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Meka Chan

di Clara Sorce





I segreti dello spazio hanno da sempre affascinato l’uomo. Ancora oggi non possiamo non stare col naso all’insù e non fantasticare su altre forme viventi oltre la nostra, o ancora sui fenomeni misteriosi che si creano nell’infinito spazio. Quando si pensa allo spazio lo si lega indissolubilmente al genere fantascientifico di cui la letteratura tutta e, la produzione cinematografica, si nutre per produrre opere che stanno al confine tra ciò che effettivamente accadrà in un futuro prossimo, si veda ad esempio le forme umanoidi e di intelligenza artificiale, e il sogno di un avanzamento tecnologico. Opere che ci portano indissolubilmente a riflettere quanto poi rimarrà della nostra umanità.


Un manga ci rammenta quanto sia importante essere “umani” anche in un mondo iper tecnologico. Meka Chan di Claudio Acciari edito da Bao Publishing è un’opera fatta di attimi sospesi, di dolcezza ma soprattutto di profonda umanità, un libro che fa commuovere ed emozionare i suoi lettori. Prima di cominciare a raccontarvi la straordinaria storia di Meka Chan vorrei soffermarmi sulla maestria compositiva del manga dove si evince il virtuoso talento, maturo, dell’Acciari. Concepito come se fosse uno storyboard Meka Chan si ispira alle forme di narrazione tipiche dei cartoni animati, dei fumetti e degli albi illustrati che hanno caratterizzato le produzioni e degli stilemi tipici delle produzioni televisive giapponesi degli anni che vanno dai Cinquanta ai Settanta. Forme morbide, bianco e nero, figure chibi ossia dalla testa grande e dal corpo proporzionalmente più piccolo, sono solo alcune delle caratteristiche che danno forma a Meka Chan. Osservandolo attentamente non possiamo che rintracciare influenze che si rispecchiano nello stile di alcuni maestri come Osamu Tezuka. La trama della storia di fatto non si distacca dalle produzioni artistiche di quegli anni ma l’opera dell’Acciari non viene concepita inizialmente come un manga. Meka Chan fa la sua prima comparsa nel 2009 nella video sigla di un cartone animato inesistente.


La storia si suddivide in quattro capitoli anticipati da un prologo che vede l’illustrazione dell’invasione della terra da parte di una pioggia di asteroidi vaganti avvistate nel 1971 dal pianeta terra. Inevitabile il loro impatto con conseguenze catastrofiche per la terra. Per ristabilire l’ordine viene affidato l’incarico ad un potere unico, un’istituzione chiamata Struttura. Alla Struttura viene affidato l’incarico di far fronte all’emergenza, a gestirla due persone Ms. Kurosawa, scienziata, e il Generale Mitsuo. Da quell’evento passarono tre anni ed è qui che comincia l’avventura straordinaria di Meka Chan.


Tutto ha inizio in un casolare di campagna dove viene accolto un anziano pittore di paesaggi. Yasujiro, questo è il nome del nostro pittore, anziché prestare attenzione al notiziario con le ultime notizie della Struttura viene rapito dalla forma e dalla grandezza di alcuni Limoni posti in una cesta, l’uomo si incuriosisce e chiede spiegazioni. Viene a scoprire che quelli sono i frutti di un albero con accanto uno degli asteroidi caduti sulla terra. Yasujiro pensando al fico del suo giardino propone di portare con sé l’asteroide così da poterla porre nel giardino al fine di utilizzarla come concime. Così facendo gli viene concesso il trasporto dell’asteroide, fino a casa sua, qui lo pone accanto all’albero di fico. La sera Yasujiro non può che sognare fichi appetitosi e di bell’aspetto che di lì a poco cresceranno, ma mai si sarebbe immaginato che durante il suo sonno, come la forza dirompente di una meteora, sarebbe arrivata Meka Chan fuori uscita proprio da quest’ultima. Al mattino Yasujiro conduce la sua vita, esce di casa, prende delle paste calde. Tutto tranquillamente ordinario fino al suo rientro in casa, qui trova in piedi una giovane svestita che non ha la più pallida idea di dove si trovi. La giovane non ricorda nulla né di sé né della sua vita passata, ma ritroverà i suoi ricordi quando sia lei che Yasujiro saranno costretti ad abbandonare l’abitazione del pittore per via di ciò che avvenne al mercato, dove si manifestano le capacità straordinarie della ragazza. Alla stazione grazie alla visione del manifesto che illustrava il progetto della Struttura Huge Dog ossia un grande cane spaziale che depositava in un pianeta recondito dello spazio nuove forme di vita umanoide composte a metà da una forma umana e l’altra da una forma cibernetica.


Queste forme umanoide man mano che si evolvono crescono sempre di più la loro forma robotica tranne Meka Chan che vive e si evolve in forma “umana” di fatto la ragazza sarà “esiliata” nella terra perché punita per il fatto che la sua empatia e il suo altruismo erano una macchia in quel mondo freddo e meccanico. Man mano che procediamo con la narrazione scopriremo che quello è il piano concepito da un umanoide che si è ribellato ai suoi creatori eliminandoli al fine di prendere il controllo assoluto della Struttura per i suoi scopi malvagi. Sarà grazie all’umanità di Meka Chan che si ristabilirà l’equilibro ricordandoci al contempo quanto sia importante l’empatia e l’altruismo negli esseri per restare “umani”. Meka Chan sviluppa il 50% delle sue capacità robotiche che nel corso degli eventi perderà completamente pur di aiutare il prossimo disinteressatamente e per questo viene apprezzata sulla terra questo nel suo paese natio non accade perché quell’altruismo è visto come un errore assolto. L’opera di Claudio Acciari ci rammenta che nonostante l’avvento dell’evoluzione tecnologica non dobbiamo mai smarrire la nostra umanità.


 

Meka Chan

Autore: Claudio Acciari

Casa editrice: Bao Publishing

Età consigliata: dai tredici anni in su

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