di Clara Sorce
Ci sono libri che seguono un andamento orizzontale, altri che ne seguono uno giocoso ma ci sono libri che seguono un andamento verticale.
Una casa editrice un po' matta (e poi capirete perché) ha concepito un libro che ha proprio un andamento verticale, ma quest'albo non ha solo questa peculiarità di lettura ne ha tante altre tutte da scoprire!
Matti da rilegare è una casa editrice frizzante in cui si fondono parole, illustrazioni, musica, danza e laboratori creativi. Questa fucina creativa ha la vocazione a raccontare storie. Non è un caso il nome scelto per questo progetto editoriale sia Matti da rilegare perché attraverso questo gioco di parole si legano assieme differenti attività e modi di raccontare una storia partendo dall'ascolto, esperienza passiva, in un'esperienza attiva e relazionale. Il risultato? Albi "relazionali", che trasmettano il calore e la gioia di stare insieme, un oggetto che contiene al suo interno sorprese. Non si tratta semplicemente di un testo ma di una esperienza totale in cui il fruitore si immerge. Non solo lettura ma musica, danza e sviluppo della creatività perché per ogni albo è pensata un'attività laboratoriale da hoc, come le canzoni concepite per ogni storia che a volte diventano punti d'ispirazione per gli albi, ad opera di Alberto maestro di musica (diplomato in clarinetto) e produttore/arrangiatore (Città della musica) e di Vittorio Venturini autore e compositore (diplomato alla scuola di Mogol). Un ulteriore aspetto di qualità è la produzione e la realizzazione in Italia con carte provenienti da foreste gestite con i principi di ecosostenibilità e in aziende rispettose dei CCNL.
Piccoli gnomi tra gli albi del catalogo di Matti da rilegare vi racconta Il seme di Ilaria Zanellato e Gianluca Mazza. Si tratta di un albo a leporello lungo 240 cm, elemento estetico ma al contempo funzionale alla lettura e all'utilizzo creativo dell'albo. La vicenda si sviluppa in un "alto" palazzo in cui su un davanzale di una finestra stava riposto un vaso. Una notte il vento vi portò un seme. Non era un seme come tanti altri, ma quel palazzo, quel vaso e quella notte lo erano, ma non potevano mai immaginare che da quella notte sarebbero diventati diversi... Al mattino Margherita aprì la finestra e con sorpresa vide due limoni gialli appesi ad una piccola piantina. Annusò l'aria e ...
Chissà perché, chissà per come …
Le ricordò l'aria fresca e profumata a casa dei nonni. Margherita era da molto tempo che non li andava a trovare così quel giorno invece di andare a lavoro andò alla casa di riposo a trovare nonno Anselmo e nonna Lucilla.
Arrivò la notte e la pianta crebbe. Fino al piano di sopra.
Questo seme non è come gli altri, è un seme che cresce e si sviluppa come ogni persona che ogni giorno compie piccole azioni che lo fortificano e lo portano alla propria crescita. Questo particolare seme non è magico è un seme che parla di noi, dei nostri ricordi del nostro vissuto e che ci fa consapevoli di ogni nostra azione mutandola in una buona, gentile ed affettuosa verso le persone a noi care, che sia un amico, i nonni o la fidanzata.
Il seme cresce e arriva alla finestra di Gianni il quale vide alla sua finestra il colore intenso delle rose che lo portarono a pensare ad Alice, la sua fidanzata con la quale aveva litigato e con cui non parlava da un po'. Così Gianni prese il telefono e le telefonò facendo la pace. Venne la notte e la pianta crebbe fino a raggiungere la finestra di Gina e del ragionier Pinotti e del piccolo Francesco, il quale trovò un Baobab in balcone che gli fece pensare al suo compagno di scuola Nelson, il quale proveniva dal cuore caldo dell'Africa. Quel pomeriggio Francesco andò a casa di Nelson a fare i compiti e quando ebbero finito giocarono agli esploratori.
Tutti nel palazzo avevano avuto un'evoluzione come il seme, così questi continuò a crescere fin sopra il tetto dove trovò Romeo il gatto del ragioniere Pinotti. Questi con un colpo di coda lo fece volar giù
Da un tetto come tanti altri, di un palazzo come tanti altri, in una città come tante altre, una notte il vento soffiò lontano un mese. Non era un seme come tanti altri.
E il seme giunge fino a noi perché sul retro dell'albo troviamo proprio il palazzo della storia appena letta in cui veniamo invitati a compiere degli interventi creativi.
Possiamo personalizzare ogni finestra con elementi dei nostri ricordi o dell'esperienza appena vissuta. Si possono scrivere pensieri o personalizzarlo con la propria foto e con la pianta che più ci rappresenta. Al fruitore è dato libero sfogo alla propria creatività.
Ma come vi annunciavo all'inizio di quest'articolo i libri di Matti da Rilegare contengono svariate soprese e anche nel Il seme ne troviamo una. Nel lato sinistro del palazzo vi si trovano dei numeri che servono a misurare l'altezza. Un misuratore di crescita.
Così come il seme cresce, incontra persone e nutre i loro ricordi anche tu cresci e ti nutri dell’amore che ti donano le persone intorno a te.
Quest'albo mi ha fatto riaffiorare alla mente un principio del pensiero pedagogico di Friedrich Wilhelm August Froebel, ovvero la visione dell'infante come un seme. Come nelle piante la fase più delicata della crescita è il primo sviluppo dal seme deposto e quest'albo ci racconta proprio questo, ma non importa che sia un bambino, un adulto o un anziano ciò che conta è coltivare quel seme deposto con amore e cura che si rivolge anche agli altri. Il seme non è solo un oggetto editoriale ricco è anche uno spunto alla riflessione, al rispetto e all'amore che le persone a noi care donano, gesti che anche noi riponiamo in loro.
Il seme
Autrice: Ilaria Zanellato
Illustratore: Gianluca Mazza
Casa editrice: Matti da rilegare
Età di lettura: dai 7 anni in su
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