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La piccola civetta di natale

di Clara Sorce





Novembre è giunto al termine ma non prima di avere cominciato a decorare le nostre case, le città, con le decorazioni natalizie. Tutto è pronto! Le iconiche luci sono affisse, gli alberi di Natale sono decorati e piccoli elfi e Babbi Natali compaiono ovunque. Il Natale si caratterizza soprattutto per alcune tradizioni iconiche che sono diventate talmente popolari da entrate nelle “tradizioni” dei nostri tempi contemporanei. Tra queste, come non citare l’iconico, maestoso, scintillante albero del Rockefeller Center. Propio questo rappresentativo emblema natalizio diventa fonte d’ispirazione per una storia ironica e riflessiva. La piccola civetta di Natale di Daisy Bird e Anna Pirolli edito da Fatatrac. L’albo si caratterizza per delle tavole dal colore corposo, dalle tinte fredde come lo è l’inverno. La narrazione si apre dalla sua risguarda. A darci il benvenuto è un bell’abete con sopra alla sua vetta una piccola civetta che ci guarda di traverso incuriosita. Entriamo nella storia. Un folto bosco, come nelle iconiche sfere di natale con la neve dentro, si tinge di bianco. Grossi fiocchi bianchi riempiono la scena, in lontananza una linea serpentina. Una strada percorsa da un camioncino giallo, dove sarà mai diretto? Tra i fiocchi si scorge un piccolo puntino che solo soletto cerca di richiamare qualcuno


Uh-uh-uuuuh!

È la piccola civetta. Lei era proprio piccina, tanto che tutto nella foresta le sembrava più grande di lei, questo le incuteva paura, ma c’era un posto dove più di tutti si sentiva al sicuro: il suo grande abete. Dentro il suo caldo nido si sentiva protetta, nulla poteva spaventarla perché era a casa tra quelle fruscianti fronde verdi. La vita scorreva serena non avrebbe mai pensato che


Una fredda mattina, nella foresta si senti un rumore nuovo

Erano i grandi camion con le loro gru. Il bosco si popolava di nuovi esseri e tutti gli animali erano impauriti. Tutti corrono a nascondersi ma incuriositi osservano quegli esseri con gilet e con in testa strani cappelli. Gli uomini giunti nel bosco cominciano ad osservare gli abeti. Sono alla ricerca di un grande abete e quando lo trovarono cominciano ad abbatterlo senza sapere che quello scelto era anche la casa della piccola civetta. La piccola non si accorse di nulla perché dovete sapere che


Le civette possiedono un udito ACUTISSIMO, tranne quando dormono profondamente.

L’albero si scuote la civetta si sveglia, non capisce cosa sta accadendo. I piccoli lettori piano piano si inclinano come la piccola civetta chiedendosi, come lei, cosa sia.


Un temporale? Il fiume? Una valanga? È la fine del mondo?

Voltiamo pagina e l’ironia comincia sempre più ad essere “pungente”. Il punto di vista si capovolge, il nostro sguardo coincide con quello della civetta. La lettura del libro adesso è in formato calendario. Siamo distesi come lo è il grande abete. Il bosco è triste per quella perdita, anche gli animali sono tristi. La sua caduta svela un lago con attorno le case. Gli uomini compiono gesti con le braccia, cosa vorranno dire? Che fine ha fatto la piccola civetta? Lei non sa cosa sta accadendo è stordita da quegli avvenimenti, le sembra che sia venuta giù una valanga. Voltiamo pagina: lo scenario cambia. Non si scorge più il bel bosco, al suo posto il profilo di una città con i suoi alti grattaceli in mezzo una grande vastità di acqua, forse un fiume o un mare. Dall’altra sponda ecco il grande camion che trasporta il grande abete. Due piccoli occhi ci fissano. Il viaggio continua fino al cuore della città al Rockefeller Center. Il punto di vista si raddrizza pian piano che l’albero viene issato. La nostra piccola civetta sta sempre lì nel suo nido fino a quando un addetto ai lavori non si accorge di lei. Allora si attivano tutti i protocolli per reinserirla nel suo habitat naturale dove finalmente troverà una compagnia dopo tante avventure.


L’opera delle due autrici come detto sopra è ironica ma al contempo riflessiva. Le illustrazioni corpose, giocose, fanno da risonanza al testo. La storia della piccola civetta è tratta da una storia vera. Questo accadimento non ha solo portato ispirazione per quest’albo ma deve far rifletterci, la Bird e la Pirelli ci conducono a ciò, quanto per amor del consumismo, delle decorazione, per amore dell’apparenza narcisistica dei nostri tempi non rispettiamo l’altro. La storia della piccola civetta ha un risvolto positivo, qualcuno si accorge della sua presenza e si attiva la preziosa catena di salvataggio, cura, reintegrazione nel proprio habitat; ma quando questo non accade? La civetta viveva quegli eventi come una valanga mentre gli umani vedevano solo le luci sfavillanti pensando solo a vivere l’euforia del momento. Le artiste, attraverso la figura della civetta, ci ricordano come il Natale debba riecheggiare gioia ma anche rispetto per gli esseri. Un messaggio che trasmettono ironicamente e giocosamente ai piccoli che vivono il presente per renderli critici e consapevoli.


 

La piccola civetta di natale

Autrice: Daisy Bird

Illustratrice: Anna Pirolli

Casa editrice: Fatatrac

Età consigliata: dai quattro anni in su

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