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Lei Vivian Maier

Aggiornamento: 5 ago

Di Clara Sorce







Recentemente mi è capitato sempre di più che mi si ponesse una domanda che tocca molto il vissuto e l'intimità, la domanda è: Qual è l'oggetto che ti rappresenta o a cui sei legata?

Questa domanda mi ha portato a riflettere perché per quanto sia semplice e molti penseranno ovvia è una domanda alla quale rispondere è molto difficile. Qual è l'oggetto del cuore? A cui siamo legati o che ci rappresenta? L'oggetto in questione "parlerà" tanto di noi, racchiude le nostre passioni, il nostro carattere, i nostri sogni, il nostro vissuto. A questa domanda per quanto mi riguarda ci sto ancora lavorando ma penso proprio che sto arrivando alla risposta, si tratta di un viaggio molto importante che parla di me stessa ma anche di ogni singola persona. A tal proposito se si fosse rivolta questa domanda a una singolare tata newyorkese LEI avrebbe risposto senza indugio la sua macchina fotografica. La singolare tata in questione è Vivian Maier. Ella era molto legata al suo oggetto del cuore che la rappresentava ma oltre a questo per lei era la sua più fedele amica la sua Rolleiflex a pozzetto.

Lei Vivian Maier

Cinzia Ghigliano nel suo splendido albo Lei. Vivian Maier edito Orecchio Acerbo, Premio Andersen 2016 come Miglior libro fatto ad arte, comunica a pieno il senso della risposta a questa domanda. Ella attraverso l'occhio e la "voce" della Rolleiflex a pozzetto della Maier ci narra i suoi pensieri, le sue passioni, l'amore che provava per i più piccoli e il suo interesse per le persone, oggetto della sua personale ricerca fotografica, nonostante fosse taciturna e misteriosa, per lei le persone erano tutto. Ogni persona, ogni bambino, ogni nuovo e vecchio luogo erano storie da raccontare da fermare per costruire quel diario intimo e personale fatto di immagini in cui echeggia l'attimo, i suoni, gli odori, le risa dei bambini più tosto che la vivacità di New York e di Chicago.


Io sono la penna con cui quel diario è stato scritto. Io, l’occhio strano che ha testimoniato la straordinarietà del quotidiano.

Vivian teneva sempre la sua fedele amica vicino al cuore, erano inseparabili, chi la conobbe testimonia che la governante non usciva mai di casa senza la sua inseparabile macchina fotografica attorno al collo. La Ghigliano attraverso le suggestive illustrazioni, basate sulla scala dei grigi con pochi tocchi di colore per le parti luminose, si legano stilisticamente alle piccole in bianco e nero del periodo degli anni 50, in cui la Maier utilizzava la Rolleiflex a pozzetto, prima del passaggio successivo dove cominciò ad utilizzare il colore.

Il segno pittorico segnato da uno stile realistico è investito dal tratto evidente dei pastelli cretosi ci trasmette con carica espressiva gli autoritratti della governante fotografa e gli attimi di vita dell'America degli anni 50. Ogni tavola dell'autrice ci riporta lì in quelle strade in quegli attimi di vita, ogni volto ritratto ci racconta una storia proprio come le foto di Vivian. Straordinarie le tavole in cui vediamo la lunga ombra della tata dove viene catturata l'essenza della donna, silenziosa testimone del suo tempo, accompagnate dal testo che ci narra di LEI di Vivian una donna indipendente, libera e misteriosa che nel suo spazio privato ammassò fino all'orlo in un gruppo di armadietti rullini e pellicole dove fermava il tempo, istanti di vita racchiusi nelle sue immagini che hanno formato oggi grazie a questa curiosa tata la nostra memoria.


Vivian ha sempre vissuto sotto lo stesso tetto dei bambini di cui era tata. Voleva però una stanza tutta per sé con una speciale serratura che isolasse il suo regno dal resto della casa. Nessuno dettava regole a Vivian. Tutti rispettavano le sue.

Concludo con questa citazione in cui si racchiude a parer mio l'essenza di questa straordinaria donna. Cinzia Ghigliano ci ha donato una delle biografie più belle su questa insolita ma straordinaria tata newyorkese, che con un tocco di immaginario ci racconta il reale. Storia reale di una donna che con la sua fedele amica ci ha lasciato in eredità il tempo, il tempo vissuto e la vita che scorreva, raccontandoci la vita americana nella seconda metà del XX secolo. L'albo dell'Orecchio Acerbo è una lettura non solo per i piccoli ma anche per i più grandi che tramite questo meraviglioso albo dalle straordinarie illustrazioni e dal testo che tocca il cuore ci fa scoprire e far sentire vicino questa straordinaria donna Vivian.

Per chi volesse vedere gli straordinari scatti della Maier e i formidabili lavori ci Cinzia Ghigliano vi segnalo i siti internet


 

Lei. Vivian Maier

Autrice: Cinzia Ghigliano Casa editrice: Orecchio Acerbo Età di lettura: dai sei anni in su

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