di Clara Sorce e Costanza Sorce
2030 una Trieste, un mondo profondamente mutato dove le aziende multinazionali hanno creato una nuova forma di Stato, chiamato lo Stato Diffuso. Questo è lo scenario di un graphic novel, profetico, che immagina un futuro non molto lontano che va al collasso, dove ciò che ci si aspettava e augurava non si è compiuto. Il canto delle onde di Marco Rincione e Loputyn edito da Shockdom.
Il canto delle onde fa parte della collana Timed, progetto di Cross mediale formato dalla casa editrice. Terzo volume della serie, Il canto delle Onde è un volume autoconclusivo che, come tutti i volumi della serie, può essere considerato come storia a sé, ma anche legato all’universo Timed. La vicenda, come si è detto sopra, si apre in una Trieste che perde il suo vigore, si spegne sotto il peso delle due nuove super potenze, due nazioni che prendono il nome di NewState e TheNation concepite su diverse forme e ideologie di capitalismo. In questo scenario si affaccia la vicenda di Claudia e di come le fluttuanti onde siano fonte di storie, frammenti di vita raccolti dal mare perché qualcuno, come Claudia, sia capace di udirli.
Claudia è una ragazza con la testa tra le nuvole, vive come se le onde la cullassero costantemente, come in un grande abbraccio per non farla sentire sola. Perché Claudia provava una profonda solitudine. Adolescente vive con la madre e il fratello, lei poco presente, lui severo e rigido, disilluso dalla vita che vive con rabbia l’isolamento della città di Trieste. Claudia trova solo conforto da quelle voci che vengono dal mare. Tutto cominciò un pomeriggio qualunque quando ad un tratto la ragazza sentì delle voci provenienti dal mare, quello fu l’inizio di una storia d’amore, la storia di una fine, la storia di un addio.
Jessica Cioffi, in arte Loputyn, concepisce per la storia di Marco Rincione delle tavole fresche, acquatiche, immerse in un’atmosfera fluida e velata. Il tratto è veloce, il tocco leggero e fresco, i toni usati dall’artista sono l’azzurro, le sfumature del grigio fino al tortora.
Loputyn, con il suo segno fluido e il suo stile inconfondibile, tessa la storia del Rincione dando vita al segreto di Claudia, ossia la sua capacità di udire la voce dei pesci. Tra questi c’è Asburgo. Il canto di Asburgo per la ragazza è il più potente, l’unica ragione di vita, tanto da far scollare Claudia dalla dura realtà del suo mondo. Claudia però non sa che questa sua capacità, come molti altri esseri che possiedono poteri particolari, la porterà ad un grande rischio. Ella non sa di essere, con certezza, una Timed ossia “un’arma”. Le due potenze, NewState e TheNation, hanno intrapreso una nuova guerra fredda per il controllo economico e politico e per farlo si servono di esseri dotati di capacità particolari: i Timer.
Claudia non si rende conto del potere che ha e vive la sua vita sospesa tra un mondo a cui sente di appartenere, ad un amore profondo per Asburgo, e uno che non la comprende che vede le sue “stranezze” come un pericolo. Come quelle “stranezze” che i pesci raccontano, racconti di vita di profonda solitudine e di oblio portati agli estremi da una società che non lascia margini di libertà. Proprio quella libertà che tanto Claudia sogna in riva al mare con il suo amato, così fugge. Le tavole e il racconto diventano un crescendo emotivo. Percorriamo insieme alla nostra eroina le strade di Trieste alla ricerca di quella bolla di felicità, di amore, e quando finalmente sembra essere compiuta, ecco che si dissolve. Asburgo scompare, i killer che stanno eliminando i Timed si mettono sulle sue tracce l’unica cosa da fare è lasciarsi in balia delle onde.
Il canto delle onde è un graphic novel contemporaneo che racconta uno spaccato di realtà sociale che si mescola al fantastico. Le tematiche che affronta sono di spessore, dalla solitudine alla paura del diverso, dal capitalismo alla guerra fredda, fino ai temi sopra citati all’inizio di questo viaggio tra le parole e le immagini de Il canto delle Onde.
Notiamo così come tale graphic novel sia, non soltanto profondamente attuale, ma sia anche un chiaro rimando alla tradizione letteraria, alla storia della nostra umanità. Già un grande poeta italiano aveva avvertito il pericolo che sarebbe disceso dalle multinazionali, che avrebbe portato all’orrore delle due Guerre Mondiali e poi a quella che fu una “pace fredda”: Giovanni Pascoli. Nel discorso tratto da Una sagra nel giugno del 1900, si nota come questo mostri lo spettro inquietante dell’imperialismo, ipotizzando come le grandi multinazionali si getteranno le une contro le altre in un conflitto. La sua visione appare profetica. Secondo il poeta la concentrazione del capitale che porta alla formazione di monopoli porterà all’instaurarsi di un’unica tirannide che vorrà dominare il mondo. Imporre la propria ideologia, concezione, perché vista come unica valida, “giusta”. Secondo il poeta tuto questo porterà alla soppressione dell’autonomia personale, della libertà. E cosa c’è di più libero, autonomo e indipendente nel nostro mondo? Il mare. In un mondo che ci ha reso, e continua a renderci prigionieri, la natura ci ricorda ogni giorno, che la vita è libertà, l’esistenza che ci viene donata nasce da questa, soltanto così esistiamo, solo così l’umanità non soltanto esiste, ma ancora di più, “è”.
