di Clara, Doriana e Nathalie
Cappuccetto Rosso fu il mio primo amore. Sentivo che se avessi potuto sposare Cappuccetto Rosso avrei conosciuto la perfetta felicità.
Charles Dickens
Quest’affermazione dello scrittore inglese Charles Dickens evidenzia come da bambino sia stato affascinato dalle fiabe. Non fu solo il piccolo Charles ad essere affascinato dalle fiabe, migliaia di bambini appartenenti a diverse epoche storiche ne furono sedotti tanto da esserne influenzati da adulti come nel caso di molti artisti appartenenti al panorama contemporaneo che in età adulta con il linguaggio dell’arte si relazionano con esse interpretandole in lavori evocativi, potenti, che scavano fino alle profondità della terra per rintracciare quel nucleo primigenio del viaggio nel bosco, ossia quel viaggio che porta alla trasformazione del bambino. È il percorso di crescita che si traduce in materia creativa che va al di là dei cliché narrativi. Tra queste figure illustri figura Paula Rego, una donna artista, attivista visionaria e femminista. Il suo lavoro visivo è fortemente ispirato dalla letteratura, dalle fiabe, dalle leggende.
Le fiabe, di fatto, sono una forma d’arte un’unica che permette al bambino di conoscersi favorendone lo sviluppo della sua personalità. Esse arricchiscono l’esistenza di bambini e bambine in svariati modi.
L’artista, nata a Lisbona nel 1935, a causa della guerra si trasferisce in Gran Bretagna dove segue il suo successo personale e professionale. Attraverso i personaggi immaginari delle storie, Paula Rego ci parla della realtà. Oggi noi vi parliamo dei suoi lavori incentrati sulle figure di Biancaneve & Wendy.
Abbiamo dato la sostanza delle fiabe così come l’abbiamo ricevuta. Si comprenderà, d’altro lato, che la maniera di narrare i particolari è dovuta a noi; ma ci siamo sforzati di riportare qualsiasi cosa che abbiamo ritenuta caratteristica, in modo che noi possiamo dare questa collezione sotto il suo aspetto vero e naturale. […] Ovunque noi abbiamo trovato che le varianti di un racconto si completano l’una con l’altra le abbiamo date come una sola storia….
Nel XIX secolo la fiaba diventa un genere consolidato, rivolto all’infanzia. Ed è in questo secolo che figurano due delle personalità più note quando ci si riferisce alle fiabe: Jacob (Hanau, 1785 - Berlino, 1863) e Wilhelm (Hanau, 1786 – Berlino, 1859) Grimm. Studiosi della lingua e della cultura tedesca. I Grimm dedicarono la loro vita alla raccolta del patrimonio tedesco, trascrivendo le antiche tradizioni, la letteratura e le fiabe che avevano udito dagli anziani, ponendo i fondamenti culturali dell’identità nazionale della loro patria.
Essi cercavano di dimostrare attraverso la raccolta del folklore teutonico che esisteva un patrimonio culturale tedesco degno di essere paragonato alla cultura francese e a quella classica greca e latina, con l’intento di restituire un’opera scientifica uno strumento di lavoro per i folkloristi ed un patrimonio educativo nazionale. Il primo volume dell’opera fu pubblicata nel Natale del 1812 da Georg Andress Reimer, con il titolo Kinder- und Hausmärchen, il fratello Ludwig Emil Grimm (1790- 1863) disegnò la copertina del primo volume e il frontespizio, cui reca un angelo custode che figura accanto ai protagonisti di Fratellino e sorellina, uniche illustrazioni del volume. Alla racconta appartiene la nota fiaba di Biancaneve. Come viene interpretata questa figura dalla Rego?
La figura che rappresenta Paula Rego non è di certo quella storia magica che ci racconta la Disney. Nella versione dei fratelli Grimm Biancaneve non è solo vittima della cattiveria della matrigna ma di un sistema nobiliare che la voleva morta per la sua bellezza. Quella di Biancaneve è una storia cruda, dove la morte la colpisce ben due volte: una con la classica mela avvelenata e l’altra con delle pantofole incandescenti, costrette ad essere indossate dalla protagonista e la quale non ha via di scampo per l’ormai segnata dipartita. Paula Rego nella sua pittura ricorda la storia oscura di questa favola.
