Metamorphosis
- clara sorce
- 21 mar 2023
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
di Clara Sorce e Costanza Sorce
Ho immaginato di essere la città. Ho permesso a Berlino di attraversarmi e di compiere la sua trasformazione manifestandosi in forma femminile.
Con queste parole l’artista Elisa Talentino descrive il suo lavoro svolto durante la residenza d’artista a Berlino, promosso dal Goethe-Institut Turin.
Perdersi nella città, assorbirne l’essenza ed in fine mutare con essa. Le città nei secoli hanno mutato il loro aspetto non solo esteriore ma anche interiore, l’aspetto più profondo, come gli esseri che la vivono. Le città sono cuori pulsanti che testimoniano l’evoluzione degli esseri.
Mi sono chiesta cosa significa essere la città, o meglio che sembianze avrebbe avuto la città se fosse stata donna?
Inizia così il viaggio di Elisa Talentino per la città di Berlino. Come i grandi artisti della storia ella pensa e plasma una città che non è più ideale ma donna. Berlino viene raccontata attraverso una chiave femminile esibita e orgogliosa. Non di meno la prima tappa del viaggio è l’Isola dei Pavoni. Uccelli maliziosi si espongono in un tripudio di vanità. Si avvicinano, ammalianti e seducenti aprendo le loro eleganti code. Come citato dall’artista Calvino in Le Città invisibili scrisse che
La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, si realizza nella fantasia
Fluidità, fantasia, bellezza, ironia, tradizione, compostezza e disordine questa è la Berlino che la Talentino ritrae nei suoi appunti di viaggio. Appunti che vedono disegni preparatori a matita e acquarello, in rosso e nero, su carta color cipria. Disegni morbidi e delicati che raccontano il viaggio dell’artista iniziato il 16 agosto del 2015. Un diario di viaggio per immagini au rebour nella storia e nella tradizione artistica della capitale tedesca. L’artista ci restituisce dodici ritratti di una Berlino inedita che testimonia quanto ella sia stata assorbita dalla città, mutando. Dodici ritratti che vengono, alla conclusione della residenza, accompagnati dai versi di Mariagiorgia Ulbar. Questa è la genesi di un albo straordinario il cui titolo è Metamorphosis, edito da La Grande Illusion. L’albo edito in occasione della Bologna Children’s Book Fair 2016 ripercorre le tappe dell’artista nella capitale tedesca. Ogni tavola è accompagnata da un monumento, da un luogo o da chi ha animato la città, come la celebre attrice e ballerina dei cabaret berlinesi degli anni’30 Anita Berber che la Talentino pone sull’arso simbolo della città. La sua Anita è fiera, sensuale. Ella troneggia sull’arso esprimendo l’essenza della donna che fece scandalo perché audace, bisessuale e dipendente da alcol e droga. Ogni tavola ha la particolarità di essere contrassegnata da delle coordinate spaziali al fine di rintracciare il monumento o il luogo che ha ispirato l’arista. Un invito al lettore a perdersi tra le strade di Berlino, ma non solo, ella ci esorta a prendere il suo punto di vista, una prospettiva femminile e potente.

Memorabili, a parer mio, sono due tappe di questo viaggio in quanto esprimono pienamente questa chiave di lettura tutta al femminile della città. La prima la Pfaueninsel e la seconda è la Botanischer Garten. Quest’ultimo è accompagnato dalla poesia intonala La carnivore accompagna un’illustrazione in cui l’eroina dalla candida pelle bianca è intenta ad imboccare un occhio. Surreali, delicate e potenti sono le illustrazioni della Talenti a cui si legano le poesie della Ubar. Come in una danza i due linguaggi si fondono in un corpus unico ed inedito.
Quest’opera straordinaria fa parte del progetto curatoriale di Hamelin, impaginato da Paolo Berra, nonché gemello dell’albo Creaturine. Il progetto sopra esposto, nato nel 2015, vede l’incontro, e il rispecchiarsi, di due città Torino e Berlino. Torino e Berlino si incontrano, due residenze d’artista nelle due città e due artiste, la torinese Elisa Talentino, e la berlinese Nadia Budde, che le esplorano in un viaggio intimo e creativo che ha portato alla produzione di due albi straordinari. Due volumi in cui, come annunciato da Hamelin Associazione Culturale, vi è stato un lavoro “al contrario”, ossia un lavoro che appare come il lavoro svolto dalle città sulle artiste. Testimonianza dell’essenza del viaggio, ossia la trasformazione.
La trasformazione, tema principale della ricerca di molti studiosi, poeti, filosofi. Cos’è la trasformazione? È quella del corpo, delle emozioni, del pensiero, della natura, della scienza, della storia, insomma, si potrebbe continuare forse all’infinito. Allora la trasformazione è ciò che investe la vita di tutti ogni giorno, in ogni tempo e luogo. La vita dell’essere umano, dei viventi, persino delle cose inanimate. Potremmo definirla come cambiamento, mutazione, o ancora evoluzione. Ma non credete siano tanti, diversi, modi di indicare sempre qualcosa che resta però così profondamente celato agli esseri che la subiscono?
