Susan la piratessa
- clara sorce
- 28 lug 2023
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
di Clara Sorce
Inghilterra 1600, Putney.
In quel secolo nacque una bambina il cui vagito era forte, vitale. Un vagito che presagiva il suo destino. Una vita che di come fosse il mondo, non sapeva ancora nulla, una tabula rasa che con coraggio, passione, curiosità e libertà ha costruito il suo sapere, il suo mondo.
Il mondo di quella bambina dal vagito forte era il mare. Mare che appartiene ai mercanti, ai pirati.
Il mare in quell’epoca era anche testimone di tumulti, violenze, dove non vi era alcuno spazio per la pace, per bambini e donne. Una vita di stenti in cui bambini e bambine erano costretti a combattere in guerra o ad intraprendere il mare come mozzi che mutano, solo alcuni però, in marinai esperti. È il secolo della tratta degli schiavi, del cotone, della guerra di Secessione e delle piantagioni di zucchero. Non c’è spazio per i diritti umani.
È in questo scenario che la bambina coraggiosa nacque. Questo è il tempo in cui visse Susan la Piratessa.
Susan la Piratessa è un romanzo scritto da Carola Susani e illustrato da Simona Mulazzani, edito da Laterza editore.

A raccontare la vicenda è la stessa protagonista, Susan, che narra i fatti in prima persona.
Caro lettore, cara lettrice che metti il naso tra le mie pagine per indagare la mia ancor breve vita, se mi seguirai sui ponti delle navi, se calcherai con me le strade polverose, vedrai, tra la terra e il mare, uragani e arrembaggi, ingiustizie, grandi speranze e la falce della morte che tutto livella.
Lo scenario in cui si apre la narrazione vede la nostra giovane protagonista intenta a scrivere le sue memorie. Una storia che ha dell’incredibile ma, al contempo, è imbevuta di dolori e fatiche, di paure e sogni. Insieme a Susan ripercorriamo la sua vita, i suoi ricordi, le sue emozioni fin dalla sua infanzia.
Fin da bambina Susan sognava il mare, sognava l’aria fresca sulla pelle le candide vele di un galeone. La piccola bambina dai capelli d’oro sognava di viaggiare per scoprire il mondo, culture, popoli, lussureggianti vegetazioni, sognava più di ogni altra cosa la libertà.
Quando la gente di mare passava di qua, e aveva voglia di raccontare storie ai ragazzini, restavo volentieri ad ascoltare. A chi mancava un occhio, a chi una mano. A me sembravano segni di gloria: quelle ferite le avrei volute anch’io.
Voleva vivere libera in un mondo in cui poteva esprimere se stessa ma per far si che quel sogno diventasse realtà la giovane dovette affrontare un percorso di vita duro e sofferente dove la sue stessa identità venne celata al mondo intero.
Come detto dalla stessa protagonista ella venne alla luce ben due volte grazie alla madre. La prima, l’atto della sua nascita, la seconda, quella che segnò il suo destino, quando la madre spogliò la figlia degli abiti femminili, le tagliò i capelli e le donò degli abiti maschili.
Quando mia madre si è accorta che nelle risse non mi facevo mai mettere sotto, che ero forte come un torello, mi ha tagliato i capelli, mi ha vestito con i vestiti del morto e m’ha detto: “ora sei Jim. Cerca lavoro a Londra”.
Quell’identità, l’identità del defunto fratello, permetterà a Susan di esprime al meglio se stessa ma al contempo è un pesante segreto che non deve essere svelato per avere salva la vita.
In questa fase del racconto scorgiamo già uno dei primi fatti storici che la Susani citerà nel corso della narrazione. Fatti storici e romanzati si intrecciano portando il giovane lettore ad una consapevolezza dei fatti. La narrazione ha solide basi che rendono il lettore consapevole di una storia cruda, quella della tratta degli schiavi.
Ciò che sappiamo del vero Jim è che sia giunto a Londra per trovare lavoro, ma poco dopo, non si ebbero più notizie. Si racconta che il ragazzo sia stato rapito è portato nelle piantagioni di zucchero.
Giunta a Londra Susan lavorò come garzone, venditrice di pesce e spezie, fino al giorno in cui decise di arruolarsi nella guerra di Secessione Spagnola. Durante la guerra ella si accorse che non era la sola a vivere quella condizione. Conclusa la guerra, stanca e nostalgica, decise di tornare a casa e portare quel piccolo gruzzolo che aveva accumulato alla madre, questo però venne sperperato dalla giovane che per vergogna decise di intraprendere la via del mare e tornare a casa solamente quando avrebbe reso orgogliosa sua madre.
Cosi Susan intraprese il mare e cominciò il suo viaggio che la portò a realizzare il suo sogno: quello di diventare un pirata.
