Bestiario familiare
- clara sorce

- 1 ott
- Tempo di lettura: 5 min
di Clara Sorce
Spesso tra i vari articoli di questo blog vi ho parlato dei libri appartenenti alla casa editrice Topipittori ed in particolare della loro collana di albi e della collana scientifica chiamata PIPPO. Qui sto per raccontarvi di un libro, questa volta non si tratta di un albo illustrato, ma al contrario, di un libro illustrato, appartenente alla collana Gli anni in tasca. Gli anni in tasca è una collana che si caratterizza per essere una raccolta di narrazioni autobiografiche sull’esperienza dell’infanzia e dell’adolescenza, dedicate a tutti i lettori, cosa che è stata apprezzata dal bosco e da tutte le sue altezze, ma in particolare questa collana si rivolge ai giovani lettori dai dodici anni in sù.
Obbiettivo del progetto è quello di
Restituire agli adulti un ruolo forte come narratori, capaci di offrire ai ragazzi, attraverso il racconto di sé bambini, la traccia e la memoria di esperienze autentiche ed esistenzialmente significative.
Tra i titoli vi racconto Bestiario Familiare di Lilith Mason con le illustrazioni di Francesco Chiacchio. Ciò che mi ha colpito di questo libro illustrato inizialmente è stata la sua copertina. Quando mi perdo tra gli scaffali delle librerie ciò che amo fare è rintracciare le opere della storia dell’arte figurativa tra le copertina dei libri, e quella di Bestiario familiare mi ricordava un dipinto di Antonio Ligabue, Testa di tigre (1946), visto qualche tempo prima in una retrospettiva dedicata al pittore presso il Palazzo Reale di Palermo. La copertina del libro, a opera di Fulvia Monguzzi, mi aveva profondamente colpito, ma non solo, il prologo del testo mi ha particolarmente toccato per il nome della nonna dell’autrice come quello della mia, nonna Maria, ma anche il rapporto tra gli esseri e gli animali in scenari in cui polli, faraone, cani, gatti, ricci convivono in questa grande famiglia che è il bestiario familiare di Lilith, ciò mi ha ricordato la mia piccola dimensione familiare in cui vivo. Questi sono solo alcuni degli elementi che hanno portata a connettermi con la scrittrice in un “intreccio” tra il suo e il mio passato portandomi a chiedermi: chi eri? Chi sei? Se questo è l’effetto che scaturisce la lettura di Bestiario familiare in un adulto figuriamoci dove potrà condurre i giovani lettori, di sicuro li colpirà particolarmente perché la scrittura della Mason è incalzante, riflessiva, ironica. Le sue parole ci conducono in un “museo”, come lei stessa ha definito il concepimento della sua opera in un suo articolo per il blog della casa editrice Topipittori intitolata Ciò che sembra fragilissimo è resistente, di fatto abbiamo proprio quella sensazione di perdersi tra le sale di un museo dove ogni frammento, fragile e resistente al tempo, ha qualcosa da raccontarci.
La Mason non concepisce una canonica narrazione autobiografica al contrario crea una biografica al plurale, familiare, che confluisce in tematiche quali l’identità, la disabilità, la cronaca, il concetto di famiglia, il rispetto a la cura della terra e dei suoi abitanti. L’autrice ci racconta della sua grande famiglia di cui fanno parte una tata inglese, ossia un ragazza giunta in Italia per un Erasmus, soprannominato Dracula, nonne che hanno segnato la sua vita, zie acquisite, amici provenienti dalle varie parti del mondo, una mamma “spartana” e un papà che con la sua Ford Fiesta color verde pisello apre la storia di Lilith che parte dalla sua infanzia fino a giungere alla sua adolescenza. Un filo narrativo che rintraccia una profonda riflessione sul chi si è e quale sia il nostro posto nel mondo, parlo al plurale perché non possiamo una volta cominciata la lettura di Bestiario Familiare non rifletterci in Lilith. Ciò che si è chiesto lei è ciò che ci siamo chiesti anche noi e che i lettori più piccoli si cominciano a chiedere. L’inizio e la fine del racconto si caratterizzano da una frase:
La xe tuta so pare
“È tutta sua padre” è ciò che le ripete Idelma la vicina di nonna Maria quando la vedeva giungere nel paesino di Albaro. Lì ad attenderla c’è nonna Maria, col suo umor nero, e nonno Almerino che in gioventù lavorò in Belgio. Quello è l’incipit di un’autobiografia al plurale dove l’autrice traccia le linee di ritratti di tutti coloro che hanno contribuito a rispondere a quella domanda che è: chi sono? La piccola Lilith se l’è chiesto spesso, era una strega come la donna di cui portava il nome o era la sorella di Gorkij? Lei era Lilith ed apparteneva ad un grande “branco”. Il branco è il protagonista della storia perché Lilith non solo ne faceva parte, ma esso stesso ne determinava parte della sua esistenza, non solo le persone ma anche i luoghi come la casa materna popolata dai più svariati ospiti, dai ragazzi e le ragazze alla pari agli animali. Famiglia è dove c’è casa, e Lilith ne aveva molte come la cooperativa sociale Le Rose che la madre fondò, con un gruppo di amiche e amici, per accogliere persone con disabilità, tra cui, il fratello Gorkij.
Ciò che coinvolge nella lettura di Bestiari familiare è anche l’intreccio tra le vicissitudini private dell’autrice con quelle di cronache che hanno segnato gli anni Novanta del secolo scorso ma in generale il secondo dopoguerra con i suoi racconti di resistenza, l’emigrazione italiana in Belgio, la nascita dell’azienda Moto Guzzi, l’affermarsi dell’agricoltura industriale, la strage di via dei Georgofili, la Repubblica democratica tedesca. Questo aspetto della storia l’ho molto apprezzato perché ogni storia è conoscenza e grazie alla storia della Mascon i giovani lettori potranno conoscere l’evoluzione di una società, di un paese che non si discosta da ciò che oggi si sta vivendo in tempi contemporanei. Ad illustrare la storia di Lilith sono le opere del Chiacchio che con il suo segno incisivo ricordano le xilografie del movimento artistico tedesco dei Die Brücke.
Bestiaro familiare è un libro universale perché l’autrice non solo si rivolge a tutti i suoi lettori ma mette anche in luce la sua situazione familiare complessa di figlia di genitori separati e sorella di un disabile, attraverso le sue parole capiamo che le famiglie non sono perfette ma sono fatte di infinite e meravigliose sfumature, complesse ma per questo meravigliose. Concludo con le parole dell’autrice contenute nel suo articolo Ciò che sembra fragilissimo è resistente per il blog di Topipittori
Nella stesura di Bestiario familiare sono riuscita, poi, a costruire il museo archeologico dei ricordi e a scoprire - come afferma la scrittrice Valeria Parrella nell’articolo Pompei. Il museo ritrovato uscito su Robinson - che «ciò che sembra fragilissimo è resistente, e che ciò che vale resta, oltrepassa le sciagure.»
Bestiario familiare
Autrice: Lilith Mason
Illustratore: Francesco Chiacchio
Casa editrice: Topipittori
Età consigliata: dai sette anni in su
.png)
Commenti