È un concetto avvolto da mistero, tanto da sfuggire alla razionalità umana, l’uomo osserva, accetta la trasformazione ma solo se questo non porta con sé il doversi, necessariamente, dare una spiegazione. Molti uomini però nel corso della storia hanno invece sfidato i limiti della ragione, volendosi dare una spiegazione.
Meta-morphè “cambiamento della forma”, etimologicamente è questa la trasformazione. Ovidio, celebre poeta della Roma augustea, tra il II e l’VIII d.C. si dedica all’epica pubblicando le Metamorfosi, poema in quindici libri.
L’opera ripercorre l’intera storia del mondo, dal punto di partenza, Kaos, che non resta immobile, ma si trasforma, cambia forma in Kosmos, così da poter dare inizio alla vita. Il poeta propone una molteplicità di storie il cui tema unificante e trasversale è sempre unico, la trasformazione, che domina l’universo e la sua storia, fin dal principio. Tale tema è da rintracciarsi ancora più in profondità della tradizione romana, torniamo alla tradizione alessandrina, miti di trasformazione, infatti, erano stati affrontati per esempio da Nicandro di Colofone nel II secolo a.C., o ancora da Callimaco con i suoi Aitia in cui la rievocazione dei miti è legata “all’origine delle cose”.
L’essere umano si è sempre posto la domanda che tormenterà probabilmente sempre l’esistenza: chi sono? da dove vengo? Queste portano con sé anche il mistero dell’evoluzione, della trasformazione, non sapere da cosa siamo originati ma comprendere che siamo in continua evoluzione fino di nuovo al compiersi di qualcosa di ignoto è qualcosa che trascende la ragione umana. Ovidio non torna indietro solo col tema del suo poema, partendo dall’origine dell’universo, ma guarda indietro anche ai grandi prima di lui: la tradizione alessandrina, appunto, ma ancora Esiodo, Lucrezio, Democrito e molti altri. Il concetto della trasformazione viene profondamente legato al concetto di vita. Dalla trasformazione di un singolo, Kaos, ha inizio la molteplicità, la trasformazione non annienta Kaos, ma porta rinascita dei molti, Kosmos origina ogni essere, e Kaos? Nella trasformazione nulla è creato e nulla è distrutto, semplicemente muta forma, come ci dice l’etimologia della parola, Kaos c’è ancora, in altra forma ma resterà. Esattamente come quando cresciamo, siamo sempre noi, restiamo, ma assumiamo diverse forme, non soltanto fisiche, ma se scaviamo nella nostra parte più profonda ci ritroviamo esattamente tali e quali. Ma la trasformazione ci serve, è necessaria per evolverci, per trovare e dare sempre il meglio. E forse, è necessaria anche per maturare, e avere il coraggio di scavare, di intraprendere questo viaggio, ogni giorno, nel nostro io profondo, quello che il filosofo Eraclito chiamava Batun. La trasformazione in qualche modo si da senso di esistere. La trasformazione è dialettica, non comprende una sola dimensione, una unidirezionalità, ma la molteplicità, tante dimensioni insieme che formano il tutto. Simbolo della metamorfosi è sempre stato l’essere umano, a anche la città, luogo per eccellenza umano, popolato da ogni forma di vita, cultura ed evoluzione. Bruno Bettelheim, celebre psicoanalista, ricostruisce il clima culturale di Vienna, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo.
La straordinaria vivacità culturale, intellettuale di Vienna si trasforma trovandosi in contrasto con il clima di crisi in cui versava l’impero asburgico. La contraddizione che vive Vienna la rendono così dialettica, è una chiara rappresentazione dell’animo umano, dominato da tensioni contrastanti che trovano un equilibrio nella costante trasformazione. E così è il pensiero, il pensare non ha un’unica forma, una sola categoria logica, i greci questo già lo avevano capito, l’uomo greco era dialettico, aveva tutto: la catarsi. Vienna così grade, splendida un impero multi etnico, esplorava ogni sua contraddizione e trasformazione grazie alla sua vivacità culturale. Tanto che alla trasformazione più spaventosa, il declino dell’impero, Vienna negò qualunque importanza. Ed è proprio nel Novecento che si torna a comprendere, proprio come avevano fatto i greci, che non esiste una sola dimensione, che la vita è in continua evoluzione, e che ogni trasformazione, ogni metamorfosi deve essere accettata, contemplata, e vissuta, per poter ogni giorno rinascere. Nasce infatti nel Novecento la Psicanalisi, in un mondo che si frantuma che si trasforma degradandosi, si sfuggì ad esso per rifugiarsi in se stessi, esplorando le proprie contraddizioni interiori, le trasformazioni che ci permettono di esistere, di stare al mondo e che troppo spesso non notiamo, perché troppo impegnati a notare quelle sterne a noi. Celebre è il romanzo La Metamorfosi di Franz Kafka, la metamorfosi lo scarafaggio, allegoria della negazione della propria libertà, dell’isolamento del “diverso” e l’incomunicabilità. Quante volte però assistiamo a trasformazioni che non ci piacciono, non soltanto personali, ma anche universali. Troppo spesso l’umanità ha dovuto assistere ad una delle trasformazioni più brutte, dalla stabilità, la pace alla guerra. È quello a cui hanno dovuto assistere gli abitanti di Berlino non soltanto durante la guerra ma anche dopo con la divisione in due della città fino al 1989, quando un’altra trasformazione è avvenuta: la caduta del muro, la libertà, e ancora una volta, la rinascita.
