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Il teschio

di Clara Sorce





Ci sono storie che non possono e non vogliono stare in silenzio su uno scaffale di una biblioteca. Sono storie antiche tramandate di bocca in bocca, di penna in penna: sono le fiabe. Jon Klassen è stato sedotto da una in particolare, una storia oscura, come è il cuore del bosco, come i sentimenti più bui che provano gli esseri umani, si tratta del libro Il Teschio edito da Zoolibri.


Ho trovato questa storia in una biblioteca in Alaska. Ero lì per fare una presentazione in biblioteca e stavo guardano i libri sullo scaffale prima di iniziare. Ho scelto un libro di racconti folcloristici tirolesi, ho guardato l’indice e ho visto una storia intitolata Il teschio.

Con queste parole l’autore Jon Klassen ci invita ad addentrarci in una storia appartenente al folklore tirolese che ha del magico, dello straordinario, ma soprattutto, una storia che ha come filo conduttore la salvezza e la libertà. La storia viene investita dallo stile del Klassen che cala quest’ultima in tinte fredde illuminate da spaccati di luce in cui il segno si fa forte, incisivo ma al contempo morbido e descrittivo. La storia, come ogni fiaba che si rispetti, viene rielaborata dal Klassen in una versione che è frutto di un ricordo e di una rielaborazione spontanea. L’autore dopo aver letto la storia de Il Teschio è tornato alla sua “vita di sempre” ma la storia continuava ad affiorargli nella mente, si mise, quindi, a compiere delle ricerche entrando in contatto con la stessa biblioteca in Alaska. Quando il Klassen si ritrovò di nuovo tra le mani la storia de Il teschio si accorse che ormai la sua mente inesorabilmente aveva mutato la storia dandogli un’altra forma, ciò rende le fiabe uniche; esse sono una costante fonte di comunicazione. Si modellano al tempo, all’autore, all’illustratore e Il Teschio non fa eccezione.


Mi piacciono i racconti popolari perché è questo che dovrebbe accadere. Dovrebbero essere cambiati da chi li racconta e non risultare mai due volte nello stesso modo.

Il Teschio non è stato concepito dall’autore come albo illustrato. Il libro si struttura in capitoli, è presenta la forma narrativa di un libro illustrato in cui le tavole illustrano e sviluppano la storia di Otilla una bambina che sfugge dalla sua casa natia, ma non ci è dato sapere il perché di tale fuga, una volta giunta nel cuore del bosco trova rifugio in un singolare castello abitato da un teschio. L’autore incentra le sue tavole in uno straordinario gioco di rimandi e di sguardi. Entrambi custodiscono un segreto, ma non solo questo lega la bambina e il teschio. Entrambi scappano da qualcuno. Una volta accolta in casa dal teschio Otilla scopre l’abitazione e piccoli barlumi di chi l’ha abitata e continua ad abitarla. Il teschio intuisce che la bambina ha bisogno di un luogo in cui sentirsi libera e la piccola Otilla capisce che il teschio ha paura dello scheletro che ogni notte si aggira per la casa. Tra i due nasce un tacito accordo per cui entrambi possano acquisire la libertà tanto ricercata, ma, soprattutto, l’acquisizione di un nuovo inizio che li vede uniti nella reciproca compagnia. L’opera concepita dal Klassen ha del perturbante, aspetto questo, che viene veicolato dal testo e dalle illustrazioni che mitigano ad esempio l’angoscia o il terrore che il lettore prova. Trovo che questa rielaborazione del Klassen abbia molto da comunicarci soprattutto in maniera inconscia, perché quest’opera stessa è frutto di un lavoro inconscio che si connette non soltanto con il suo lettore piccolo o grande che sia, ma con l’esigenza che ha l’essere di quel brivido che porta con sé i racconti che appartengono al folto e oscuro cuore del bosco.


Il teschio

Autore: Jon Klassen

Casa editrice: Zoolibri

Età consigliata: dai sette anni in su

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