Io sono Io. Letteratura, identità, stereotipi.
- Doriana Bruccoleri
- 1 nov 2022
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
di Doriana Bruccoleri
«Chi sei?» è la domanda che ci viene posta con più frequenza quando siamo piccoli, ed è una domanda che, inevitabilmente, ci accompagnerà per il resto della nostra vita. Nel corso di tutto questo tempo la risposta cambia inesorabilmente, non solo perché cambiamo noi, ma cambiano anche i termini secondo cui rispondere a tale quesito. In questo contesto, leggere può rivelarsi uno strumento di libera esplorazione del proprio mondo interiore e del mondo degli altri. Soprattutto durante l’infanzia, il contatto con le storie aiuta i bambini a costruire la propria identità, a difendere le proprie idee superando il conformismo e gli stereotipi che stanno alla base di ogni discriminazione.
Leggere, leggere storie, leggere libri ci aiuta a stare meglio nel mondo. […] La voce di un altro che ci legge, quando ancora non sappiamo leggere in proprio (e magari anche dopo) e le parole stampate sulla carta ci aiutano in questo, anzitutto: a scoprire che ci sono altri, altri mondi, altre storie, e tra gli altri noi.
(De Mauro 1999, p. 7)
Un genere diverso di storie
Negli ultimi anni, la letteratura per l’infanzia si è arricchita di storie “alternative” che si svincolano da una narrazione tradizionale basata sul retaggio storico-culturale che ha prodotto stereotipi di genere (la destinazione di ruoli e di atteggiamenti prettamente maschili e femminili). Per esempio, nel 2013 è nato Settenove, il primo progetto editoriale italiano interamente dedicato alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere con una particolare attenzione verso la narrativa per l’infanzia e l’adolescenza.
Di seguito, un piccolissimo elenco di albi illustrati che, attraverso la narrazione e i disegni, costituiscono un modo per accompagnare i bambini nel processo di esplorazione della loro identità e l’accettazione del proprio mondo e quello degli altri. Alcuni di questi titoli affrontano specificatamente l’argomento dell’identità di genere, mentre altri narrano storie che “semplicemente” invitano i piccoli lettori a prendere le distanze dalle convenzioni e orientarsi verso scelte più libere che li facciano sentire loro stessi.

Tramonto di Alessandro Ghebreigziabiher e Alessandro Ferraro (2002)
È il cammino alla ricerca di se stesso e della propria identità percorso da un ragazzino il quale è sospeso tra due mondi e tra due luci, ma è frutto di un unico amore. Il tramonto può raccontare una metafora di transito, di confine, di incontro tra due diversi mondi.
I cinque malfatti di Beatrice Alemagna (2014)
I cinque malfatti sono cinque tipi strani, malfatti e tutti diversi. Un giorno, tra loro, piombò il Perfetto… Una storia brillante, leggera e profonda, che insegna a vivere imperfetti e perfettamente felici. Come? Trasformando difetti e mancanze in punti di forza e guardando il mondo da un altro punto di vista. (Della stessa autrice vale la pena segnalare anche La bambina di vetro, 2020)

Ettore. L’uomo straordinariamente forte di Magali Le Huche (2014)
Ettore è un uomo tanto forte e virile quanto gentile, aggraziato e nonviolento. Lavora in un circo e tutti lo adorano, ma sarà ancora così quando scopriranno il suo segreto? Una storia che spazza via in un colpo di uncinetto gli stereotipi machisti.

Nei panni di Zaff di Manuela Salvi e Francesca Cavallaro (2005)
Zaff, il bambino il protagonista vuole diventare una principessa e per tale motivo viene giudicato in modo negativo dai coetanei e dagli adulti che lo orientano verso ruoli più tradizionali. Un libro che parla ai bambini, ma che è anche un messaggio per gli adulti perché ne accompagnino la crescita senza ansia e senza atteggiamenti di controllo o, peggio, di emarginazione.
Piccoli Gnomi ha recensito questo albo, lo trovi qui.

Selvaggia di Emily Hughes (2015)
Selvaggia è una bambina “selvatica” perché cresciuta in mezzo alla foresta, accolta con amore dagli animali che le hanno insegnato a mangiare, a parlare e a giocare. Un giorno però, le si avvicina una creatura mai vista che le assomiglia moltissimo e le dice che vorrebbe introdurla negli agi di quella che chiamano «civiltà». Un’ode alla libertà.

La principessa e il drago di Robert Munsch (1980)
C’era una volta un principe poco principesco, un drago presuntuoso, una principessa coraggiosa: una storia con i protagonisti tipici delle fiabe interpretati in una veste tutt’altro che tradizionale. Un classico vintage tra gli “alternativi”.

