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Comènio e il sole dei bambini

L’Orbis Sensualium Pictus l’antenato dei libri per bambini



di Clara Sorce





Per entrare nel mondo di un bambino (o di un gatto) bisogna almeno sedersi per terra, non disturbare il bambino nelle sue occupazioni e lasciare che si accorga della vostra presenza. Allora sarà lui a prendere contatto con voi e voi, che (essendo più adulto e se non siete invecchiato invano) siete più intelligente, potrete capire le sue esigenze, i suoi interessi che non sono soltanto pappa e cacca; egli cerca di capire il mondo in cui vive, cammina a tastoni, con esperienze diverse, sempre curioso e interessato a conoscere tutto.

Con queste parole Bruno Munari in Arte Come Mestiere ci conduce in un ragionamento, o un’apertura, verso la sfera infantile che ci conduce al libro. Munari nel suo capitolo dedicato ai libri per bambini descrive il comportamento di un adulto vissuto il secolo scorso che non ha nulla di differente con quelli presenti e passati. La storia dell’infanzia, ed in particolare mondo, della letteratura ad essa rivolta, è caratterizzata da una poca attenzione nei riguardi di bambini e bambine; per fortuna oggi vediamo un panorama editoriale che guarda ai bambini secondo quell’auspicio enunciato da Munari ossia con libri fatti per loro:


Un buon libro per bambini, con belle figure espressive, con una storia giusta, stampato senza lusso, non avrebbe successo (presso certi genitori) mentre sarebbe molto gradito ai bambini. […]. Un buon libro per bambini, dai tre ai nove anni, dovrebbe avere una storia molto elementare e mostrare figure intere, a colori, molto chiare e precise. I bambini sono dei formidabili osservatori e si accorgono di tante cose che gli adulti spesso sfuggono.

I bambini sono dei formidabili osservatori e questo Murani lo sapeva bene; pertanto sollecitava l’adulto a far vivere loro esperienze creative e di bellezza a partire dai libri. Ma come si è detto poco prima, la letteratura per l’infanzia non sempre ha goduto di tale privilegio, tuttavia se si va a ritroso nel tempo è possibile rintracciare una figura che ha saputo dare “lustro” alla sfera dell’infanzia a partire dall’importanza che ha il libro illustrato nella vita e nel percorso di crescita dei bambini, si tratta di Jan Amos Komenský (Nivnice, Moravia, 1592 – Amsterdam, 1670).


Coetaneo di Galileo, il cui pensiero fu tra i più incisivi e influenti del XVII secolo, Coménio ha una visione figlia del suo tempo, un tempo in cui per educare ed insegnare bisognava far uso della forza, metodo che, come sottolineava il pedagogo boemo, non avvicinava i bambini al sapere, al contrario li disgustava producendo frustrazione, paura e disagio. Comenius nella sua Didaetica Magna (XXVI) enunciava una via dell’educazione gentile che guardava alla metafora del sole in cui le scuole, come i campi con il contadino, fossero laboratori in cui si lavora con piacere.


Nell’immagine di Comenius l’educazione è il sole che illumina tutti - e vedremo andando avanti come e perché per il pedagogo sia importante quest’ottica inclusiva - Un calore che permette il fluire della vita, nutrendo senza bruciare e brillante. Questa è l’ottica di una scuola che è dimora di luce. Secondo la visione del pedagogo l’educatore deve essere giardiniere e musicista. Il primo a secondo della crescita spontanea della pianta concima, abbevera, protegge senza intervenire troppo. Il secondo entra in risonanza, intona lo strumento ossia la consapevolezza delle inclinazioni, delle capacità e delle fasi di sviluppo dei bambini trovando la giusta melodia adatta per suonare insieme, come un’orchestra, al fine di celebrare le delizie del sapere. Tra gli “strumenti” di questi insegnanti contadini-musicisti c’è il libro illustrato. Comènio vedeva nel libro illustrato un alleato nel contesto scolastico ed in quello familiare, decisivo per la prima infanzia, ponendo le basi per un rapporto che sarà destinato a durare nel tempo, soffermandosi sulla piacevolezza che nasce dalla scoperta dell’oggetto libro e della lettura utile per la sua conquista, per l’apprendimento e del processo di attribuzione indispensabile per la conoscenza del mondo reale.


La grande aspirazione del maestro boemo fu quella di rendere l’illustrazione patrimonio di ogni uomo, consapevole del fascino catalizzatore delle immagini che operano sull’attenzione dell’uomo fin dall’infanzia, sulla sua curiosità e sul piacere che egli prova nell’apprendere. Egli crea il primo esempio di sussidiario che è anche considerato l’antenato dell’albo illustrato, un testo dove tutto è visibile, raccontabile e rappresentabile L’Orbis Sensualium Pictus. L’opera fu pubblicata a Norimberga nel 1658. Il testo si apre con un’introduzione che invita il lettore ad avventurarsi nel racconto concepito come strumento rivolto ai sensi, secondo il bisogno del vedere direttamente con i propri occhi. L’Orbis Sensualium Pictus, viene strutturato su una visione geocentrica dell’universo, proponendo vasti argomenti che raccontano il mondo ai bambini per immagini. Il testo comprende 150 argomenti corredati da illustrazioni che accompagnano il testo didascalico dalle diciture brevi di nomenclatura e informazioni sui concetti e oggetti rappresentati, in latino e tedesco. In quest’opera è racchiusa la visione pedagogica della Pansofia ossia una visione in cui l’unita di tutte le conoscenze è un inscindibile totalità dei saperi che getta le basi alla visione di una scuola universale dove tutti i bambini, nessuno escluso, possano apprendere; in cui il libro ha un ruolo incisivo. L’Orbis Sensualium Pictus è stato pubblicato a Londra nel 1705, con la traduzione di Charles Hoole, per l'uso dei giovani studiosi. Comènio ebbe l’idea di rappresentare in un testo tutto il mondo con immagini e parole, producendo non solo un testo divulgativo ma anche funzionale e immaginativo, un’opera che influenzerà l’iconografia e l’impianto editoriale futuro.

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