di Clara Sorce
Ho sempre avuto il ricordo vivido di me sempre col naso all’insù. Adoro osservare il cielo con le sue infinite sfumature o i suoi bianchi assoluti che si fondono nella linea dell’orizzonte in una gamma straordinaria di grigi. Le forme delle nuvole, poi, permetto alla fantasia di giocare attraverso lo strumento degli occhi. Un gioco sulla morfologia dell’incorporeo che porta godimento.
Se Leonardo da Vinci fin da bambino non si fosse perso in quelle nuvole non avrebbe mai progettato le sue meravigliose macchine volanti.
Una cosa che amo fare spesso con i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia è sdraiarci a terra in giardino e osservare il cielo. Non importa quale sia l’età, tutti, indistintamente giochiamo al gioco della fantasia, rintracciando immagini accoglienti, immagini bizzarre, altre talmente ben definite che non possiamo che stupirci dalla magnificenza della natura. In quelle occasioni spesso penso alla poesia di Gianni Rodari Il cielo è di tutti, pensandola mi commuove il pensiero di quanto quelle parole siano autentiche, un manifesto a per mio, della fratellanza degli esseri.
Questo gioco della fantasia mi riporta anche ad un albo, straordinario e surreale, firmato dal grande David Wiesner edito da Orecchio Acerbo: Sector7.
In un articolo precedente vi avevo già parlato di uno dei capolavori dell’autore statunitense Martedì, edito da Orecchio Acerbo, un albo che mi ha da sempre accompagnato nei vari laboratori proposti negli ambiti educativi, un albo che amo perché grazie alla sua vena ironica mista al segno realistico, permette di aprire mondi surreali, fantastici e magici. Sector7 non è da meno. Faccio una piccola premessa. Sector7, come il citato Martedì, tocca le corde più profonde del mio inconscio diventando lo specchio del mio essere. Essere una sognatrice, “incallita”, per cui, come per il protagonista ogni scusa è buona per lasciare una traccia grafica. In fine lo specchio mi mostra una me alunna e una me insegnante, nonostante il cambio di ruolo durante le uscite didattiche mi meraviglio di ciò che il mondo offre a tutti noi ogni giorno.
Ecco, penso che le opere del Wiesner producano questo nel suo lettore, un effetto specchio che permette al contempo di avere un messaggio sempre nuovo ad ogni lettura il cui finale, aperto, concede il proseguimento della vicenda narrata compiendo un gioco. Quando leggo a dei bambini Martedì questi, spesso, mi dicono che il martedì sera non riesco ad andare a letto se prima non sbirciano fuori dalla finestra, con Sector7 non si può che non continuare all’infinito l’osservazione delle nuvole perché ciò che può sorprenderci sta proprio sopra di noi, sta a noi coglierlo. Cogliere con spirito “bambino”, quello spirito umano che è capace di sorprendersi autenticamente delle cose. L’autore, come per altri suoi capolavori, sceglie di unire il linguaggio del silientbook e del comic book in uno scenario cittadino, quello della Grande Mela, New York. In questa ambientazione prende corpo l’avventura di un ragazzino che non avrebbe mai immaginato un risvolto tanto assurdo per la sua gita didattica all’edificio storico per eccellenza l’Empire State building. La vicenda narrata, come a darci il suo saluto, non inizia alle prime pagine dopo il frontespizio ma precedentemente ad esso. Fin dalla prima tavola non solo rintracciamo lo stile realistico e inconfondibile dell’artista, ma anche una citazione alla fumettistica statunitense per composizione e colore delle tavole. Il dettaglio che caratterizza edifici, mezzi di trasporto e atmosfere è sorprendente un vero godimento per l’occhio. Le tavole di Sector7 mi ricordano le tele di un altro grande arista americano Edward Hopper esponente del realismo americano le cui tele si caratterizzano per spaccati di vita quotidiana in scenari cittadini o di piccoli paesi di campagna, e le persone che le popolano, anche se vicine, sono lontane mentalmente. L’atmosfera che Hopper rappresentò nelle sue tele infonde una serenità illusoria, poiché gli esseri umani da lui raffigurati nei nuovi spazi urbani sono come alienati, persi nel loro mondo. Wiesner al contrario immerge il suo protagonista in un mondo reale ma al contempo surreale in cui fantastico, immaginario e reale non hanno confini. Quest’ultimo elemento richiama alla memoria le opere degli artisti surrealisti. Di fatto lo stesso artista dichiara in un intervista dal titolo David Wiesner. Tra le nuvole, firmata da Ilaria Zaffino per Robison
Quanto c'è di lei, magari della sua infanzia, nei suoi libri?"Qui si parla di un ragazzo che disegna in continuazione. E di certo questo ero io da piccolo. Disegnavo sempre. Ero molto influenzato dalle opere d'arte che vedevo nei libri, nei fumetti, nei cartoni animati. Mi piacevano i dipinti dei surrealisti: Magritte, Ernst, Dalí e De Chirico. I miei disegni diventavano sempre più strani dopo aver visto le loro opere. Le mie storie si svolgono in situazioni ordinarie, quotidiane, nel cortile di casa o durante una gita scolastica, come in Sector 7. Però mi piace introdurre un elemento strano o bizzarro in quell'ambiente ordinario.
