Un pesce è un pesce
- clara sorce
- 31 lug
- Tempo di lettura: 5 min
di Clara Sorce
Leo Lionni nella sua produzione letteraria rivolta all’infanzia ha avuto sempre uno sguardo che è andato oltre l’orizzonte, non soltanto per quello che concerne la sfera dell’infanzia, ma anche, il mondo dell’arte in toto, si pensi ad esempio a Federico con la figura del poeta o Piccolo blu e piccolo giallo legato alla sfera delle arti figurative con bellissimi riferimenti colti. Ogni suo albo è come una piccola favola che attraverso la figura degli animali ci racconta l’esistenza. Questo i piccoli bambini lo colgono, e pertanto, godono del messaggio loro trasmesso. Un messaggio diretto che non viene né camuffato né banalizzato, ma viene espresso in una coralità tra testo e immagine che diventa un’epifania dell’esistenza.
Tra questi figura Un pesce è un pesce edito da Babalibri un albo che mette in risalto non
soltanto l’importanza delle relazioni ma soprattutto, quella della caratterizza l’immaginazione. Salvo Pitruzzella in L’ospite Misterioso. Che cos’è la creatività, come funziona e come può aiutarci a vivere meglio colloca l’immaginazione tra i quattro elementi del processo creativo definendolo il “collante”. È grazie ad essa che possiamo percepire la continuità di ciò che esiste nel mondo, ma non solo, essa ci permette di vedere “oltre”, ossia ciò che non esiste e che forse non esisterà mai. Ecco allora che l’immaginazione può diventare una chimera. Secondo il pensiero di William Blacky l’immaginazione non si esprime soltanto nell’ambito artistico ma è anche una specifica capacità che ci permette di relazionarci con gli altri. Proprio questa particolarità dell’immaginazione di essere strettamente connessa alla sfera dell’interumano ma anche radice delle chimere è al principio di Un pesce è un pesce. L’albo presenta delle tavole in cui è possibile riconosce l’intramontabile stile del Lionni, le sue forme i sui adorati animali come pesci, rane, topolini, che qui vengono investiti dalla tecnica del pastello ci raccontano la storia di un pesce e un girino che trasformatosi in ranocchia decide di scoprire il mondo.
Al confine del bosco c’era uno stagno dove un pesciolino e un girino nuotavano tra le alghe. Erano amici inseparabili.
La storia comincia con i due amici e la loro vita nello stagno che si trasforma evolvendosi. Il pesce si trasforma ma non nota ciò al contrario si stupisce della metamorfosi dell’amico che pian piano vede il rimpicciolirsi della sua coda e la comparsa delle zampe. Il girino man mano che si evolve in rana prende consapevolezza di sé al contrario del pesce che non accettava tale mutamento tanto da portare i due amici a litigare finché un giorno la rana enunciò che:
Le rane son rane e i pesci sono pesci
Di fatto un bel giorno il girino ormai divenuto una rana saltò fuori dallo stagno pronta a scoprire il mondo. Anche il pesciolino crebbe, ma rimase nel fondo delle acque dello stagno. Nei suoi giorni solitari non poteva far a meno che chiedersi che fine avesse fatto il suo amico e se un giorno questi sarebbe tornato. Quel giorno arrivò e rese felice il pesce che non stava nella pelle per ascoltare i racconti dell’amico sul mondo.
“Dove sei stata?” Le chiese il pesce tutto contento. “In giro per il mondo” rispose la rana. “Saltando qua e là ho visto cose straordinarie”.
