La compagnia dei Soli
- clara sorce
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di Clara Sorce
Tre spaccati di vita, un conflitto. Tre persone: una donna, schiava, un figlio, obbligato a combattere una guerra non sua, un nano giocoliere che protegge piccole giovani vite destinate ad un avvenire buio. Tutti si chiedono unanimemente il perché di quel conflitto, perché tanta sofferenza, ma soprattutto, perché tanta solitudine. La giovane Sara perde ogni suo affetto rimanendo sola al mondo dovrà quindi cavarsela da sola nella rude vita del conflitto dove l’unica regola vigente è la sopravvivenza ad ogni costo. Il figlio del tenente di vascello Pier Remigio resta solo anche se attorniato da un “mare” di gente pronto a servirlo.
Lui per volere di un padre violento viene allontanato dall’affetto materno che voleva preservarlo dalla guerra che contraddistingue la generazione di uomini che hanno circondato la vita della donna. Infine il nano che per una vita, come un giocoliere, è riuscito a scampare alla morte, restando però solo fino a quando decide di mettere la sua vita al servizio delle altre per salvarle da un orrendo conflitto senza senso se non per la conquista di un “pezzo di terra”. Questo è l’incipit di una storia dalle tinte forti, sature, vitali ed espressive che ricordano le opere del movimento Fauves, le belve, si tratta del cominc book di Patrizia Rinaldi e Marco Paci: La compagnia dei soli, edito da Sinnos. In La compagnia dei soli Marco Paci opera come un pittore fauves. L’artista libera il colore dal suo mero scopo descrittivo e rappresentativo per restituire al lettore un elemento visivo indipendente dalla forte carica narrativa che si lega alla poetica del movimento ossia il connettersi con un sentimento primordiale quale che è la libertà, la sopravvivenza. Forme volumetriche, segni marcati colori saturi non fedeli al mondo naturale ma al contrario rispecchiano la personalità dei tre personaggi principali, sono queste le cifre che rendono unico questo comic book. La Rinaldi con un linguaggio diretto, espressivo si lega armoniosamente alle immagini per restituirci un’opera ambientata in un tempo lontano, forse reale o forse no, che ci rammenta che ogni conflitto non ha mai una “giusta causa”, travalicando il tempo e lo spazio in un messaggio di resistenza e di pace. I soli si trovano da prima separati e poi insieme nella “pancia” di un vulcano che cela una città sotterranea, una città nella città, ma anche questa è minacciata dai predatori e dall’ostilità della natura stessa del vulcano con il suo caldo magma sempre pronto a minacciare la vita. Questa è una storia che ci rammenta anche quanto sia importante la fiducia.
Che cos’è la fiducia? Come si manifesta? Come la si dona? Sono alcuni dei quesiti che i giovani liberati dal nano ci pongono in un gioco di sottile rimando di significato, ma non solo, la Rinaldi pone l’accento su un altro aspetto, che spesso soprattutto in una condizione di conflitto dimentichiamo, ossia il nome. Il nome è qualcosa che contraddistingue la nostra stessa identità ma questo il nano giocoliere lo aveva dimenticato perché era prevalso il nomignolo dello scherno e dell’ignoranza: sgorbio. La solitudine ha portato il nostro protagonista a pensare che sia quello l’appellativo che lo identifica più del suo stesso nome, nome che riscopre grazie alla sua piccola compagnia che libera e protegge. Ma torniamo alla vicenda narrata. La storia come detto sopra si sviluppa prima in tre spaccati di vita separati e contraddistinti da tre colori, arancio per Sara, verde per Izio e infine azzurro per Pier Remiggio. Da spaccati separati a uniti. I colori si compenetrano la ragazza selvaggia, e fortissima, si unisce al gruppo di Izio nella città sotterranea del vulcano.
Non sono più soli perché adesso insieme formano un bizzarro esercito di combattivi e coraggiosi individui che vogliono liberare il proprio paese dagli orrori di un conflitto che non gli appartiene. Loro adesso sono insieme ma c’è ancora una persona che è sola: il figlio del maniscalco. Pier Remiggio che per liberare Izio vene legato all’albero maggiore del vascello del padre solo, sotto il sole cocente per dare “l’esempio” un esempio distorto, punitivo. A lui poco importa perché ha potuto con il suo gesto, piccolo come la goccia d’acqua in un immenso mare, spezzare le catene della violenza. Un figlio che disobbedisce al padre per salvare la vita di un altro essere umano che a sua volta ne libera altre. Si diffonde cosi il “verbo” della gentilezza e della pace. Cosa ne sarà della compagnia dei Soli e di Pier Remiggio vi invito a scoprilo ma soprattutto vi invito a leggere questo profondo comic book. La compagnia dei soli invita i suoi lettori, grandi e piccoli, a riflettere sull’importanza che ha la parola resistenza e pace, perché, cosi facendo si possano rafforzare le radici della gentilezza e del senso comunitario.
La compagnia dei soli
Autrice: Patrizia Rinaldi
Disegnatore: Marco Paci
Casa editrice: Sinnos
Età consigliata: dai dieci anni in su
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