La vita nell’ambito mercantile non era facile, ma soprattutto Susan si rese conto dell’importanza della parola libertà. Chi era veramente libero? I suoi compagni, lei con l’identità di un uomo? Di certo non lo potevano essere gli schiavi che trasportavano posti ammassati nella stiva della nave. O forse sì? Gli schiavi avevano perso la propria libertà, indipendenza, ma conservavano ancora la libertà del nome, della personalità, privati della loro dignità di uomini, ma consapevoli di chi fossero. Susan invece? Aveva rinunciato, per essere libera, alla sua identità, alla libertà di essere se stessa. Allora cosa è la libertà, a cosa può spingerci il desiderio di essere liberi? Libertà è espressione autentica di sé o è rinuncia in cambio di un desiderio? E soprattutto, libertà coincide, o, ha mai coinciso con esistenza?
L’equipaggio era trattato allo stesso modo degli schiavi, Susan capì che quella non era libertà ma soprattutto ella capì l’importanza dei diritti, tanto che quando verranno assaliti dai pirati sceglierà liberamente di unirsi a loro, a chi l’avrebbe fatto veniva chiesto di firmare degli articoli.
[…] quello che lessi mi piacque: c’era scritto che ciascuno aveva diritto di voto, che la ciurma eleggeva il capitano e che poteva, se quello non fosse stato all’altezza, farlo ritornare all’albero, cioè semplice marinaio, c’era scritto che a tutti spettava un pezzo del bottino e solo ad alcuni per il loro lavoro uno e mezzo, uno e un quarto, due pezzi al quartieremastro e al capitano, c’era scritto che alle donne prigioniere non andava fatta violenza alcuna.
Così comincia la vita di Susan la piratessa, ma ancora la sua identità non sarà svelata.
Accolta di buon cuore dalla ciurma la giovane si riprese dopo gli stenti di cibo ed acqua, rinvigoritasi cominciò la vita della Jolly Roger. Quella era una vita allegra dove la collettività era un gruppo unito e coeso. Inizialmente alla giovane erano preclusi gli arrembaggi fino a quando un giorno arrivò la sua occasione, durante la battaglia, però, si svelò il suo segreto. La ciurma vedendo che in verità era una donna fu ancor più felice di averla nell’equipaggio, una donna valorosa e coraggiosa. Da allora Susan non si nascose più e visse la sua vita libera.
La sua vita per mare si concluse nel 1717 quando la corona inglese bandì un’amnistia. A quel tempo si preparava la guerra della Quadruplice alleanza tra Francia, Inghilterra, Olanda e Austria contro la Spagna. Così Susan scese in terra e fondò una locanda dove continuò a perseguire i valori dei pirati.
La storia di Susan è ispirata alle vite di Anne Bonny (1702-1782) e Mary Read (1685-1721), le due piratesse realmente esistite più famose di tutti i tempi che, insieme a Calico Jack, diedero vita a un temuto equipaggio nel mar dei Caraibi.
Ad accompagnare questa storia avvincente, ricca di citazioni colte, sono le tavole di Simona Mulazzani. Mulizzani concepisce per il racconto della Susani delle tavole dai colori corposi rendendo le forme plastiche. Le tinte scure, i chiari scuri metti le luci esasperate ricordano le opre dei grandi interpreti del Baracco. Armonia narrativa che si lega a quella figurativa, il tempo storico non viene solo ben scandito dalla narrazione ma anche dalle illustrazioni.
Quella di Susan è una storia che fa riflette il lettore su quanto ancora sono tanti i passi che l’umanità deve compiere perché ci sia il rispetto dei diritti e della libertà. Ci fa comprendere come ancora il concetto di libertà non sia chiaro. L’abuso del termine, la prepotenza con cui alle volte si vuole imporre la propria libertà davanti a quella degli altri ci fa comprendere quanta strada ancora ci sia da fare e come a farne le spese siano sempre coloro i quali vengono considerati “fragili”, “deboli”dai prevaricatori. Ciò che deve seguire la libertà oggi, domani e sempre è proprio il coraggio, quello che ha avuto Susan e tante altre come lei, il coraggio di rinunciare, il coraggio di affrontare la paura, il coraggio di vivere a pieno il proprio desiderio, di realizzarsi, e il coraggio di chi sa di meritarsi la libertà. E il coraggio soprattutto di affermare la libertà altrui prima della propria, solo così riconoscendoci saremo tutti liberi. In molte parti del mondo, ancora oggi, tutto ciò manca, manca la libertà, l’identità, l’esistenza e il coraggio.
Storia celata che viene alla luce, non è solo la storia di Susan ma di tutte quelle donne che scelsero di imbarcarsi in navi mercantili prima, e poi, sui vascelli pirata.
Susan la Piratessa
Autrice: Carola Susani Illustratrice: Simona Mulazzani Casa editrice: Terre di Mezzo
Età consigliata: dagli otto anni in su
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