Come detto sopra la vicenda narrata si apre con il nostro protagonista intento a disegnare col dito sulla fredda brina del finestrino del pulmino scolastico. Una profusione di meravigliosi pesci prendono “vita” dal suo gesto creativo. Gesto che lo accompagna fin all’Empire State building. La tavola in cui è illustrato l’edifico storico avvolta nella nebbia è un capolavoro, un dipinto che non possiamo far a meno di contemplare e a cui si accostano delle vignette in cui si riproduce un allegro vociare. Sono i bambini che in visita all’edificio non vedono l’ora di giungere in cima per osservare il panorama dall’alto. Preso l’ascensore si giunge al piano panoramico avvolto in una nebbia fittissima.
Il nostro protagonista dal capello, scarpa e guanti rossi inaspettatamente si scontra con una nuvola che per scherzo gli sottrae proprio quegli accessori rossi. Da quel momento comincia un gioco tra loro che porta il bambino a scoprire gli abitanti del cielo: le nuvole. Ma ecco che torma il sereno, il cielo da bianco torna di un azzurro intenso, sembrerebbe che il gioco sia finito ma la nuvola notando il taccuino dei disegni del bambino ha un’ idea. Così lo invita a recarsi al Cloud Dispatch center al reparto Sector7.
Nel sopra citato articolo di Ilaria Zaffino per Robinson dal titolo David Wiesner. Tra le nuvole l’autore ha dichiarato che:
Quando inizio non so quale sarà la storia che verrà fuori. In questo caso tutto è cominciato quando ho disegnato nel mio blocco degli schizzi una fabbrica con le ciminiere da cui uscivano nuvole, invece che fumo. Allora ho pensato che quella fabbrica doveva essere in cielo. Poi ho immaginato le persone che ci lavoravano, tra cui un bambino. A questo punto sapevo di chi parlava questa storia. Ma dovevo portare il bambino nel luogo in cui si trovava la fabbrica delle nuvole. Ho provato con una scala magica, ma suonava troppo artificioso. Mi sono chiesto: quanto in alto posso portarlo? Ho sempre amato l'Empire State Building. Sono cresciuto a 60 chilometri da New York e ci andavo con la mia famiglia. Dopo l'università ho vissuto a New York, così ho pensato a quell'edificio come al posto più alto e più bello in cui avrei potuto mettere il mio bambino. Mentre lo disegnavo lassù circondato da nuvole, mi sono reso conto che quelle nuvole erano vive e il ragazzo e una di esse sarebbero diventati amici.
La struttura architettonica rigida dialoga con la fluidità delle nuvole. Quest’ultime chiedono al bambino un aiuto perché stanche di forme rigide e stereotipate. Il bambino allora con matita alla mano comincia a lavorare a dei disegni che conquistano tutte le nuvole tanto da formare una fila perché ansiose di prendere la forma dei pesci disegnati da lui. Quel fermento mette in allerta i vigi lavoratori del settore sette che con il loro vigore ristabiliscono l’ordine in men che non si dica. Il nostro bambino verrà rispedito in città con un nuvolone express e quando sembrerebbe che tutto sia finito, ecco che in cielo compaiono un tripudio di pesci a formare un mare nel cielo.
Ecco che voltando pagina troviamo tutti, persino i pesci, col naso all’insù. Quest’albo non ha solo una grande carica espressiva è l’essenza dell’inaspettato, del perturbante. Questo libro ironico e ricco di slanci per il nostro immaginario, l’artista ci invita a decodificare le immagini aprendoci a ciò che ci sorprende, facendoci guidare dalle nostre esperienze e dal nostro background. Ognuno di noi leggerà sempre una nuova storia, collaborando al processo narrativo.
Sector7
Autore: David Wiesner
Casa editrice: Orecchio Acerbo
Età consigliata: dai quattro anni in su
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