di Clara Sorce
La candida neve rende tutto il mondo attorno a sé silenzioso. Tutto si tinge di nero e bianco, con poche sfumature di grigio, un chiaro e scuro netto, freddo. Non c’è colore. Ad un tratto una piccola macchia di colore. È il rosso scarlatto di un pettirosso.
Chi s’aggrappa al nido non sa che cos’è il mondo, Non sa quello che tutti gli uccelli sanno E non sa perché vogliono cantare Il creato e la sua bellezza.
Anonimo, La canzone dell’uccello, 1941.
1941 è un anno storico assai cruento e triste, non lo si ricorda come un periodo storico a colori bensì con tinte nere e bianche. È un periodo storico fatto di forti contrasti di chiaro e scuro non c’è spensieratezza, non c’è gioia, non c’è libertà, a volte non c’è neanche la speranza. Quel periodo buio oggi lo ricordiamo perché atti cosi non si ripetano più, lo ricordiamo per rammentarci quanto sia potente la forza del colore per le nostre vite.
Ed il colore, quel rosso scarlatto, è la nota potente, quella speranza che c’è sempre e che tutti attendevano in quel lontano 1945. Quel piccolo pettirosso è la voce narrante di una storia, la storia di Sara e del volo che lei ed altri piccoli hanno compiuto.
Il volo di Sara di Lorenza Farina con le poetiche e toccanti illustrazioni di Sonia M. L. Possentini, edito da Fatatrac, ci narra del giorno in cui la piccola Sara giunse in un campo di Concentramento.
L’albo ci narra di un giorno in cui il più delicato colore, il turchese, si spense ma anche di come il pettirosso scarlatto diede forza e speranza alla piccola. È un tardo pomeriggio di novembre e in un albero spoglio stava appollaiato un piccolo pettirosso. Il piccolo si guardava intorno in cerca di colore, in cerca di vita, ma vide soltanto
baracche grigie recintate da reticolati di filo spinato
Attorno a se solo desolazione … perfino l’aria non aveva una nota profumata solo
odore acre e nauseabondo che neppure il vento riusciva a dissolvere.
In lontananza lo sbuffo di un treno. Non era un treno comune, con i bei vagoni che trasportano i passeggeri per i loro viaggi, questo aveva in tutto e per tutto l’aspetto di carro bestiame, al suo interno però c’erano persone, donne e bambini.
Giunti a questo punto della storia, egregiamente pensata dalla penna di Farina, tratteniamo il fiato percepiamo insieme al nostro piccolo narratore la paura di quelle persone. Paura del loro destino, di cosa gli sarebbe successo una vota scesi dal treno. La Possentini ci restituisce tutto ciò in immagini potenti. Donne e bambini da sguardi vuoti, la cui luce è stata spenta, l’unica nota di colore la stella gialla. Come bestiame marcato, questo aveva concepito il regime Nazista ma non è così, quella stella non doveva e oggi non deve essere il simbolo di un “bestiame”.
L’illustratrice ci restituisce con il suo tratto i pensieri di quelle persone, di donne e bambini. Cosa mi aspetta? Che ne sarà del mio bambino? Dove sono? Possiamo immaginare, se non sentire, quei pensieri. Lì tra tutte quelle persone c’è una piccola bambina che ha un nastro turchese tra i lunghi capelli, è Sara. Lei e il pettirosso si notano subito, per lei una consolazione una nota di colore in quel luogo scuro, per lui una luce da mantenere in vita.
Sara e il pettirosso cominciarono insieme a vivere, l’uno il sostentamento dell’altro.
Decisi che non l’avrei mai lasciata sola. Sarei stato io a farle da madre e da padre, sarei stato io la sua voce.
E così è stato tanto da prestarle le sue ali perché fuggisse via da quel luogo
La vidi librarsi nel cielo non più grigio, ma azzurro come il vestito che ora indossava, come il nastro che ora le cingeva i capelli.
Le autrici ci narrano in maniera poetica, puntuale, il dramma di miliardi di persone che vissero nei campi di concentramento. Il punto di vista del pettirosso è la voce di tutte quelle piccole luci, i bambini che vissero in quelle condizioni di vita, scure, estreme. La storia di Sara è una storia che porta piccoli e grandi lettori a riflettere su quanto sia preziosa la libertà, la pace, la vita.
Il volo di Sara
Autrice: Lorenza Farina
Illustratrice: Sonia M. L. Possentini
Casa editrice: Fatatrac
Età consigliata: dai otto anni in su
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