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Ai tempi di Degas

Aggiornamento: 7 lug

di Clara Sorce







L’albo illustrato è uno strabiliante prodotto editoriale. Per la sua creazione nascono collaborazioni proficue dalle quali sbocciano albi dalla bellezza strabiliante che raccontano fondamenti storici e culturali in un linguaggio poetico e artistico. Così l’arte figurativa, con la storia dei suoi protagonisti, entra in un mondo unico, quello dell’iconotesto. Quello che vi racconterò non è soltanto la recensione di un albo illustrato ma di una collaborazione, fertile, tra la casa editrice Fatatrac e il grande museo newyorkese Museum of Modern Art di New York, MoMA. Dopo i primi successi di Il giardino di Matisse e La piccola Charlotte filmmaker la casa editrice Fatatrac negli anni avvenire continua la sua collaborazione col Museum of Modern Art di New York, MoMA, e nel 2016 pubblicano un albo dai toni caldi e autunnali, delicato e moderno: Ai Tempi di Degas.


Ai tempi di Degas

L’albo nasce in occasione della mostra Edgar Degas: A Strange New Beauty al The Museum of Modern Art, MoMA, di New York. In occasione della mostra furono esposte le incisioni che l’artista cominciò a produrre a partire dal 1870. Comprendente circa centoventi monotipo con sessanta dipinti correlati, vennero inoltre esposti disegni, pastelli, bozzetti e stampe, che mostrano la visione di Degas della Parigi moderna, catturando lo spirito della vita urbana. L’albo nasce dal sodalizio tra la curatrice del museo americano, Samantha Friedman, autrice del testo, e l’illustratrice Cristina Pieropan.


Samantha Friedman, è stata curatrice delle mostre: Henri Matisse: The Cut-Outs, 2015, da cui nacque l’albo Il giardino di Matisse; Van Gogh, Dalí and Beyond: The World Reimagined, 2013, e molte altre prestigiose esposizioni. Oltre a essere l’autrice degli albi citati, ha scritto diversi saggi per i cataloghi del MoMA. L’illustratrice Cristina Pieropan lavora come illustratrice e creativa free-lance. Ha pubblicato oltre una ventina di albi illustrati. La tecnica di lavoro che ella privilegia è la calcografia, l’acquaforte, l’acquatinta, la ceramolle e linoleumgrafia che infine colora con la tecnica dell’acquerello, che rende le tavole delicate e raffinate. L’albo Ai tempi di Degas ci riporta nella Parigi del 1860 e come Degas siamo spettatori di ciò che sta accadendo in quel periodo nella capitale Francese. Dalla finestra del suo studio in rue Victor Massé l’artista osserva le persone lungo i nuovi ampi viali e i nuovi edifici di vetro e ferro. Degas inizialmente attratto dai temi della tradizione raffiguranti il passato si rese conto che ciò


che stava accadendo fuori dalla sua finestra era molto più interessante. Voleva trovare un modo per catturare la bellezza di quell’attimo.

Negli anni Sessanta dell’800 si venne a sviluppare la corrente del realismo, movimento storico, nelle arti figurative e nella letteratura. La sua formulazione coerente e organica si ebbe in Francia. Il movimento realista «intendeva dare del mondo reale una rappresentazione fedele, oggettiva, e imparziale, fondata sulla meticolosa osservazione della vita contemporanea» (Nochlin, 2003). L’artista scende in strada per osservare da vicino la gente ed esplorare la città, egli si definiva un realista, perché basava la propria opera sull’osservazione diretta della quotidianità. Nei taccuini di Edgar Degas oltre ad essere presenti schizzi figurativi erano presenti anche delle annotazioni in cui manifestò costantemente la sua passione per l’osservazione diretta e concreata della vita quotidiana. Linda Nochlin in Il realismo nella pittura europea del XIX secolo riporta una delle annotazioni dell’artista in cui scrisse:


Fare ogni sorta di oggetti usati … corsetti appena tolti … serie sugli strumenti e sugli esecutori … per esempio, il gonfiare e l’incavare le gote dei fagotti, degli oboi, ecc … I forni, il pane: serie sui fornai al lavoro, visti direttamente nei sotterranei o della strada attraverso le finestre d’aerazione … Nessuno ha mai fatto case o monumenti dal basso, da sotto in su, da vicino, come si vedono passando per le strade

(Nochlin, 2003).


