Tensin e l’orchessa
- clara sorce

- 26 ott
- Tempo di lettura: 2 min
di Clara Sorce
Tensin e l’orchessa di Pierre Bertrand con le illustrazioni dal segno inconfondibile di Cheng Jiang Hong edito da Babalibri è un albo che invita i suoi piccoli lettori a superare le proprie paure con coraggio e determinazione. Protagonista della vicenda è Tensin un piccolo monaco che vive sulle montagne del’Himalaya. Ogni giorno il piccolo monaco si recava alla fonte per procurare l’acqua che serviva al monastero. Così le sue giornate fluivano tra studio, preghiera e visite alla fonte, fino al giorno in cui dalla fonte non vide nemmeno una piccola, minuscola goccia d’acqua. Allarmato il piccolo Tensin avvisò il Grande Lama.
«Che disastro» sospirò il monaco, «è da quella fonte che attingiamo la nostra acqua; se si è seccata moriremo di sete!»
L’unica soluzione era recarsi alla sorgente della Roccia Forata distante dal monastero, tanto che per raggiungerla bisogna impiegare un giorno. Il piccolo monaco non si scoraggia e prega il Grande Lama di pestargli il suo yak Jumpa per compiere l’impresa. Il Grande Lama accetta ma raccomanda a Tennis di stare attento ai pericolo, soprattuto agli spiriti maligni che spesso assumo sembianze umane per ingannare i viandanti.
Stai in guardia e, qualunque cosa accada, pensa a ciò che Buddha ci ha insegnato: “Chi è padrone di sé stesso è più grande di chi è padrone del mondo”
Tensin e Jumpa partirono e nel loro cammino incontrarono un’anziana molto magra che lamentava i morsi della fame. Il piccolo monaco donò alla donna una mela e questa per sdebitarsi donò ciò che più al mondo aveva di prezioso: una statuetta del Buddha. La donna spiegò che questa aveva la capacità di intrappolare al suo interno gli spiriti maligni. Tennis ringraziò la donna e proseguì il suo cammino fino alla sorgente dalla Roccia Forata. Lì il piccolo monaco incontrò una bellissima giovane che lo ammaliò con la sua voce e la promessa di squisiti dolci. Il Bertrand per il componimento della sua fiaba cita la grande tradizione fiabesca inserendola in uno scenario fatto di chine e acquarelli. Sono gli scenari di Cheng Jiang Hong composti da tagli cinematografici e repentini colpi di scena. La donna si rivelerà un’orchessa che voleva mangiare il bambino, ma questo con coraggio e astuzia, sfida l’orchessa chiedendole di trasformarsi in un fiocco di neve.
Tensin da prima pietrificato dalla paura riesce a prendere coraggio grazie alla massima che gli ricordò il Grande Lama:
“Chi è padrone di sé stesso è più grande di chi è padrone del mondo”
È allora che il piccolo monaco incalza l’orchessa a compiere il prodigio. Una volta trasformatesi in fiocco di neve il piccolo monaco lo prese e lo mise in bocca. Jumpa partì al galoppo fino a giungere al monastero, il piccolo agli estremi ricorda della statuetta del Buddha ed è allora che soffiando dentro l’ombelico della statua rinchiuse l’orchessa. Questa si disperò talmente tanto all’interno della statua del Buddha che dalla stessa uscirono delle lacrime. Lacrime che non smisero di sgorgare. Un prodigio nato dal coraggio del piccolo monaco che salvò il monastero, perché le lacrime riempirono il torrente e non cessarono mai più di sgorgare.
Tensin e l’orchessa
Autore: Pierre Bertrand
Illustratore: Cheng Jiang Hong
Casa Editrice: Babalibri
Età consigliata: dai sei anni in su
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