Eugenio Montale nelle sue opere Piccolo testamento e Il sogno del prigioniero profila, sullo sfondo prima della Guerra Mondiale, e poi, della Guerra Fredda, come l’esistenza dell’individuo sia avvertita come una tragedia, nella catastrofe collettiva che è la guerra. La guerra, come purtroppo la storia ci insegna, non è soltanto quella che “si dichiara”, combattuta con uomini e armi, ma anche quella silente, più profonda e subdola forse, quella che porta alla perdita di uomini, della libertà, dei diritti, e persino dei doveri. Si è espropriati del proprio essere, si nega l’esistenza e l’essenza della persona, si è automi, alienati, capaci solo di seguire le regole dettate dal regime e impauriti che tutto questo un giorno si possa trasformare in una vera e propria dichiarazione. Questi furono gli anni del dopoguerra. Il piccolo testamento è la dimensione privata, la salvezza vista nell’amore, nella solidarietà, nel credere fermamente nei propri principi e custodirli. La speranza che si ripone in questi, questa è l’unica luce, è ciò che il lasciamo di noi, quel piccolo ma pieno di dignità, testamento carico di coerenza morale, indipendenza intellettuale che salverà sempre il mondo e non ci renderà prigionieri. In Il sogno del prigioniero si nota come il prigioniero sia il deportato nei campi di concentramento, il prigioniero di guerra, ma anche chi ufficialmente non è prigioniero. Allora la prigionia assume un significato più profondo, è l’annientamento della persona, è allegoria dell’estraneità al mondo, della reclusione nella prigione dell’esistenza; vive però perché una luce dentro sé è ancora accesa, il sogno. Aggrapparsi ad esso è l’unico modo per sopravvivere, e poi, ad un certo punto, abbandonarsi ad esso è l’unico modo di vivere. E se per il poeta la poesia è la via di salvezza, una salvezza che non è evasione dalla realtà, perché questa non è realtà, è una dimensione che chi ha in mano il potere ha creato per sé, trascinando con forza gli altri, è una salvezza che tenendo bene a mente quella realtà volge lo sguardo verso quella luce, quella speranza di vita; per Claudia è il mare, e il canto delle onde e degli esseri che lo abitano. Chiediamoci perché l’elemento di salvezza qui sia il mare, l’acqua. È proprio grazie alle sue caratteristiche fisiche e chimiche che la vita sulla Terra è possibile, pensiamo alle conseguenze biologiche se il ghiaccio non galleggiasse sull’acqua, gli stagni e altri corpi idrici gelerebbero, formando un unico blocco ghiacciato che ucciderebbe la maggior parte degli organismi, dei pesci. Queste e molte altre caratteristiche sono peculiari dell’acqua. La natura, quindi ci da la vita, ci permette di esistere ed la nostra essenza.
Non a caso per il filosofo greco Talete l’acqua era il principio di ogni cosa. Nel graphic novel l’elemento in cui Claudia fa ritorno per vivere è l’acqua, qui la ragazza sente le voci pure, ascolta la storia di Paola e Valeria, e lei stessa comprende che per iniziare a vivere veramente deve donare la sua voce alle onde, così vivrà davvero e in eterno. Qui allora il mare è l’elemento che libera dalla prigionia e l’elemento a cui si dona, e in cui si vuole custodire il proprio testamento. Il mare è allegoria di un mondo libero, un mondo in cui ogni parola, pensiero possa avere diritto di esistenza. Perché è solo grazie ad esso che esistiamo, bisogna allora fare ritorno, in un mondo così caotico, così in lotta, alla dimensione primordiale, ricordare chi siamo, prenderci cura di quel testamento e di ciò che ci sta attorno, delle persone, della natura, dei nostri principi e della nostra persona. Purtroppo quella “pace fredda” non appartiene al passato, la viviamo ancora e forse mai così intensamente come in questi tempi. Ogni giorno ascoltiamo notizie che mettono a dura prova quel sogno che non ci rende prigionieri, notizie di guerre fra Paesi, guerre con armi, con mezzi tecnologici, guerre ancora di capitali e territori, la guerra che ogni giorno ci facciamo l’un l’altro e quella che facciamo alla natura. Per ricordarsi e ricordarci della dimensione gli Stati stipulano accordi, sottoscrivono programmi di azione per la sostenibilità, intesa come economica, sociale, ambientale, come l’Agenda 230, tra questi obiettivi troviamo il 6 “acqua pulita e servizi igienico sanitari”. Si trova anche l’1 “sconfiggere la povertà” o il 2 “sconfiggere la fame nel mondo”.
Abbiamo sfruttato e approfittato di quella vita che ci è stata donata, e da sempre abbiamo bisogno di qualcosa che lo ricordi, che ci ricordi che il mondo è nato, in ogni sua parte, con pari diritti, opportunità, bellezze, e vita. È stata l’umanità a imporre che ancora oggi ci debba essere una “parte fortunata” e una meno fortunata del mondo da cui si deve necessariamente scappare. Allora alimentiamo quel sogno affinché non sia solo il mare, ancora nel 2023 a custodire le voci, il testamento di chi vuole vivere, e per farlo intraprende dei viaggi pericolosi, ricchi di speranza e vita che viene dispersa in quelle stesse onde che da un momento all’altro segnano una catastrofe. Non lasciamo che questa vita, questa salvezza resti un segreto custodito dal mare, cerchiamo di sconfiggere l’orrore ogni giorno, così che l’acqua possa diventare soltanto un bene a cui tutti possono accedere, in qualunque parte del mondo. Potrà salvarci solo la conoscenza, l’empatia, il donare parte di noi agli altri e accogliere l’altro. Ci salveremo se terremo bene a mente la storia, la realtà da cui voliamo salvarci, così Claudia, Paola, Valeria e le milioni di voci in quel mare vivranno e la loro speranza, il loro sogno verrà coronato.
Il Canto delle Onde
Autore: Marco Rincione
Illustratrice: Loputyn Età consigliata: dai sedici anni in su
Casa editrice: Shockdom
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