Per l’artista l’interesse per la tecnica del disegno o per i grandi maestri del passato non entra in conflitto con l’interesse per il presente, e consequenzialmente con l’elaborazione di un sistema di notazione adeguato ad esso. L’albo Ai Tempi di Degas ci racconta tutto ciò con un registro intimo. Le tavole ariose e delicate, dai toni pastello si aprono sulla città, con Degas che osserva le persone dal tram, notando che per via della velocità i volti dei passeggeri appaiono sfocati, simbolo del cambiamento della vita in movimento, attraverso l’inserimento dell’opera Homme et fammi, en buste, 1877-80.


I realisti colgono il movimento sempre “in atto”, così com’è percepito in una visione istantanea. Nell’arte anteriore all’Ottocento, il tempo non era mai stato sentito come un istante isolato, aveva sempre implicito un tempo precedente e un tempo futuro. Nell’arte classica il trascorrere del tempo appare condensato e stabilizzato per mezzo di una sintesi cinetica. Degas nelle sue opere non intende rendere un tempo “ideale” al contrario si focalizza nella rappresentazione di un istante concreto, di un fatto percepito isolatamente nel tempo. «Il tempo non è più, come nell’arte tradizionale, il mezzo nel quale il significato si dispiega, ma è sentito come una “sospensione”del significato» (Nochlin, 2003).

Il movimento espresso in questa tavola dell’albo è il racconto del frammento temporale come unità di base dell’esperienza percepita e dell’identificazione della realtà col fatto concreto, la Friedman la esprimerà con tali parole:


Dal finestrino del tram in viaggio, i volti dei passanti apparivano soffocati. Degas si rendeva conto che la vita moderna era vita in movimento.

Il cammino di Degas prosegue e da quella prima visione che scaturirà le riflessioni sul movimento ne verranno altre, scandite da nuovi stimoli. Geoge Moore osservò che Degas preferì temi “insoliti” come la ballerina o la lavandaia, soggetti meno risaputi, e noti, a una ninfa. A questo armonioso scandire tra illustrazione e testo si affiancano la riproduzioni delle opere dell’artista, presenti alla mostra Edgar Degas: A Strange New Beauty.



L’esplorazione della città continua con la visione di una donna dalla modista che viene servita da una commessa che le fa provare dei cappellini, Dalla modista (1882, Pastello su carta montata su tavola, 70,2x70,5 cm, The Museum of Modern Art, New York) e delle donne che lavorano nella lavanderia, Le stiratrici (1877-79, Monotipo su carta, 24,1x44,5 cm, Collezione privata). Il cammino di Degas è incessante tanto da portarlo all’ippodromo, per osservare i cavalli, i fantini e gli spettatori. Infine l’ultima tappa: l’Opera. Luogo preferito da Degas dove le ballerine si esibivano in spettacoli magnifici. Egli le osservava con la massima attenzione per coglierne ogni minimo movimento, Pas battu (1879, Pastello sopra monotipo su carta, 27,3x29,5 cm, Collezione privata), e nel dietro le quinte osservandole da ogni angolazione possibile, Ballerine che si allacciano le scarpette (1895, Olio su tela, 70x200,5 cm, The Cleveland Museum of Art).

Il cammino, e consequenzialmente la narrazione, si conclude con l’artista che fa ritorno nel suo studio dove ripensa a ciò che ha visto. Presto avrebbe posato il pennello sulla tela o il pastello sulla carta o l’inchiostro sulla lastra e avrebbe cercato di descrivere ciò che aveva visto e vissuto. Attraverso il protagonista i lettori acquisiscono informazioni sulle modalità creative delle opere, i luoghi che frequentava l’artista e le sue modalità di lavoro, in quanto egli non dipingeva “all’area aperta” come i suoi colleghi Impressionisti ma nel suo studio, alla rue Victor Massé, ed in fine i medium da lui utilizzati tra cui l’incisione.


Di ritorno nel suo studio, Degas ripensava a quello che aveva visto, rivivendo nella mente le scene della città.

Conclusa la lettura ci sentiamo come Degas vogliamo custodire ciò che abbiamo visto e sentito dentro di noi, un momento intimo prima di affacciarci alla nostra finestra per cominciare in seguito a disegnare, scrivere, dipingere … Un invito creativo ad osservare ogni minimo dettaglio del cambiamento delle nostre città, dei nostri paesi di provincia, perché solo osservando possiamo “vedere” e cogliere il bello della realtà.


 

Ai tempi di Degas

Autrice: Samantha Friedman

Illustratrice: Cristina Pieropan Casa Editrice: Fatatrac

Età di lettura: 7 anni in su










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