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La mela di Magritte

Aggiornamento: 5 ago

di Clara Sorce






È nel 1924 che René Magritte crea il suo primo quadro. Esso rappresenta una finestra vista da un interno. Davanti alla finestra, una mano sembra voler afferrare un uccello che vola. Alcuni richiami a ricerche anteriori figurano ancora in questo quadro, certe parti “trattate plasticamente”, secondo un linguaggio ormai trascurato


Scriveva così nel 1954 René Magritte di se stesso, in terza persona. Queste righe che Magritte scrisse nel lontano 1954 indicavano il concepimento da parte dell’artista del quadro La finestra, del 1925, opera da considerarsi come primo dipinto surrealista. Questo aneddoto sulla biografia dell’artista mi riporta con la mente ad un albo il cui inizio parte proprio da un René che non riesce a dipingere nulla, nonostante il suo più grande desiderio sia quello di diventare un artista, fino a quando non sogna di essere un pittore. Per la collana MoMA della casa editrice Fatatrac è l’albo La mela di Magritte di Klaas Verplancke.


La Mela di Magritte

Con uno stile onirico, che ben armonizza testo e immagine, Klaas ci porta nel mondo di René un pittore che non riusciva a dipingere e per questo non riusciva a dormire.

Come nella citazione sopra citata il nostro Magritte una volta sceso dal letto si trovava dinnanzi ad una tela vuota, ma che a sua volta era analoga alla sua finestra.


La sua tela era vuota, ma la sua testa era piena. Piena di idee su oggetti e parole. Ma dove cominciare?

Dai sogni. Così René sogno di essere un pittore …


… un pittore di mele. Sogno di essere un pittore di cappelli. Un pittore di melecappelli …

Da questo momento in poi della narrazione assistiamo non solo con le parole ma anche attraverso le immagini al processo poetico dell’artista. Una trasformazione visiva, di parole e immagini, che si rifà ad alte citazioni culturali: da Giorgio de Chirico ai fumetti di Nick Carter. Un artista che prima di tutto è un uomo del suo tempo, avido lettore di gialli illustrati e assiduo frequentatore di sale cinematografiche. Nel mondo onirico della Verplancke il nostro René riesce a realizzare il suo sogno, può dipingere ciò che desidera. Così le foglie sono labbra, le scarpe sono piedi, citazione all’opera Il modello rosso del 1935. Ricordiamo che Magritte è stato l’artefice dell’opera Il tradimento delle immagini, del 1929, opera in cui non esiste un rapporto diretto tra un oggetto e il mezzo linguistico che lo rappresenta.

Le tavole che l’autore concepisce sono puntuali citazioni delle opere dell’artista a partire dal protagonista stesso, rappresentato con l’iconica bombetta riferimento puntuale alle opere dell’artista che spesso riprende tale figura nei suoi quadri, celebre l’opera Golconde del 1953. Ciò che più ho apprezzato del testo della Mela di Magritte è quanto segue:


Gli piaceva entrarci e uscire

Da storica dell’arte ho apprezzato ciò perché riassume in modo chiaro la poetica dell’artista ai giovani lettori che con immediatezza comprendono il linguaggio stilistico e poeico di René Magritte. Ad avvalorare tale concetto sono le tavole che come detto sopra non sono soltanto dei puntuali riferimenti alle opere dell’artista, ma anche un linguaggio onirico, che sottolinea quanto il sogno, la fantascienza, il fumetto e il cinema abbiano caratterizzato l’operato del maestro. L’albo è concepito con un equilibrio di tavole silenti e tavole canoniche per permette al lettore di entrare e sostare nei sogni di Magritte perché lui


Dipingeva l’impossibile perché fosse possibile. Dipingeva lo straordinario perché fosse ordinario.

La Mela di Magritte è stata anche una mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2018 a cura di Fatatrac e Laboratorio d’arte in cui sono state esposte le tavole originali dell’albo nello Spazio Fontana. La mostra, oltre agli schizzi e alle tavole originali, presentava ai piccoli e grandi fruitori un allestimento ironico e divertente che ha coinvolto attivamente tutti i pubblici in un gioco di accostamenti inconsueti in cui realtà e rappresentazione, sotto e sopra, dentro e fuori convivono ricreando quei cortocircuiti visivi per cui l’artista belga è così famoso. La Mela di Magritte invita i lettori di tutte le età a osservare il mondo che li circonda con uno sguardo libero, per apprezzare come anche gli oggetti più comuni possano assumere un'insospettata identità e rivelare qualcosa di nuovo.


 

La mela di Magritte

Autore: Klaas Verplancke

Casa editrice: Fatatrac Età consigliata: dai 8 anni in su

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