di Clara Sorce
Qualche settimana fa è entrata in libreria una giovane donna. Cercava per sua figlia un libro che parlasse di ecologia, qualcosa che potesse dare alla bambina una visione globale del problema. […]. Sua figlia, come mio figlio, soffre moltissimo per le innumerevoli pressanti questioni ambientali: al solo sentir parlare di riscaldamento globale, di microplastiche nei mari, di incendi e di tormente indomabili, entrambi reagisco come in preda a un attacco d’ansia: la questione li getta in uno sconforto totale, dal quale faticano a emergere.
Le parole sopra citate sono tratte dall’articolo Immaginare Carote di Valentina Pellizzoni, libraria, contenute nel numero Quarantotto della rivista della casa editrice Topipittori.
La voce della Pellizzoni è lo specchio di ciò che bambini e ragazzi stanno vivendo in tempi contemporanei. Attivisti, scienziati, educatori da anni hanno annunciato la crisi ecologica che oggi in tempi contemporanei viviamo. Loro a gran voce chiedevano la cura e la tutela del nostro pianeta ma nessuno di chi sta ai vertici ha ascoltato la loro voce. Tuttavia ogni persona sensibile, come la Mafalda di Quino con il suo mappamondo in testa fasciato da bende di primo soccorso, del pianeta hanno ascoltato il grido d’aiuto, compiendo gesti d’amore. Ma la realtà che ci circonda vede l’uomo che vive la natura come una realtà fuori dal sé, da noi, il cui fine è solo quello di servirsene. Ci serviamo della natura per nutrirci, vestirci, edificare e cosi via, considerandoci “i padroni”. Ne sfruttiamo così i materiali, l’energia, la priviamo della cura e della tutela. L’abbiamo guardata per anni come passivi spettatori, con occhi della paura e dell’indifferenza. Ma se osserviamo con occhi concreti ci rendiamo conto che noi stessi ne facciamo parte. Questo è il mondo che abbiamo consegnato nelle mani di bambini e ragazzi che oggi sempre più si chiedono se sarà loro concesso di assistere alla meraviglia, alla bellezza della natura, di ciò che vive, respira, della vita, insomma, una volta divenuti adulti.
Il nuovo paradigma rivede il rapporto tra gli esseri e la natura in un’ottica non invasiva al contrario questa è rispettosa nei confronti dell’ambiente al fine di individuare un modo di entrare in contatto con essa. Bisogna pensare a un’alternativa rispetto a quanto ad oggi ha caratterizzato la scienza moderna. Le scienze naturali hanno considerato l’ambiente naturale solamente basandosi sui suoi aspetti quantitativi e matematizzabili assumendo un atteggiamento dominatore nei confronti di essa. Tale consapevolezza viene maturata da uno scienziato, un geologo, che assiste alla rottura degli “equilibri” tra i regni Animale, Minerale e Vegetale. Una sovversione che vede la supremazia del regno Minerale sugli uomini rendendoli schiavi. Questo è l’incipit di un romanzo la cui tematica porta a riflettere sul fragile equilibrio tra la natura e gli esseri. Salis e l’equilibrio dei regni di Daniela Morelli con le illustrazioni di Paolo d’Altan, edito da Edizioni Piuma, si apre in un mondo devastato, un mondo dove non c’e spazio per la vita, dove l’egoismo e l’ignoranza ha portato alla schiavitù degli uomini.
La catastrofe di anni prima ha devastato il pianeta. La terra è malata, molte specie animali si sono estinte, la gente muore o ammattisce dalla fame, bambini non ne nascono quasi più. Nelle città rudere, bande di guerrieri presidiano i centri commerciali di un tempo, disposti a farti fuori per una scatoletta di cibo scaduto chissà da quando. Qualcosa si è rotto nell’equilibrio dei Regni: Animale, Vegetale, Minerale, qualcosa di sconosciuto che spaventa gli uomini.