La sua Biancaneve non è frutto di un’estetica femminile soggetta alla gelosia di chi la guarda, è una donna vera che soffre. Il messaggio dell’artista sconfina lo stereotipo femminile Donna=bellezza, le figure di Paula Rego sono Donna=realtà. Il mondo che guarda la donna come meretrice o vittima non appartiene al messaggio finale di Paula Rego è solo un mezzo rappresentativo che funge come sguardo oltre la classificazione della Donna.
La donna non è uno stereotipo, non è femmina, mamma, bellezza, delicatezza, vittima. La donna è persona.
Ricordare al mondo che dietro a qualsiasi giudizio, opinione, illusione c’è una verità è quello che ricordano le rappresentazioni femminili di Paula Rego. La sua Snow White, è una bambina/donna colta mentre giace per terra, con uno sguardo chiuso e impaurito ma duro e consapevole. Una donna che con forza accetta e allontana il suo destino. Con una mano stringe il suo vestito all’altezza del cuore, che solo lui sa quanto ha sofferto, e con l’altra regge la sua gonna comprendo le gambe.
Quello che si può captare da questa rappresentazione è la sua è forza! La donna è forza, verità, messaggio, coraggio e saggezza.
P. Rego, Swallows the Poisoned Apple, 1995
Di tutte le principesse, regine e fanciulle che popolano il mondo delle fiabe, la pittrice di storie Paula Rego non poteva non raccontarci di Wendy Darling, la protagonista femminile di Peter Pan, il romanzo di J.M. Barrie. Nei suoi dipinti e disegni Paula Rego pone sempre in primo piano le donne e le ragazze per mettere in discussione, attraverso il suo stile “bel grottesco”, le ingiustizie del sistema politico e della struttura sociale.
Wendy è una ragazzina di soli 12 anni e la conosciamo già come una “mamma prodigio”: saggia, comprensiva, responsabile.
Come Peter Pan, Wendy desidera un’amicizia, ma a differenza di lui, lei è già stata avviata sulla strada della vita adulta perché ha il dovere di occuparsi dei fratelli e il suo forte senso di responsabilità la porta poi a vestire i panni di “madre” per orde di bambini selvaggi.
La piccola Wendy è l’archetipo della femminilità improntata alla cura dell’altro, come per dire che la crescita della donna sia per forza legata alla maternità, altrimenti sarà vista come una bambina che avrà bisogno di qualcuno che la protegga. Paula Rego disegna una “grande” Wendy mentre vola nel blu insieme ai fratelli più piccoli e una Wendy piccina con Capitan Uncino. La bambina è sospesa tra l’infanzia che la vuole responsabile e la vita adulta che la vuole obbediente all’uomo. Wendy rappresenta tutte quelle bambine educate a diventare madri per pensare solo agli altri, ma proprio a quell’età si sta ancora crescendo e crescere vuol dire imparare a prendersi cura di sé, capire i propri desideri e sogni per non farsi dire da nessuno cosa fare e chi essere.
Paula Rego raffigura sempre giovani donne, tutte diverse, tutte uniche, come un augurio a ogni bambina di diventare chi vuole e spiccare il volo verso qualsiasi isola. L’artista scelta non è solo un’icona di donna che difende i diritti delle donne, lei ascolta, raffigura e coglie il cambiamento della realtà. La sua visione fiabesca di Biancaneve & Wendy non è sognate!
La sua visione è consapevole. Quella di Paula Rego è un’arte che è al centro del cambiamento, di un’arte che ha bisogno di essere vista. Paula Rego sostiene che “La poesia fa bene a scatenare le immagini”, noi crediamo che la sua sia una poesia coraggiosa.
Sitografia
Bibliografia
Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe. Feltrinelli Editore, 2013.
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