la guida di Francesca figlia di Rosellina, gli albi della coppia portano una ventata di innovazione nella categoria dei concept book. L’anno scorso vi abbiamo parlato di due albi della coppia Mari, L’albero e La mela e la farfalla, in queste righe vi presentiamo L’uovo e la gallina.
Come in ogni albo della coppia ciò che salta subito all’occhio è il sapiente impiego del linguaggio del designer. Campiture piatte e linee compongono, con un sapiente gioco, la figura di una gallina che deposita un uovo. Il racconto è legato, come molti degli albi della coppia, alla ciclicità della natura, alla sua delicata evoluzione trasformativa.
Non appena apriamo l’albo troviamo una gallina intenta a staccarsi il morbido piumaggio per creare le giuste condizioni per depositare un uovo, difatti troviamo alla tavola successiva l’uovo che delicatamente si va a depositare sulla “culla” appena creata. Da questo momento non vediamo più interamente la gallina ma solo piccoli dettagli perché grande protagonista è l’uovo.
All’evoluzione dell’embrione si alternano pagine bianche e nere. Nelle pagine bianche osserviamo cosa accade all’esterno dell’uovo, ossia la gallina che cova, nelle pagine nere al contrario osserviamo cosa accade all’interno di esso ossia l’evoluzione dell’embrione. Una trasformazione che i piccoli osservano con meraviglia. Sotto i loro occhi si sviluppa una vita e loro possono cogliere la straordinarietà dell’attesa e successivamente della ciclicità della vita perché poco dopo le tavole si fanno nuovamente tutte bianche il pulcino è uscito dal suo guscio. Con lui percorriamo la sua crescita fino a divenire una gallina pronta per deporre il suo uovo. L’ordinario che si fa straordinario. Ciclicità, crescita e trasformazione sono le cifre che caratterizzano gli albi della coppia Mari. Quest’albo, come i titoli sopra citati, propongono ai bambini un racconto della natura e del mondo che si va a collegare al loro vissuto, alla sua diretta esperienza.
Per concludere voglio citarvi ciò che Angela Dal Gobbo scrive in Quando i grandi leggono ai bambini in merito ai concept book
I concept book, e in generale I testi non fiction, rappresentano la modalità più accattivante e insieme più innovativa per consentire ai bambini di scoprire la bellezza del mondo e per sollevare lo sguardo sull’ampiezza delle conoscenze dispensate nei libri; sono progettati e realizzati con una gamma così ampia e straordinaria di innovazioni tecniche e contenutistiche che sembra impossibile non appassionarsi al mondo del sapere.
L'uovo e la gallina
Autori: Iela ed Enzo Mari
Casa editrice: Babalibri
Età consigliata: dai diciotto mesi in su
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