top of page

Passare il fiume

di Clara Sorce





Ci sono tecniche artistiche che portano in sé un grande senso comunicativo. Il segno duro delle incisioni, piuttosto che la trasparenza dell’acquerello, può raccontarci di un avvenimento aspro, buio, o una denuncia forte e urlata. Quando mi approccio ad un albo ad opera di Simone Massi, contraddistinta per la tecnica dell’incisione, non posso che rimanere stupita non solo dalla grande maestria e padronanza della tecnica dell’artista ma soprattutto da come se ne fa uso per far “vibrare” il racconto. Racconti che traggono il loro incipit creativo da fatti realmente accaduti come nel caso dell’albo Il Maestro, edito da Orecchio Acerbo, che tempo prima vi ho raccontato, un albo che narra della grande rivoluzione attuata da Don Milani e i suoi ragazzi a Barbiana. L’albo che vi sto per raccontare è reso dalle tavole del Massi ancor più “incisivo”, una storia vera che rivela tre spaccati di vita legati da un fiume. Passere il fiume di Alessio Torino e Simone Massi edito da Orecchio Acerbo vede i due grandi autori uniti in un racconto “corale” in cui la condivisione delle radici dell’Appennino marchigiano diventano il pretesto per raccontare l’umanità nei suoi bagliori e nel nero delle sue ombre. Una storia vera Passere il fiume che si intreccia con la verità storica di un periodo storico che oggi più che mai ci deve far riflettere sull’importanza del diritto alla vita. Siamo nel 1944 nell’Appennino umbro-marchigiano. I nazi-fascisti rastrellano la zona, lì si nasconde una famiglia ebrea, con loro la piccola Charlotte.


Sei arrivata a Secchiano nascosta in un carretto. Scappata con i tuoi genitori senza nemmeno il tempo di fare i bagagli. È il 1944 e tu hai sei anni. Charlotte.

Una voce narrante ci racconta la storie di queste vite intrecciate a cui il Massi da una forma imbastendo con il suo segno incisivo la storia di ogni persona come la piccola Charlotte che viene ritratta in primo piano con il suo piccolo viso triste e malinconico. A custodire le vite di Charlotte e dei suoi genitori, il segreto più prezioso e pericoloso che ci sia, sono due persone: don Celli, il parroco e Samuele Panichi, anarchico tornato dall’America a combattere nella Resistenza. Il mondo si riduce in mure che celano l’universo perché in quei terribili anni famiglie come quella di Charlotte venivano ricercate


Anche giù dal cielo. Vogliono trovarvi tutto.

E allora cosa fare? Nascondersi accanto ad un fiume. Il fiume diventa un “passaggio” verso la libertà, ma è anche speranza, protezione. L’albo si caratterizza da delle tavole mute e altre composte come un’inquadratura cinematografica, ci raccontano le vite nascoste tra la paglia, un asinello come compagno di gioco. Tutti però cercano Charlotte e la sua famiglia, ma anche Samuele Panichi. Lui è il primo a passare il fiume. Fiume che con il suo lento fluire dona di nuovo la vita a coloro i quali era stata negata. Si dice che il tempo cancella ogni cosa ma non è cosi. I nazi-fascisti non si dimenticano di Samuele Panichi, con la sua famiglia, né di Charlotte. Don Celli mantiene il segreto ma viene arrestato. Internato prima a Fossoli poi portato a Mauthausen Don Celli passerà anche lui il fiume, come polvere la sua esistenza viene a contatto con il Danubio per farne parte. Testimone silente della sua storia, della storia di molti che come lui hanno condiviso questo tragico destino. A Secchiano, invece, il mulino nasconde Charlotte e i suoi. E la mugnaia li sfama. Fino all’arrivo degli Alleati. Le tavole che illustrano questo momento sono estremamente commoventi. In primo piano sono le mani. Mani che asciugano le lacrime. Lacrime queste di sollievo, commozione, ma anche per chi non ce l’ha fatta.


Le campane suonano per i carri armati, suonano per la gente di Secchiano e per i soldati. Suonano per il mulino giù al Bosso, suonano per voi.

Liberi. Charlotte e la sua famiglia sono liberi. Liberi di vivere la loro vita come il lento fluire delle acque di un fiume.


 

Passare il fiume

Autore: Alessio Torino

Illustratore: Simone Massi

Casa editrice: Orecchio Acerbo

Età consigliata: dai quattordici anni in su

Comments


bottom of page