di Clara Sorce
Gli alberi sono i nostri polmoni, le nostre radici, i nostri rifugi. Anche se inerti ci dispensano amore e affetto. Silenziosi testimoni del tempo. Come dei nonni ci raccontano storie, eventi che hanno vissuto e visto passare nello scorrere del tempo, stagione dopo stagione. Questi silenziosi giganti accompagno l’uomo fin dall’infanzia. Essi permettono ai piccoli d’ogni epoca di poter soddisfare la propria curiosità, gli interessi, la propria spontaneità, suscitando un senso di appartenenza e di partecipazione collettiva. Gli alberi però non sono silenziosi e i bambini lo sanno bene perché attraverso il linguaggio della natura ci raccontano da sempre il passaggio delle stagioni. Un ciclo in cui molte cose accadono, alcune delle quali non sono visibili ad occhio nudo perché sono visibili solo a quello della natura, altre invece lo sono e permettono di stupirci ed entrare in comunione con essa.
C’è un albo illustrato che racchiude tutto ciò, si tratta de L’Albero di Lela Mari, Emme edizioni, oggi edito da Babalibri. L’albo è un silence book in cui viene narrato lo scorrere lento e naturale del tempo attraverso le stagioni. Protagonista della vicenda un grande e silenzioso albero. La Mari attraverso il linguaggio iconico, in cui traspare una qualità estetica raffinata, ci introduce in un ambiente dai toni freddi dove in un sfondo tortora si staglia un grosso albero. Il tronco è predominante sulla pagina destra dell’albo con rami che si irradiano fino a una piccola porzione della parte sinistra. La scena sarà sempre la stessa per tutte le fasi del racconto, ciò che muta è la vita. Piano piano assistiamo al suo fiorire fino al suo massimo splendore ma piano piano essa sfiorisce fino a giungere al punto di partenza. Voltando pagina vediamo che nella scena avvengono piccoli e significativi mutamenti. L’albero si staglia su un cielo grigio, un cielo di ghiaccio.
Vediamo le radici il terreno sottostante e un piccolo ghiro in letargo. La vita però comincia a risvegliarsi e voltando pagina troviamo il piccolo ghiro che ci guarda invitandoci a scoprire lo straordinario. Proseguendo vediamo che i toni mutano, i toni freddi fanno posto a una nuance cromatica verde. La vita si è risvegliata, rigenerata. Da questo momento in poi non vediamo più le radici dell’albo nel terreno al loro posto fa la sua comparsa un rigoroso prato verde, il ghiro esce dalla sua tana gli uccelli costruiscono tra i rami un nido, la vita che nasce. L’albero diventa sempre più rigoglioso, carico di frutti. Le tinte si fanno piatte e sature.
I piccoli abitanti del nido si affacciano alla vita guidati dallo scandire della leggi naturali fino a quando una volta pronti lasciano il nido. In quel momento le tinte della scena si fanno brune. La criniera dell’albo si tinge di arancio fino al bordeaux. Le foglie sono pronte a cadere dai rami e il piccolo ghiro a tornare nella sua tana sotto terra. I toni ritornano freddi, tutto tace …
Il racconto di questo delicato albo è l’omaggio di Piccoli gnomi a Enzo e Iela Mari, due grandi interpreti della cultura, dell’arte e del design scomparsi lo scorso mese. Enzo e Iela come molti altri grandi autori del’900 hanno donato ai piccoli lettori un grande patrimonio, opere innovative cariche di quel bagaglio innovativo che ha caratterizzato il loro tempo. I loro albi ci hanno donato la bellezza che i piccoli d’ogni generazione hanno ben saputo cogliere.
L'Albero
Autore: Iela Mari
Casa editrice: Babalibri
Età di lettura: dai tre anni in sù
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