A governare il mondo sono i Cristalli di Sale, inquietanti creature che vivono essi stessi sotto una rigida gerarchia con a capo Cristallo Maggiore. All’interno della salina, un luogo confinato in una terra arida, dove l’unica fonte di sostentamento è il sale per i suoi vertici, vivono gli uomini in schiavitù. Non c’è libertà, non c’è cultura, solo lavoro. Tra gli uomini ci sono i braghe-molli, uomini meschini e vigliacchi al servizio dei cristalli. Gli uomini hanno perso la speranza, la gratitudine, il senso della comunità, l’amore, l’amicizia non si piangono nemmeno i morti, perdendo ogni forma di umanità. In questo scenario uno scienziato, un geologo, e la sua compagna sono alla ricerca di un luogo di pace dove far nascere il loro bambino, ma il destino li condurrà proprio nella salina. Sarà li che nascerà la loro bambina, la loro Esperança. Tuttavia la piccola non prenderà quel nome.
La salina impone a tutti, fin dalla più tenera età, le sue regole. La chiameranno Salisedine. Lei è speciale è la prima Hallelujah della Luna, lei diversa, speciale con la sua folta chioma nera sarà destinata ad un viaggio alla volta dell’equilibrio dei regni. Salisedine è la prima Hallelujah della Luna, la prima fiammella della speranza. A lei si uniranno le giovani vite della salina, le altre Hallelujah della Luna, nell’impresa di riequilibrare i regni perché loro sono la speranza, il futuro. Loro sono coloro che guardano oltre la salina, scorgendo il grande Vulcano, fonte da cui Cristallo Maggiore prende la sua forza. Salisedine, Salis, restata orfana ma dentro di sé riecheggia la forza del padre e la speranza della madre. Seguendo il canto della Luna compie un viaggio oltre la salina scoprendo il mondo al di fuori. Un mondo che, come raccontatogli dalla madre, ha perso il senno con la conseguenza del ribaltamento dei regni. I suoi capelli indomabili tanto da non renderla “uguale” agli altri abitanti della salina, poiché in modo omologo tutti devono avere gli stessi indumenti e gli stessi capelli rasati, la sosterranno nel viaggio. Questi sono neri, folti ma soprattutto sono lo specchio dell’essere della ragazzina, un essere polimorfo. I sui capelli si alzano come tentacoli, le indicano la via da percorrere e saranno proprio loro a compiere l’impresa in cui il padre, il geologo David, fallì per ristabilire l’equilibrio. Salis sa che all’interno della salina, per via dei suoi capelli, è diversa ma comprenderà fino in fondo cosa significherà questa parola solo quando supererà i confini della salina trovandosi prigioniera del regno vegetale.
Al di fuori della salina Salis, Esperança, comprenderà cosa significa il valore dell’amicizia, della gratitudine e cosa significa cura, senso di perdita, il sentimento dell’amicizia. Il mondo di Salis non è cosi distante dal nostro ed è allora che dobbiamo chiederci in che direzione stiamo procedendo. La Morelli concepisce una potente, raffinata, visionaria storia dedicata ai ragazzi ma sopratutto a noi adulti perché possiamo aprire la nostra mente ritrovando il senno e infondere così speranza nei giovani, bambini e ragazzi, del nostro presente e del nostro futuro. Speranza nelle loro capacità, diverse, uniche e importanti. Capacità che unite le une alle altre permetteranno di “riscoprire” la forza della condivisione con gli altri. Quello che i due autori ci trasmettono attraverso parole e immagini forti, delicate, intense è un messaggio per ritrovare un profondo equilibrio nel proprio percorso di “crescita”. Ci invitano a ritrovarci e a ritrovare il senso di appartenenza al mondo, dove appartenere non sia possedere, domare, sfruttare, ma accogliere, rispettare e curare.
Salis e l'equilibrio dei regni
Autrice: Daniela Morelli
Illustratore: Paolo d'Altan
Casa editrice: Edizioni Piuma
Età consigliata: dai dieci anni in su
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