La questione del genere nei libri per l’infanzia
L’incontro con la diversità, il coraggio della divergenza e la ricerca della propria verità (ciò che è bene per noi stessi) sono i nodi narrativi con cui la letteratura d’infanzia di qualità affronta i temi complessi e “difficili” come l’identità di genere, oggi al centro di molti dibattiti educativi.
Nello spettro dell’ampia questione identitaria, l’identità di genere – il sentirsi donna, il sentirsi uomo, entrambi o nessuno – ha un grande peso per com’è costituita la nostra società, i grandi movimenti per i diritti e le inarrestabili polemiche createsi intorno ne sono la prova. Cos’è l’identità di genere? L’identità di genere è legata (ma non corrisponde!) al sesso biologico, all’orientamento sessuale e al desiderio sessuale. Essa è il complesso risultato, mai definitivo, dell’influenza e dell’interazione tra fattori biologici, cognitivi e socio-culturali.
Il genere sessuale è una questione complessa, ma importante da cui dipende moltissimo dello stare bene con se stessi e con gli altri, dato che dalla “norma” di genere scaturiscono gli stereotipi e i pregiudizi, elementi che stanno alla base di ogni tipo di discriminazione. Per questo è fondamentale affrontare il discorso sul genere fin dalla prima infanzia, senza ansie e paure, cercando di scacciare il tabù che vi si è costruito intorno.
In che termini parlarne? Innanzitutto, ciò che si può fare è insegnare ai bambini a riconoscere gli stereotipi culturali e sociali che impongono di conformarsi a modelli predefiniti educandoli all’elasticità mentale e all’esercizio del pensiero critico. In poche parole, insegnare ai bambini a confrontarsi innanzitutto con la realtà (e non con un’idea precostituita) ed essere sempre pronti a rivedere la propria opinione in nome del rispetto verso gli altri, per stroncare fenomeni quali sessismo, razzismo, omofobia.
Il ruolo della letteratura
Tuttavia, non si può ridurre il ruolo della letteratura per l’infanzia a uno scopo prettamente “morale”, sarebbe un ulteriore sbaglio legato a una logica quasi propagandistica. Al contrario, lo specifico pedagogico dei libri è rappresentato dalla diversificazione delle storie proposte che concorre all’edificazione di un immaginario in cui le possibilità sono molteplici e fluide, al fine di sviluppare un’immunità alla facile logica degli stereotipi. Un’immaginario votato alla “comprensione” «intesa non solo come “conoscenza”, ma anche come “vicinanza affettiva” e quindi “apertura” agli altri e a se stessi.» (Grandi, 2015)
Di certo non esiste un’influenza diretta dei libri sulla costruzione della propria identità, piuttosto quello che esiste è la possibilità di ritrovarsi in una storia. A cosa servono i libri se non a sperimentare possibilità di vita?
In un’intervista a seguito una polemica riguardante uno dei suoi libri più famosi, Ascolta il mio cuore, la scrittrice per ragazzi Bianca Pitzorno, da sempre sensibile alla questione del genere parla del ruolo della letteratura nella vita di ciascuno:
La letteratura, oggi più che mai, deve permetterci di vivere vite che non sono la nostra, di scoprire altri mondi, altri modi di pensare, ma anche di consolarci, se ci sentiamo incompresi e isolati, scoprendo fratelli che ci somigliano. La funzione, in definitiva, di farci conoscere gli altri e di farci sentire meno soli.
Se durante la primissima infanzia alla domanda «Chi sei?» basta rispondere con il proprio nome, quando cresciamo si rende quasi necessario definirsi il più possibile rispetto agli altri, rispetto a una categoria di appartenenza per renderci il più possibile facilmente comprensibili e conformi alla società. Il fatto è che non c’è ragione per cui capire una persona debba essere facile, poiché si rischia di perdere la complessità che rende unico e irripetibile un individuo, la cui singolarità è composta da mille sfumature cangianti che mutano con il tempo attraverso l’esperienza. Quindi, alla fine, la risposta più completa e speciale alla domanda «Chi sei?» è proprio «Io.» Chi altro sennò?
Bibliografia
De Mauro, T., Introduzione in Denti, R., Pitzorno, B. e Ziliotto, D., 100 libri scelti da Roberto Denti, Bianca Pitzorno,
Donatella Ziliotto per navigare nel mare della letteratura per ragazzi, Salani, Milano, 1999
Grandi, W., Narrare incontri. La letteratura per l’infanzia e l’educazione interculturale in “Educazione Interculturale” Volume 13, Numero 3, Ottobre 2015
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