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Yayoi Kusama

Aggiornamento: 2 lug 2024

di Clara Sorce








Nel lontano 1895 ebbe luogo la I Esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, ossia la nota Biennale di Venezia, che ancora oggi è la principale rassegna internazionale d’arte Italiana. La storica istituzione espositiva, periodica, di livello internazionale perpetua nel tempo la sua vocazione di confronto. Di fatto la Biennale nasce per tre fattori chiave, primo tra tutti quello di dar vita a una rassegna periodica di confronto fra le principali tendenze artistiche dei vari paesi. Si tratta di un aggiornamento non solo per gli artisti italiani ma anche per i fruitori che non possono viaggiare all’estero. Come detto in precedenza tale vocazione si perpetua nel tempo e la nostra storia ci porta in tempi contemporanei legati al secolo scorso.


In un clima fertile in cui si scoprono nuove tendenze e artisti emergenti che vengono legittimati al sistema dell’arte, riconoscendone le qualità espressive e poetiche, figura nel 1993 al padiglione del Giappone, quale rappresentante del paese, un’artista poliedrica la cui cifra distintiva sono i pois. Si tratta dell’artista giapponese Yayoi Kusama.

Fausto Gilberti con il suo albo Yayoi Kusama, edito da Corraini Edizioni, ne percorre la storia con il suo stile inconfondibile fatto di segni neri e tavole giocate sui pieni e i vuoti. Uno stile in cui il segno si fa cifra distintiva, un segno forte e comunicativo.


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Come per gli albi dedicati a Piero Manzoni, Yves Klein, Jackson Pollock, Marcel Duchamp, Lucio Fontana e Banksy, che caratterizzano la collana in cui l’artista ci racconta, con sguardo divertito e accuratezza delle fonti storiche l’opera di grandi protagonisti dell’arte contemporanea, in cui l’artista pone in copertina i tratti distintivi degli artisti narrati come ad esempio per Banksy dove vediamo l’artista con in mano una bomboletta a spray o Yves Klein con in bella vista una mano dipinta con il noto colore da lui progettato il Blu Klein. Anche per Kusama troviamo già in copertina l’artista con una delle sue cifre distintive le zucche a pois.


Apriamo l’albo e a parlaci in prima persona è proprio Yayoi, illustrata in primo piano con un’unico tocco di colore, compatto, che la caratterizza ancora oggi, il suo noto carré corto e arancione, nella pagina a fianco una tavola bianca presenta in bilingue, italiano e inglese, una semplice riga di testo:


Mi chiamo Yayoi, e se ti va vorrei raccontarti la mia storia

“Semplice” per noi adulti che leggiamo la storia, incisiva e potente è invece per i piccoli lettori. Gilberti invita i piccoli lettori a leggere la storia di Kusama utilizzando l’artista stessa, con un linguaggio in prima persona e soprattutto con un invito colloquiale come fanno i bambini la prima volta che si incontrano. Un incontro per occhi piccini è quello che fa l’autore. Quando leggiamo l’albo a un gruppo di bambini, di quattro anni in su, questi alla prima riga di testo salutano Yayoi e si presentano. Avviene così la magia dell’incontro. Curiosi, dopo aver accettato l’invito di Yayoi, vogliono subito scoprire la sua storia, e che emozione quando scoprono che per seguire la sua passione abbandona, coraggiosamente, la sua città natale Matsumoto, in Giappone, per volare in America e trasferirsi nella grande mela, New York.


Le tavole illustrative si popolano delle opere e del linguaggio espressivo dell’artista, come i pois che dopo la tavola della partenza saranno sempre più presenti. Il linguaggio espressivo dell’artista si cala nello stile illustrativo del Gilberti, un linguaggio lineare e pulito basato sui toni del bianco e nero. Tale cifra stilistica cattura l’attenzione dei piccolissimi che apprezzano il giusto equilibrio tra le illustrazioni e il testo.

Kusama giunge a New York con una valigia piena di disegni ma con pochi soldi, lì viveva in un piccolo appartamento dove


[…] dipingevo grandi tele piene di puntini che formavano reticoli infiniti che spesso uscivano dal quadro e finivano sul mio vestito, sul tavolo e sulle pareti


Kusama agli inizi della sua carriera visse di stenti e soffrii la solitudine ma ciò non la sconfortò tanto da scrivere una lettera alla grande pittrice americana Giogia O’Keefee per chiederle consiglio. Un giorno proprio la O’Keefee bussò alla porta di Kusama e da quel giorno potè vivere della sua arte. La sua arte stupisce il pubblico con idee sempre nuove.

Riempie stanze con specchi per riflettere tutto all’infinito, crea abiti stravaganti che possono essere indossati a due o riempie maglie e borse di pasta. Creò forme imbottite, allungate e morbide con le quali riempiva stanze, barche e scarpe, e rivestiva divani, poltrone e cappelli.

I suoi happenings lanciano messaggi importanti.


Mi piaceva molto creare le mie opere, ma ad un certo punto dovetti fermarmi perché mi ammalai. Lasciai New York e ritornai in Giappone per curarmi.

Quel ritorno segnò Kusama, nulla era più come prima, il cemento aveva ricoperto ogni cosa ma una nevicata le mostrò la bellezza della sua città natia tanto da rimanere in Giappone. Ad oggi Kusama vive a Tokyo dove lavora senza sosta. Ed è in questa fase della sua vita artistica che nascono le piccole e grandi zucche.

A conclusione della sua storia Yayoi racconta ai suoi piccoli lettori della sua passione per le zucche.


Ho sempre amato le zucche, la loro deliziosa forma e la loro dolcezza. E con la mia arte voglio dimostrare tutto l’amore che provo per loro.

L’albo di Fausto Gilberti è un viaggio tra il Giappone e l’America, è un viaggio nella storia personale di una grande artista “camaleontica”. È la storia di una donna che nonostante le avversità riesce a esaudire i suoi sogni. Kusama ci insegna che non importa quanto sia difficile il viaggio l’importante è tenere fisso lo sguardo sulla meta e non abbattersi mai difronte alle avversità, ma guardare sempre oltre l’orizzonte per scorgere il bello nelle cose e nel mondo.



Per i lettori curiosi ecco a voi la biografia di Yayoi Kusama


Yayoi Kusama

Autore: Fausto Gilberti

Casa Editrice: Corraini Edizioni Età consigliata: dai cinque anni in su

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