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Concerto per alberi

Aggiornamento: 2 lug

di Clara Sorce





Silenzio. Solo silenzio. Pian piano si ode il fruscio delle chiome degli alberi. Apro gli occhi.

Un omino sta su un albero, c’è di nuovo silenzio, un lungo silenzio. L’uomo ha in mano una bacchetta, la agita, il silenzio si infrange al suo posto la melodia. Chiudi gli occhi e ascolta la melodia della natura…


Un inno alla natura è l’albo Concerto per alberi di Laëtitia Devernay, edito da Terre di mezzo.

L’albo vincitore del prestigioso CJ Picture Book Award ricevuto al Bologna Ragazzi Award 2011 è una “sinfonia per gli occhi”. Marcella Terrosi in Meraviglie mute. Silent book e letteratura per l’infanzia sottolinea lo stretto rapporto tra silent book suono e silenzio, si tratta di un gioco di sinestesia. Concerto per alberi è un silente book che invita il lettore ad un duplice scopo, guardare e osservare. Si tratta di un libro “sonoro” in cui il lettore si abbandona, lasciandosi cullare dalla dolce sinfonia.



La Devernay illustra un paesaggio arboreo con un tratto ricercato, la grafica è originalissima giocata in una sapiente equilibrio tra vuoti e pieni.

L’autrice sul sito dell’editore Terre di mezzo spiega le visioni musicali e vegetali che hanno portato alla genesi dell’albo:


Ho lavorato sulle trame delle radici, dei tronchi, delle foglie, e ho creato così dei grigi e dei neri più o meno densi. Vuoti, pieni, imponenti masse che contrastano con la sensibilità delle linee. Allo stesso modo ho riflettuto sull’aspetto grafico degli strumenti musicali, sulle corde, le volute… sui papillon dei musicisti, sui frac… su questa eleganza bianca e nera per creare una foresta viva, fertile, nella quale il confronto tra sottili sfumature di colore è vibrante e annuncia il movimento successivo. L’orizzontalità della pittura diventa la verticalità degli alberi, le foglie si trasformano in piume, gli uccelli in note …

In quel luogo fa la sua comparsa un piccolo omino, un direttore d’orchestra. Al suo movimento della bacchetta gli alberi mutano. Da loro fuoriesce uno stormo di uccelli. Come echi escheriani il concerto è composizione e ricomposizione. Gli uccelli fuorescono dalle chiome scuotendo così i pieni, vediamo i vuoti che rimangono, il bianco e il nero, il verde scurissimo e il bianco sporco. Sono le profondità della relazione tra silenzi e suono. L’esito è un’elegante poesia visiva e sonora.


L’uomo cava dal pieno della criniera degli alberi figure musicali, sono note alte che volano nel cielo. Il volo crescendo si sposta e si modifica, man mano che procediamo nella lettura, come in uno spartito, il volo va rovesciarsi e moltiplicarsi in segni e forme.

Laëtitia Devernay esprime considerazioni poetiche sull’intenzionalità del narrare per immagini, sulla ciclicità della natura e sulla scelta sintetica di mostrare la musicalità in figure:


[…] Il poeta, lo scrittore, utilizzano figure retoriche per amplificare le loro intenzioni. Io invece utilizzo questi giochi grafici per consegnare efficacemente la mia storia ai lettori, lasciando che si approprino liberamente delle mie immagini. In effetti, l’assenza di testo ha in sé un’intenzione enigmatica che permette un’interpretazione simbolica. Il lettore è portato a leggere la storia attraverso la sua sensibilità. In più, trovo interessante rappresentare la musica attraverso un volume illustrato, totalmente muto.

Il formato a laporello ne accentua la caratteristica sonora. Si suona nella forma, negli accumuli, nelle pause armoniche delle figure. L’albo è divenuto un concerto vero in omaggio al maestro Claudio Abbado che amava moltissimo questo albo, con una pièce originale scritta e diretta da Félix Mendoza e coreografata da Tony Lopresti per il Festival Musica sull’Acqua.

Di fatto l’autrice stessa ha enunciato che:


Non ho rappresentato un brano particolare ma un’aria musicale in generale: un concerto per uccelli neri! Una nube di uccelli annuncia i movimenti dei violini, un solo arrangiamento in un cielo deserto rappresenta un assolo di oboe… tutta una sinfonia… poi silenzio, quando il piccolo direttore d’orchestra saluta.

L’albo, come è stato motivato dalla furia del Bologna Ragazzi Award, supera le ristrettezza che separano un’arte dall’altra. Concerto per alberi è un inno all’arte ristabilendo quello stretto legame che intercorre tra le diverse arti, unità che nel corso della storia ambivano proprio le avanguardie più audaci e ambiziose, basti pensare dalla scuola della Bauhaus o al Futurismo.


Quando ci approcciamo all’albo non possiamo non pesare all’artista creatore degli Appening John Cage. Cage scrisse un’itera composizione dedicata al silenzio dal titolo 4’33. Il titolo fa riferimento alla durata prevista. La composizione si suddivideva in tre momenti in cui il pubblico rimaneva in silenzio. Non si udiva una sola nota, né una melodia, solo il silenzio. L’artista provocava i suoi frutti perché faceva rendere loro che il silenzio ha un suono, partendo dal nostro stesso corpo. La volontà di 4’33 è quella di produrre una condizione di silenzio che non sarà mai assoluto.

Il contesto della foresta affonda nella tradizione fiabesca, una citazione al mondo dell’infanzia che si caratterizza proprio per tale contesto non solo nelle fiabe ma anche nei grandi classici della letteratura rivolta all’infanzia, basti pensare dal Giardino segreto o Alice nel paese delle Meraviglie.


Concerto per alberi è un albo profetico. Esso è una presa di coscienza sul nostro rapporto con la natura, un rapporto incrinato che sempre più ha urgenza di essere risanato. Attraverso l’albo piccoli e grandi prendono coscienza di quanto la natura e il rapporto con essa sia essenziale ed importante per gli esseri umani. Un rivaglio di coscienza che nel secolo scorso Bruno Munari aveva risvegliato con i suoi scritti auspicando sempre più un rapporto in cui l’essere è natura siano un unicum armonioso. Armonia che i bambini vivono e colgono nella loro infanzia.


Laëtitia Devernay risveglia in noi quell’armonia comunicandoci un messaggio importante, ossia che la natura va protetta, tutelata e rispettata se vogliamo ancora godere della sua sinfonia.

Vi lascio con le parole dell’autrice, una riflessione su ciò che comunica la sua opera:

Il ciclo portato a compimento ne annuncia uno nuovo, e la storia ricomincia… É la caratteristica della natura: niente muore, tutto si trasforma. Una storia, appartenente a ognuno e diversa per tutti, che si legge ciclicamente grazie alla rinascita che deriva sempre dalla fine di un ciclo…

 

Concerto per Alberi

Autrice: Laëtitia Devernay

Casa editrice: Terre di Mezzo

Età consigliata: dai sei anni in su

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