Perché piangiamo?
- clara sorce
- 22 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 5 ago 2024
di Clara Sorce
Vi siete mai chiesti perché piangiamo? Piangere è un atto naturale, si piange per gioia, per rabbia, per tristezza, perché un’opera d’arte o un evento ci ha fatto provare un’emozione talmente tanto grande che possiamo solo esprimerci in quel modo. Il pianto è la nostra prima espressione, una volta che veniamo al mondo, è il nostro respiro. Le lacrime non hanno genere né età, sono il balsamo dei nostri sentimenti e tutti dobbiamo essere liberi di farlo indistintamente. Un albo illustrato ce ne ricorda la sua importanza, si tratta dell’albo Perché piangiamo? di Fran Pintadera e Ana Sender edito da Fatatrac. L’albo ci narra in modo poetico l’importanza delle lacrime e di come questi ci aiutino a crescere, ci calmano a volte sono un “basato” per i nostri sentimenti.

L’albo si apre con una tavola che fa immergere il lettore in un immenso prato verde al lato sinistro sono illustrati un bambino e una donna, leggendo scopriamo che il piccolo si chiama Mario e quella accanto a lui è la madre. Mario sta lì a testa in giù su una panchina pensieroso… la madre attende con pazienza che il piccolo esprima le sue riflessioni fino a quando gli pone una domanda specifica:
Mamma, perché piangiamo?
La madre dopo qualche istante di riflessione risponde al piccolo Mario
- Vedi Mario, piangiamo per molti motivi.
Da questa semplice ed incisiva frase parte il viaggio alla scoperta dell’effetto curativo e di crescita. Così si parla della tristezza
A volte piangiamo perché la tristezza che sentiamo è così grande che il nostro corpo non riesce a contenerla, e deve uscire da qualche parte.
Come una grossa nube nera carica di pioggia piangiamo per recuperare il sorriso, il colore dopo la rabbia. Si piange perché non comprendiamo il mondo o perché abbiamo paura.
Alcuni giorni piangiamo perché, invece di un abbraccio, troviamo un’eco.
Piangiamo perché come gli alberi queste ci nutrono, ma piangiamo anche per quelle piccole o grandi ferite invisibili che sono dentro di noi. Piangiamo perché non possiamo evitare la tempesta che si scatena, per il muro contro cui ci scontriamo o per quelle grida che non sono sufficienti. Si piange anche perché non troviamo le parole giuste, queste però, per fortuna, parlano una lingua universale. A volte piangiamo perché abbiamo voglia di farlo.
Questo viaggio viene narrato da un sapiente gioco tra testo e immagine. Dal momento in cui la madre comincia a spiegare a Mario l’importanza delle lacrime diviene simbolo di ciò che sta narrando. Ana Sender illustra le parole, potenti, che Fran Pintadera sceglie accuratamente per raccontarci delle lacrime. L’artista ci racconta per immagini di quelle lacrime, di quelle grida, di quella malinconia, di quella tristezza o di quel vuoto che spesso ingoiamo ma che poi grazie alle lacrime riusciamo ad esprimere. Ma gli autori ci mostrano anche che si può piangere per la gioia. Fran Pintadera con questo raconto cerca di dare una risposta alla domanda posta da un bambino, ossia coloro che vedono il modo e i sentimenti con occhi puri. Quel bambino potrebbe essere un figlio, un nipote, un alunno o il bambino che c’è dentro ogni adulto, quel piccolo che sta dentro di noi e che spesso noi adulti dobbiamo imparare ad ascoltare. Questo racconto è stato concepito per piccoli e grandi lettori, a parere di chi scrive, per rammentare che siamo fatti di lacrime e dobbiamo trovare l’importanza del loro valore e del loro beneficio senza provarne vergogna. Ognuno ha il diritto di piangere ed esprime i propri sentimenti perché come ci ricordano gli autori le lacrime parlano una lingua che è universale.
Perché piangiamo?
Autore: Fran Pintadera
Illustratrice: Ana Sender
Casa editrice: Fatatrac
Età consigliata: dai sette anni in su
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