Voltiamo pagina e troviamo dei grandi balloon che non presentano parole ma al contrario illustrano le immagini che si formano nella mente del pesce man mano che la rana procede nei suoi racconti. Qui l’autore fonde il linguaggio sequenziale dei fumetti con quello dell’albo illustrato per dar lustro all’immaginazione. Nella mente del pesce, che non conosceva il mondo, fanno la loro comparsa pesci uccelli, pesci mucca con tanto di mammelle e pesci uomini. La visione di queste immagini “mentali” porta i piccoli lettori a chiedersi da dove provengano tutte queste figure. Un piccolo indizio ce lo danno le immagini ibride nate nella mente del pesce: la percezione. La percezione interna ed esterna sono I fattori che concorrono alla produzione delle forme dell’immaginazione. La percezione esterna può riguardare la forma, i colori, movimenti, suoni o altri elementi mediati dai nostri sensi. Al contrario quella interna riguarda le emozioni, i sentimenti che si manifestano sotto forma di immagini. «Spesso le due forme di percezione sono accoppiate: una percezione visiva, olfattiva, uditiva, gustativa o tattile può essere collegata a un’emozione vissuta, e viceversa» (Pitruzzella, pag.120).
Queste immagini vengono “conservate” nella memoria esplicita e implicita. La prima è quella che possiamo recuperare attraverso uno sforzo cosciente e si mescola con elementi fantastici. La seconda è quella di cui non siamo immediatamente consapevoli, di fatto emerge a tratti scatenata il più delle volte da stimoli sensoriali casuali. Nella memoria implicita la tendenza a essere contaminata con la fantasia è ancora più presente. «La nostra esperienza del mondo, interno ed esterno, si manifesta anche attraverso immagini (visive, sonore, cinetiche e verbali), che a volte possono essere chiare e dettagliate, a volte solo spunti evocativi» (Pitruzzella, pag.120). Pertanto l’immaginazione è quella funzione che ci permette di elaborare le immagini, una elaborazione che avviene attraverso l’espansione, le connessioni, le ricombinazioni e le trasformazioni. Nella mente del nostro pesce le immagini iniziano a espandersi, le figure vengono esaminate nella loro interezza soffermandosi nei dettagli come nel caso del piumaggio degli uccelli che prendono il moto.
Al contempo connette ciò che ascolta a ciò che gli è noto mettendo in moto catene associative che liberamente evocano altre immagini del nostro repertorio al fine di trovare collegamenti tra essa e altre immagini evocate ma non solo il nostro ricombina. Il pesce, come anche noi, prova a mettere insieme immagini diverse creando giustapposizioni, accostamenti che suggeriscono nuovi significati e nuove possibilità come nel caso del pesce mucca. In fine la trasformazione che modifica uno o più aspetti dell’immagine iniziale per giungere a immagini nuove e inaspettate come gli uomini pesce. Meravigliosa è la tavola silenziosa in cui il Lionni da forma all’immaginazione del pesce. Immaginazione libera di sgorgare tanto da diventare essa stessa la protagonista del racconto. Ma come detto poco prima a volte l’immaginazione può essere una chimera e il nostro pesce ne diventa vittima. Dopo essersi ritrovati, la rana decide di ripartire e i giorni solitari portano insito nel pesce a nutrire il forte desiderio di vedere ciò che aveva visto e vissuto dall’amico, così decide di uscire fuori dall’acqua perché ad ogni costo voleva vedere il mondo. Ma una volta a riva rimase ansimante. Non riusciva a muoversi e a respirare, perché in fondo, lui era un pesce. Quando tutto sembrava perduto ecco che arriva in suo soccorso la rana sua amica che lo rigetta in acqua; lì, tornato nel suo ambiente, comprese che
I raggi del sole arrivarono fino alle alghe dello stagno. Adesso brillavano, piene di riflessi e di colori. Questo era, senza dubbio, il mondo più bello.
Un meraviglioso racconto che racchiude in sé il valore dell’amicizia, della condivisione ma soprattutto della potenza dell’immaginazione. Una volta conclusa la lettura non possiamo come il pesce che immaginare luoghi lontani e ibridazioni tra forme di vita, ma con la consapevolezza che il mondo reale è il punto di partenza dal quale la nostra immaginazione può prendere forma ma che esso è differente dalla seduzione dell’immagine. Un albo dal quale poter far nasce spunti stimolanti di una discussione antica quanto il mondo, ossia, la mimesi dell’arte.
Un pesce è un pesce
Autore: Leo Lionni
Casa editrice: Babalibri
Età consigliata: dai tre anni in su
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