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La regina nel bosco

di Clara Sorce





Spesso quando leggiamo un libro proviamo una sorpresa. Questa può essere piacevole o sgradevole, paurosa o sconvolgente. La regina del bosco di Neil Gaiman e Chris Riddell è un libro illustrato sorprendente. La trama inizialmente può apparire al lettore scontata, il classico mix delle note fiabe di Biancaneve e Cenerentola, ma man mano che ci inoltriamo nella lettura ci sorprendiamo dell’abilità di Gaiman nel tessere una rete fitta di riferimenti colti, come i nani, creature fantastiche appartenenti alla cultura nordica, che non tradiscono le sue origini inglesi. Ad impreziosire ancor di più troviamo le illustrazioni di Chris Riddell che con il suo segno marcato e le figure monumentali, create con la tecnica della penna e impreziosite con inserti di oro laminato, ci introduce in una storia aspra e scura.


Era il regno più vicino a quello della regina, in linea d’aria, ma quell’aria non la sorvolavano nemmeno i corvi.

Inizia così un racconto che non ha nomi ma che ha dello straordinario. Dei nani sono diretti dalla regina, loro attraversando le profondità della terra percorrono l’aspra montagna fino a giungere alla locanda del regno. Si stupiscono del fatto che quel luogo era brulicante di persone, cosa che normalmente non si vede. La ragione per cui tutte quelle persone sono riunite lì è per una epidemia del sonno. Tutte le persone del regno vicino inspiegabilmente sono crollati in un sonno profondo senza riuscire a destarsi. I nani si insospettiscono della faccenda e cominciano a fare domande. Le persone rifugiatesi iniziano a raccontare di un castello incantato che cent’anni prima aveva portato i suoi abitanti in un sonno profondo come la morte dopo che la principessa il giorno del suo compleanno si era punta con un fuso. Ottant’anni dopo quel sortilegio si propagava per tutto il reame. Nel frattempo la regina si prepara alle sue nozze ma nulla ci fa immaginare che sia una regina canonica. Lunghi capelli neri, pelle candida e l’armatura all’angolo della stanza, si tratta di un cavaliere. I nani raccontarono l’accaduto alla ragazza che messa la sua l’armatura partì con i tre nani alla scoperta di quel mistero. Lei era l’unica che poteva spezzare l’incantesimo perché lei stessa era stata vittima dell’incantesimo del sonno.


Nel vecchio castello tra lenzuola cremisi giaceva una giovane fanciulla dai lunghi capelli d’oro, al suo fianco una vecchia che si aggira sicura tra le mura con il suo bastone. Non possiamo che chiederci è lei la strega malvagia? La regina è Biancaneve? È una rilettura della Bella Addormentata? Man mano che procediamo con la lettura i quesiti aumentano e la storia si scurisce sempre di più. Il segno delle opere sono incisive, i segni sono neri e forti, le grandi tavole ci meravigliano nello scoprire un regno brulicante di magia. La regina avanza nella sua impresa scoprendo che gli “addormentati” si muovono con gli occhi chiusi o aperti senza che la loro iride sia visibile. Che siano maledetti dalla vecchia maga? Di fatto l’anziana quando vede arrivare la regina cerca di scappare nelle segrete ma viene impedita dai nani. Ed è qui che ci sorprendiamo perché scopriamo cosa si cela in quel sonno perenne.


Ti porto via il sonno, ragazza, proprio come ti porto via la capacità di farmi del male nel mio sonno, perché qualcuno dovrà pur essere sveglio mentre io dormo. Anche la tua famiglia, i tuoi amici, il tuo mondo dormiranno.

Era la confessione della malvagia strega. Quella fanciulla che ha dormito per cent’anni non era che la malvagia strega che tesse un piano per riacquistare la giovinezza e la forza perduta creando con il suo sonno un esercito docile al suo servizio. La malvagia non rubò soltanto la giovinezza alla principessa ma a tutti coloro che erano stati investiti dal suo sortilegio. Si nutrì di vita e sogni per tornare giovane e candida, ma i suoi occhi svelavano quanto erano vecchi come il mondo. A quella confessione l’anziana con in mano il fuso e il filo rosso della sua vita colpì la giovane. La trafisse al petto e si riprese i suoi sogni. Della strega non rimase che un mucchio di cenere, l’anziana riacquisì in viso il guizzo della giovinezza perduta, adesso poteva sognare e tutti si destarono dal loro sonno. E la regina? La regina fu libera di scegliere la direzione della sua vita.


La storia del Gaiman è scura perché ci fa riflettere su quanto l’umanità possa spingersi nella malvagità per raggiungere i propri scopi. La strega come la matrigna della regina non si fanno scrupoli ad uccidere qualcuno per la propria bellezza, per i loro scopi. La regina nel bosco è una storia che ci sorprende perché mette a nudo gli stereotipi, l’oscurità umana, rappresenta ciò che all’apparenza non sembra essere quello che pensiamo, bisogna, piuttosto, andare nelle profondità della terra per scoprire cosa si cela in ciò che appare scontato.



 

La regina del bosco

Autore: Neil Gaiman

Illustratore: Chris Riddell

Casa editrice: Mondadori

Età consigliata: dai tredici anni in su

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