di Clara Sorce
In un tempo lontano, in una Palermo ricca di botteghe, viveva una bambina piccola, “picciridda”. Il suo nome era Rosalia. La piccola e vivace Rosalia era piccola di statura, aveva tanti capelli, biondi, che facevano sembrare il suo viso ancor più piccolo, i suoi occhi sembravano due belle barchette. Ad ogni persona che gli chiedesse chi fosse lei rispondeva:
Sugnu Rosalia, sugnu fatta di rose e di gigli, sugnu un ciuri senza spine.
Caratteristica di Rosalia era la sua vivacità e la sua allegria, sempre pronta a giocare e correre tra i vicoli della sua città: Palermo. Viveva con la sua famiglia nella storica via Alloro. A quei tempi via Alloro era ricca di artisti, botteghe e di artigiani, l’aria era frizzante e spensierata e Rosalia, la più “nica” del quartiere ne incarnava l’essenza. Anch’essa era un’artista, una poetessa. Grandi e piccini la cercavano per vederla recitare le sue poesie. Le sue poesie, Rosalia non solo le decantava, ma le cantava, le recitava a volte le illustrava. Rosalia era sempre allegra mai una volta la colpì tristezza e malinconia perché ella era una bambina speciale, era
L’unica picciridda di Palermo che non aveva mai pianto. Sin da piccola non aveva mai versato una lacrima; non una goccia, neanche un lamento, un attimo di tristezza, un momento di sconforto.
I genitori trovavano che l’indole di Rosalia era un dono e non una stranezza ma nonostante ciò decisero di far visitare la piccola dal miglior medico della città che sperimentò i più bizzarri metodi per far piangere la bambina con scarsi risultati. Rosalia passava le sue giornate allegramente, anni pieni di vita in cui si recava dallo zio Vicè, bottegaio e amico della picciridda, qui, insieme all’uomo, lavorava alle ruote di carretto e decantava su una seggiola le sue bellissime poesie. La vita allora era proprio come le ruote di carretto dello zio Vicè: allegra e variopinta dalle più svariate sfumature finché un giorno sopraggiunse la peste … Furono giorni difficili per la città, quell’energia, quella creatività, quella spensierata allegria si erano spente, la città aveva perso il suo splendore. Rosalia la più nica e allegra di tutti aveva smarrito la sua allegria fino a che
Si svegliò improvvisamente, come da un brutto sogno, come se si fosse rotto un incantesimo dentro di lei. Iniziò a correre tra le strade di Palermo, arrivò fuori città. Continuò a correre. Aveva il cuore in gola, gonfio e batteva forte. Salì su per Monte Pellegrino e si fermò in cima.
Li Rosalia pianse tutte le lacrime che aveva. Tante che lavarono la città dalla peste. Rosalia donando le sue lacrime salvò la città, proprio lei, che era la più nica di via Alloro. Quella di Rosalia è la storia della santa patrona della città di Palermo che libera la città dalla peste. La storia della Santa ci viene restituita in una chiave laica da Laura Lombardo con le illustrazioni di Nina Melan, edito da Ideestortepaper, che firmano un albo in cui è espressa l’essenza della città di Palermo con i suoi vicoli, le sue botteghe, gli artigiani e il folclore.
Nina Melan correda il testo della Lombardo con tavole bianche e grigie con piccole e delicate campiture di colore. Rosalia Picciridda è un albo “nico” come lo è l’infanzia una storia che pesca dalla tradizione e dal folclore, Monte Pellegrino, il Festino di Santa Rosalia, i carretti Siciliani. Tutti questi aspetti vengono raccontati in modo universali, puntuali e comprensibili a tutti restituendoci il calore di tali tradizioni. A queste si unisce il significato dell’albo, non solo le autrici ci raccontano di una storia “tradizionale”, soprattutto ci raccontano dell’importanza delle lacrime e del sentimento della compassione. Una storia picciridda per occhi "nichi nichi" proprio come gli occhi dei bambini.
Rosalia Picciridda
Autrice: Laura Lombardo
Illustratrice: Nina Melan
Casa editrice: Ideestortepaper
Età consigliata: Dai quattro anni in su
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