Le trasformazioni che le città hanno subito in seguito ad industrializzazione, guerre e oggi a causa di inquinamento, tecnologie ottimali o dannose. Il tema della trasformazione soprattutto in epoca moderna è continuato ed è stato oggetto di diversi dibattiti culturali e letterari. Molte sono le opere di denuncia di fronte a quella “trasformazione cattiva”. La città di Charles Dickens che cambia in seguito all’industrializzazione, e all’ideologia utilitaristica, con l’opera Tempi difficili, denuncia la condizione degli operai dell’Inghilterra vittoriana vittime di un sistema economico come quello industriale che assoggetta e riduce a merci gli esseri umani. Le società soprattutto dopo le guerre mondiali sono cambiate, dalla distruzione, dall’orrore è nata nuova vita, che da quella distruzione si è alimentata, e per questo, mai dimenticata. Le città, per esempio, si trasformano, assediate dal nemico, cambiano forma agli occhi degli abitanti, non sono più i luoghi sicuri, in cui si è nati. Diventano i luoghi della paura e degli “altri” ci si sente vuoti, espropriati della propria vita. Come non citare a tal proposito due opere simbolo, inoltre di totale attualità date le trasformazioni dei tempi che stiamo vivendo attualmente, la Nuvola di Smog di Italo Calvino e l’articolo La scomparsa delle lucciole e la mutazione della società italiana prima pubblicato sul Corriere delle Sera e raccolto poi negli Scritti Corsari di Pier Paolo Pasolini.
Calvino vuole sensibilizzare i lettori sul fenomeno dell’inquinamento atmosferico, fenomeno che trasformandosi ha assunto sempre di più delle forme minacciose per l’essere umano e la vita sul pianeta Terra. Mette in luce una città che si è trasformata, nel farlo però si è respinto, o messo su un secondo piano, una realtà minacciosa. Il protagonista apre gli occhi e sente di non dover affrontare direttamente quella realtà, si trasforma in un essere umano più consapevole e vede il cambiamento non del tutto positivo a cui è andata incontro la sua città. Un romanzo di straordinaria attualità, lo scrittore avverte la minaccia ed esprime con forza l’esigenza di una liberazione, di una rinascita.
Persino gli Stati si stanno mettendo in gioco con un tipo di trasformazione, con una rinascita, l’Agenda 2030, in essa, vi sono 17 obiettivi e 169 sottotarget, tra questi gli obiettivi 3 e 11 vertono sull’andare incontro ad una nuova trasformazione: lo sviluppo sostenibile. Il 3 è salute e benessere e l’11 città e comunità sostenibili. O ancora il 12 consumo e produzione responsabili e il 15 vita sulla Terra.
Pasolini mette in luce il rapido e violento processo di modernizzazione attraverso il boom economico e l’industrializzazione degli anni Cinquanta e Sessanta. Tale processo ha trasformato e cambiato a fondo il modo di pensare e vivere cancellando molti valori, secondo Pasolini la trasformazione ha portato al trionfo del consumismo, cancellando i particolarismi che caratterizzavano quella società. Tale degradazione per Pasolini è peggiore di quella subita durante la guerra sotto il regime fascista. Quella di cui parla Pasolini è una trasformazione più profonda, una mutazione antropologica, simboleggiata proprio con l’immagine della scomparsa delle lucciole. Tali insetti erano l’emblema di una società più pura e autentica. Lo scrittore coglie così la faccia negativa del cambiamento. L’essere umano ogni giorno si trasforma e cerca risposte alle sue domande, e solo così scopre che la via stessa in cui si immette per trovare le risposte alle sue domande è già una risposta, una verità.
Chiamiamola rinascita, immortalità, trasformazione, evoluzione, ma è il mistero della vita che ci rende così profondamente fragilmente forti.
Metamorphosis
Autrice: Elisa Talentino Scrittrice: Mariagiorgia Ulbar
Casa editrice: La Grande Illusion
Età consigliata: dai sedici anni in su
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