di Clara Sorce
Nel nostro immaginario pensiamo alle fate come creature delicate dagli alti cappelli a cono, con ricche vesti e come non dimenticare, la bacchetta magica. Ma cosa succede se una fata al posto della bacchetta preferisce i pattini a rotelle?
Questo suonerebbe stano perché le fate non indossano i pattini a rotelle, loro hanno un regolamento che indica come essere e cosa si può e cosa non si può fare, come andare sui pattini.
Ma quale fata vorrebbe dei pattini a rotelle al posto di una bacchetta? Ma Rosmarino!
Chi è Rosmarino? Rosmarino è una fata. Ha un bel vestito, uno splendido cappello a punta e naturalmente una bella bacchetta magica. Ma Rosmarino non vuole una bacchetta ma dei pattini a rotelle e una bella barchetta. Ma il regolamento delle fate non lo prevede:
E se poi cadi in acqua? Sciuperesti il vestito. Per non parlare del cappello. No, non se ne parla.
Si sa
Una fata deve essere bella. E ordinata. Quando mangia la torta, non deve fare briciole. E sui vestiti non ci deve essere nemmeno la più piccola macchiolina. Deve raccontare storie adorabili con voce armoniosa, e di tanto in tanto, far ondeggiare la bacchetta.
Ma Rosmarino non la pensa proprio così. Trova noioso essere una fata perché il regolamento delle fate vieta tutto ciò che è divertente come l’andare in bicicletta, girare sui pattini a rotelle o andare in barca. Così Rosmarino pensò che fosse molto meglio essere una strega.
Le streghe possono sporcarsi, gridare, ridere. E anche andare in barca nello stagno.
Così un giorno Rosmarino dichiara alla madre di essere una strega. La madre alla notizia rimane basita ed incredula:
Una strega? Ma come ti viene in mente? Non vedi che belle trecce che hai? […].
Ma Rosmarino batte i piedi e afferma fermamente che lei è una STREGA. A tale affermazione accorsero le zie ad affermare quanto brutte siano le streghe, quanto siano cattive e quanto i loro intrugli disgustosi. Tutte in coro ribatterono che lei NON È UNA STREGA. Rosmarino stufa di quella discussione fece le valigie e si recò al bosco tenebroso delle streghe. La madre prima che lei vada la sfida pensando che la figlia non duri nemmeno un giorno in quel luogo sporco, cupo e impervio.
Ma non è così, il bosco delle streghe è un luogo vivace, vitale perfetto per Rosmarino. Lì la giovane fata può finalmente esprimersi. Costruisce una casa su un albero e una barca. Scopre che le streghe sono buone e gentili, una le presta i suoi pattini a rotelle e un’altra invece le regala una scopa.
Rosmarino ora è felice, e la mamma si è sbagliata, Rosmarino ha trovato la sua strada. Nelle torri dorati del castello che sta su una nuvola la mamma di Rosmarino aspetta il ritorno della figlia accanto alla finestra chiedendosi che cosa stia facendo. Stufa di aspettare fa la valigia, si infila il cappotto e vola sulla Terra, lì trova la figlia addormenta nel soffice muschio del suo albero. Non ha un aspetto da fata
Puzza e i suoi vestiti fanno letteralmente schifo; ma in effetti è … carina, e chi l’avrebbe mai detto?
Cosi come in ogni fiaba che si rispetti la madre da la sua benedizione ma Rosmarino sottolinea la sua identità affermando in modo perentorio:
Io non sono una strega, io sono Rosmarino, e se voglio divento una strega, e se non voglio posso anche tornare fata
Rosmarino di Brigitte Minne è un inno alla libertà, al desiderio di essere se stessi, anche se questo implica dover fare scelte radicali.
Rosmarino si ribella perché per crescere e per trovare la sua identità ha bisogno di rompere gli schemi. Ella compie un viaggio per trovare se stessa, viaggi che le permettono di essere libera di tornare al punto di partenza ma in modo nuovo, con indosso i propri panni, che siano da strega o da fata poco importa, l’importante è che siano di Rosmarino.
A dare un volto a rosmarino è Carll Cneut. L’artista investe la storia di Brigitte Minne, pubblicata per la prima volta in Belgio vent’anni fa, attraverso il suo stile raffinato.
Le sue tavole presentano un grande equilibrio conoscitivo dove è ben visibile una raffinata ricerca cromatica. Cneut permette al lettore di calarsi completamente dentro la storia, così entriamo nel mondo di Rosmarino fatto di vuoti
Anna Castagnoli sottolinea che nei disegni di Cneut il paesaggio non esiste, ci sono solo scarni elementi che lo definiscono. Al suo posto grandi campiture di colore o la pagina bianca.
La mancanza di un orizzonte che separa la terra dal cielo crea un universo altro, dove l’illustrazione non è più uno scorcio del nostro mondo incorniciato nel foglio, e neppure un esercizio d’arte contemporanea che usa il formato del libro per le sue acrobazie. I personaggi, le case, gli oggetti si appoggiano e si muovono in uno spazio che ha una nuova geografia: cartacea? La monocromia degli sfondi, nudi, scarabocchiati, grattati, acuisce questa sensazione. Su questo mondo-pagina i personaggi stanno in piedi in un modo bizzarro, come se non avessero bisogno di un piano orizzontale per appoggiare i piedi. Lo straniamento è dato dalla loro massa, sempre corpulenta e pesante. Notate: non faremmo caso al pavimento cartaceo se i disegni fossero bidimensionali o grafici, come in molti stili d’illustrazione non figurativa. Siamo davanti ad un mondo reale, ma al posto della terra c’è un infinito foglio verticale. Quello della pagina del libro. L’album non è dunque solo più un sostrato di carta che ospita un mondo, l’album diventa il mondo.
(A. Castagnoli, Carll Cneut analisi del suo stile, 31/05/21)
Queste sono le formule magiche per un albo che non parla ne di fate, ne di streghe di di essere. Essere se stessi rompendo gli schemi. Le parole di Brigitte Minne accompagnate da Carll Cneut ci esprimono tutto ciò attraverso un linguaggio stremente poetico e suggestivo. Noi, come Rosmarino, dobbiamo compire questo viaggio nonostante dubbi e pure perché solo prendendo scelte radicali, piccole o grandi che siano, possiamo trovare noi stessi. Non importa il come sarà il viaggio l’importante è essere liberi di tornare e ripartire ogni qualvolta ne sentiamo l’esigenza. Rosmarino da a piccoli e grandi un grande messaggio che sensibilmente cogliamo e custodiamo.
Rosmarino
Autrice: Brigitte Minne Illustratore: Carll Cneut Casa editrice: Topipittori Età consigliata: 7 anni in su
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