di Clara Sorce
Le grandi storie hanno un eroe e un antagonista. L'eroe per sconfiggere l'antagonista è messo alla prova da innumerevoli sfide che mettono in risalto il suo valore e la sua prontezza d'animo. Una volta superata la sfida col suo antagonista ad attendere l'eroe c'è il lieto fine ... ma non sempre è così. Molte storie hanno un finale dal sapore amaro. La storia che vi racconterò in queste righe è la storia di un eroe che con coraggio e ardore ha lottato contro un antagonista per i suoi ideali. È la storia di Peppino Impastato. Peppino è un eroe "neutrale" che con l'ironia, la beffa, lo sfottò e il sarcasmo ha lottato per gli ideali di libertà, giustizia e legalità contro la Mafia. La storia di Peppino è una storia vera che ha per sfondo un paese, Cinisi, in provincia di Palermo. Siamo negli anni Sessanta la famiglia Impastato è legata alla mafia per parentela e interesse, ma a quella famiglia appartiene Giuseppe, detto Peppino, che non è come gli "altri" lui è un ribelle. Ribelle, questa parola fa paura e se ad essa vi si fonde la beffa e l'ironia diviene "un'arma" che fa paura perfino a Don Tano Badalamenti. È proprio contro quel mondo che Peppino si ribella, insorge contro il "Maficipio" comunale e l'illegalità sistematica. Come lo fa? Con uno strumento comunicativo potente: la voce. Radio Aut è la radio che fonda Peppino insieme ad un gruppo di giovani impegnati nel sociale, si tratta di un mezzo di informazione che entra nelle case dei compaesani, nella casa di Don Tano, il registro comunicativo è satirico, Onda Pazza, programma della radio, non risparmia accuse e denunce alla mala amministrazione. Quella di Peppino è una storia nostalgica, sentimentale, dal sapore amaro che prende forma nel linguaggio del fumetto. A raccontarci la vicenda sono Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, il titolo del loro fumetto è Peppino Impastato Un giullare Contro la Mafia, edito da Becco Giallo.
Bello Giallo è una casa editrice che si identifica nel panorama editoriale attraverso l'uso del fumetto associato a tematiche civiche, storiche e politiche. Si tratta di pubblicazioni con un forte impatto per grandi e piccini. Tra le sue collane Diverso come uguale e La mafia spiegata ai bambini. L'obiettivo della casa editrice è quello di sostenere e diffondere la coscienza critica di bambini e ragazzi. Prima di raccontarvi questo splendido fumetto voglio introdurvi con quanto è stato dichiarato in un'intervista da Salvo Vitale, braccio destro di Peppino, che viene riportata nella quarta di copertina.
Peppino è un personaggio ancora scomodo: si prova disperatamente a istituzionalizzarlo, ma ci si accorge che la sua figura ribelle e la sua carica eversiva rischiano di spalancare orizzonti pericolosi per l'ipocrisia del perbenismo borghese e il conformismo generalizzato.
Lo stile di Lelio Bonaccorso rende la storia vibrante, intensa e nostalgica.
La storia si apre con il processo dell'Ottobre del 2000 ma voltando pagina ci ritroviamo nella Cinisi del'78. Siamo negli anni degli attestanti, delle Brigate Rosse del mala affari, quelli della droga. Un passato non remoto ma prossimo, dalla vicenda di Peppino sono solo passati dieci anni e la sua lotta ancora oggi è viva.
Gli autori, come in un film, costruiscono la storia di Peppino con un intreccio di flashback dei punti cardine della vita di Peppino. Dal processo del 2000 al conflitto con il padre che osteggiava il figlio per protezione. Il conflitto tra individuo e ambiente, obbedienza passiva e rivolta vitale. La candidatura di Peppino alle elezioni comunali per Democrazia Proletaria nel'78 fino ai cortei cominciati il giorno del funerale di Peppino e mai cessati, puntuali ogni 9 maggio.
Peppino muore il 9 maggio 1978 ucciso dalla mafia, che trovava intollerabili gli attacchi di quel ragazzo insolente, o forse avevano paura della comunicazione mediatica di quell'eroe ironico.
La storia di Peppino ha una nota amara perché la sua morte fu considerata di poco conto, si disse che era un suicido "esibizionista" e mal riuscito, l'Italia stessa non se ne curò presa camera dalla notizia della morta di Aldo Moro, Presidente del DC, per mano delle Brigate Rosse. Pochi si accorgono della morte del giovane che con la sua Radio Aut faceva sentire la sua voce contro gli abusi e le speculazioni di stampo mafioso.
Fu solo grazie al duro lavoro della madre, Felicia, del fratello Giovanni e dei giovani attivisti che l'11 aprile 2000 si arrivò alla verità e alla giustizia.
Alla morte di Peppino la sua ribellione è la sua eredità che è stata raccolta da tutti noi, le generazioni che hanno saputo cogliere la lotta e il suo messaggio educativo che oggi viene tramandato.
La rivoluzione coraggiosa di quest'uomo viene messa in luce attraverso un linguaggio che arriva sia a piccoli che ai grandi. Proprio per questo invitiamo i lettori e leggere questo fumetto che, come molti altri della collana Biografie della Becco giallo, raccontano con precisione, passione e intensità la biografia di un eroe che con le armi dell'ironia e lo sfottò ha compiuto una grande rivoluzione, vincendo.
L'ironia un'arma potente che ad un boss faceva paura. Questo fumetto permette alle giovani generazioni di conoscere la storia contemporanea per mettere le radici della consapevolezza e del libero pensiero.
Leggere per conoscere, leggere per riflettere, leggere per continuare la rivoluzione di Peppino.
Peppino Impastato Un giullare contro la Mafia
Autore: Marco Rizzo Illustratore: Lelio Bonaccorso Casa Editrice: Becco Giallo Età di lettura: 12 anni in su
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